La Dinamo Sassari mantiene il proprio straordinario ruolino di marcia e trova l’ottavo successo consecutivo in campionato, superando una coriacea Openjobmetis Varese che cede il passo solamente nelle fasi finali della gara. Nonostante l’addio di McLean e l’assenza di Evans, per i sardi continua il momento magico.
La partita
Ci si poteva aspettare un match a senso unico: la Dinamo Sassari, seconda forza del campionato, è squadra che in casa lascia le briciole agli avversari, e dall’altra parte trovava una Varese che lontano dal suo fortino chiamato Masnago ha spesso lasciato a desiderare.
Ma la versione dei biancorossi che si presenta alla prima giornata di ritorno è quella delle giornate migliori, positivamente condizionata dal successo di sette giorni fa a Treviso che ha rotto una maledizione che perdurava da cinque trasferte consecutive.
Varese approccia l’incontro con la sfrontatezza giusta, provando a imporre la propria pallacanestro fatta di tanto gioco perimetrale e difesa asfissiante, ma Sassari non è da meno, rispondendo colpo su colpo ai tentativi di mini fuga dei lombardi. Sulle ali di Sorokas (13 punti in 26 minuti per il lituano, all’esordio in Serie A), la Dinamo detta il ritmo e passa a condurre, dando l’impressione di poter subito scappare quando Peak commette due falli in un amen che costringono coach Caja a schierare subito Natali contro lo strapotere fisico di Dyshawn Pierre. I biancorossi però non si fanno impressionare dall’entusiasmo del PalaSerradimigni, e trovano con un ottimo Clark, ancora in striscia positiva dopo il career high messo a referto a Treviso, i punti per chiudere a distanza ravvicinata il primo quarto (28-25 al 10′).
Si intuisce subito che i falli saranno una delle chiavi della partita: Varese carica subito tutti i suoi effettivi di penalità personali – argomento poi toccato anche in sala stampa da Andrea Conti e Attilio Caja, ndr – concedendo almeno cinque minuti di bonus a quarto a Sassari, che dalla lunetta colleziona 30 punti su 38 tiri liberi tentati. Coach Caja è pertanto costretto a utilizzare diversi assetti di squadra, prima con il già citato Natali da tre, poi con Ferrero per dare più fisicità insieme a Vene e Simmons, e poi ancora con i tre piccoli, sfruttando la vena di un Tambone in serata di gala. Ma Sassari trova cose positive da tutti i propri uomini chiave, a partire dal solito perfetto Pierre, passando anche per Bilan, che con le proprie caratteristiche fisiche e tecniche rappresenta il tipo di lungo adatto a mettere in grossa difficoltà la difesa ospite. La Dinamo tocca il +9 e chiude il primo tempo sul 50-43.
Nella seconda metà di gara, i sardi tentano la fuga decisiva: Peak commette presto il suo quarto fallo, che di fatto toglierà l’ala americana dalla contesa (6 punti in soli 8 minuti di impiego), la squadra di Pozzecco continua a martellare da tre punti e vola sul +14, che rappresenta il massimo vantaggio. Proprio quando Varese sembra agonizzante, ecco spuntare l’uomo che non ti aspetti: Matteo Tambone trascina i compagni, iniziando il proprio show balistico (22 punti con 5/6 da due e 4/9 da tre, massimo in carriera per il play ex Roma) e con il supporto di un preziosissimo Jakovics costruisce un contro break che riporta in breve tempo Varese a contatto. Sassari è brava a non perdere la calma, ricacciando indietro la Openjobmetis con i canestri pesanti di Jerrels e Vitali, insieme a uno Stefano Gentile implacabile dalla lunetta (75-70 al 30′).
I biancorossi annusano la possibilità di mettere a segno un colpo da novanta: la difesa di Jeremy Simmons cresce di livello dopo una prima metà gara di grande difficoltà (sontuosa la stoppata che cancella la bimane di Sorokas), con Ferrero e compagni che trovano addirittura il vantaggio. Varese perde Clark che commette il quinto fallo dopo due bombe pesantissime, e sul punteggio di 80-82 Vene ha anche la palla per chiudere la contesa, ma la tripla dall’angolo dell’estone si ferma sul ferro. Da quel momento Sassari riprende il controllo del match: il bonus raggiunto precocemente costringe Varese a mandare in lunetta gli esterni sassaresi, che restano freddi e costruiscono il break decisivo che porta altri due preziosi punti nelle tasche di un raggiante Pozzecco. Finisce quindi 93-87, con Sassari che prosegue nel suo ottimo cammino, e Varese che torna a casa con qualche rimpianto, ma a testa sicuramente molto alta.
La chiave del match
Varese non è riuscita ad arginare lo strapotere fisico di Pierre e Bilan, che hanno caricato di falli i biancorossi sin dai primi minuti. Inoltre, il 45% da oltre l’arco fatto registrare da Sassari è stato decisivo per tenere a galla i sardi anche nei momenti di difficoltà.
MVP dell’incontro
Sarebbe bello poter incoronare la prova di Matteo Tambone, ma Dyshawn Pierre merita ancora una volta i titoli di coda. 22 punti in 30 minuti di impiego, 12 rimbalzi, 6 assist per 40 (quaranta!) di valutazione.
Gianmarco Pozzecco può continuare a godersi il suo fenomeno canadese.