“E’ tutta colpa nostra! Non stiamo facendo quello che dovremmo fare!”
Inizia così il discorso a porte chiuse tenuto, inaspettatamente, da Monta Ellis negli spogliatoi dopo la cocente sconfitta rimediata contro gli Charlotte Hornets, proprio prima dell’ All-Star break.
Il resto del discorso non ci è dato saperlo, supponiamo non sia stato uno dei più entusiasmanti data la poca loquacità di Ellis, ma forse proprio per questo ha avuto un forte effetto sui compagni di squadra che sono rimasti spiazzati dalla decisa presa di posizione del nuovo arrivato.
‘Mississippi Bullet’ è arrivato, per l’appunto, in estate come uno dei più importanti affari della free-agency. Nonostante l’oneroso, ma nemmeno troppo, contratto ($44 milioni in 4 anni) è entrato in punta di piedi quasi non facendosi nemmeno notare e suscitando più dubbi che certezze nei fans; va anche detto però che è stato molto limitato da due fattori importanti: 1- L’inserimento di un giocatore in una squadra che è in cerca della propria identità (come Indiana a inizio stagione) non è mai facile. 2 – Era fase di recupero da un operazione, seppur non invasiva, al ginocchio eseguita in estate.
Una volta ritagliatosi il proprio ruolo nella squadra Ellis, da giocatore più ‘anziano’ del gruppo, si è probabilmente sentito in dovere di fare di più e proprio da qui nasce quell’inaspettato discorso.
Ma, come dice un famoso detto ‘La leadership è azione, non posizione.’ e Monta Ellis si è fatto trovare pronto:
24 punti, 3 rimbalzi, 3 assists, 2.5 palle rubate, 54.4% dal campo e 66.6% da 3, sono queste le medie post All-Star Game del #11 nelle importanti vittorie contro Oklahoma City Thunder e Orlando Magic.
Con un identità ritrovata, un Paul George ritornato più forte di prima, un Myles Turner pronto ad esplodere ed un Monta Ellis leader, gli Indiana Pacers sono finalmente pronti a ritornare ai vertici della Eastern Conference.