Home Mondiali Basket 2019 Mondiali 2019, Popovich sbotta contro i critici: “Sono immaturi e arroganti”

Mondiali 2019, Popovich sbotta contro i critici: “Sono immaturi e arroganti”

di Tommaso Ranieri
tom thibodeau

Sicuramente i Mondiali 2019 di Team USA non sono stati tra i più memorabili, anzi. Con la vittoria di ieri contro la Polonia (87-74, ndr) gli Stati Uniti terminano al settimo posto nella competizione, il peggiore risultato di sempre. Ciò nonostante, coach Popovich ha mostrato contrarietà alle critiche ricevute per questo piazzamento, come mostra quanto affermato recentemente alla stampa.

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Gregg Popovich in compagnia di Kemba Walker: la loro prima esperienza internazionale non è stata sicuramente positiva.

Stando a quanto riportato da Brian Windhorst di ESPN, infatti, il 70 enne allenatore ha apertamente mostrato insofferenza per gli innumerevoli giudizi negativi che sono piovuti sul team a stelle e strisce.

Sembra che si vuole giocare sempre a chi ha più colpa di altri. Ci dobbiamo vergognare perché non abbiamo preso una medaglia? E’ un atteggiamento ridicolo, immaturo e da arroganti, in quanto mostra la mancanza del minimo rispetto verso le altre nazionali. Questi ragazzi hanno fatto del loro meglio.

Uno dei fattori chiave che hanno indotto a tutto questo sono state certamente le numerose assenze, che hanno indotto a delle scelte piuttosto obbligate. Basti pensare che i due giocatori più quotati nella selezione americana erano Walker e Mitchell, mentre nel 2014 c’era gente del calibro di Harden o Irving. Per quanto i primi due non siano esattamente delle riserve, non sono comunque comparabili alle principali superstar del campionato Nba.

Aldilà di ciò, non si è potuto non notare lo scarso adattamento del gruppo guidato da coach Pop al gioco delle nazionali FIBA. In tale ottica, emblematico è stato il match perso contro la Francia, in cui i Blues, un’ottima alchimia tra cestisti sbarcati negli Stati Uniti e quelli rimasti nell’Europa del basket che conta, si sono rivelati troppo per gli americani, i quali hanno dovuto soccombere. Del resto, come anche osservato da Kobe Bryant, il gap tra il “Dream Team” e le altre potenze cestistiche europee e mondiali si è quasi colmato del tutto, e occorreranno contromisure adeguate per predisporre nuovamente delle distanze. Magari già a partire dalle prossime Olimpiadi estive in programma a Tokyo nel 2020, anche se Popovich non vuole ancora pensarci.

Non è assolutamente il momento. Mancano 10 mesi, ci vorrà tempo.

 

 

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