Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Bucks-Raptors: Milwaukee e Giannis fanno sul serio

Bucks-Raptors: Milwaukee e Giannis fanno sul serio

di Lorenzo Brancati
marc gasol

Le squadre protagoniste delle Eastern Conference Finals sono le due che, probabilmente, i più avevano pronosticato. Quello che, verosimilmente, meno persone avevano previsto è il risultato delle prime due gare, soprattutto nel modo in cui si è realizzato. I Milwaukee Bucks, teste di serie numero uno, sono infatti in vantaggio per 2-0 sui Toronto Raptors, teste di serie numero due.

Prima dell’inizio delle ostilità l’attenzione di molti era incentrata sul confronto, molto intrigante e sulla carta equilibrato, tra le due stelle, Giannis Antetokounmpo e Kawhi Leonard. I due hanno dato davvero il massimo nelle prime due uscite della serie. Tuttavia, la squadra del primo è riuscita a mostrare molto di più di quanto non sia riuscita a fare quella del secondo. I Bucks hanno infatti provato, per l’ennesima volta, di essere una squadra profonda, costruita con estrema intelligenza e allenata con raffinata competenza cestistica da Coach Mike Budenholzer, fresco di candidatura finale al premio di “Coach of the Year.

Parlando delle candidature per i premi relativi alla Regular Season, il Greek Freak è rientrato nella top 3 sia del premio di MVP che di “Defensive Player of the Year. E nelle ore in cui ciò veniva annunciato, il numero 34 di Milwaukee ha ricordato a tutti i motivi di questa doppia inclusione. Fortemente degno di nota inoltre, ancora, il supporting cast dei Bucks.

BUCKS-RAPTORS, GARA 1: RESILIENZA MILWAUKEE, STANCHEZZA TORONTO

Gara 1 della serie è stata sporca, combattuta e fisica. I Raptors ne sono stati in controllo quasi per l’interezza di tre quarti, prima di alzare bandiera bianca collettivamente e accettare una resa senza condizioni ai Bucks nell’ultimo periodo di gioco. Entrambe le squadre hanno sbagliato più di qualcosa in questa gara. Da entrambi i lati, giocatori importanti non sono riusciti a graffiare la partita come ci aspetterebbe, ed entrambe le compagini hanno fatto registrare percentuali di tiro insoddisfacenti. Milwaukee ha però dimostrato di poter vantare una caratteristica principe per qualsiasi gruppo di uomini che punti ad un obiettivo comune: la resilienza. I padroni di casa sono infatti stati praticamente sempre in svantaggio, mentre i loro tiri rifiutavano di lasciarsi andare all’abbraccio della retina. Nonostante questo, non hanno mollato e sono stati premiati dalla rimonta finale.

La gara si è messa subito in salita per i Bucks: alla fine del primo quarto i Raptors conducevano i giochi per 34-23. Gli affanni al tiro che ne hanno accompagnato tutta la partita erano già iniziati: solo 3 tiri da tre su 14 tentati hanno visto il fondo della retina. Toronto, dal canto suo, ha iniziato subito a tirare dal campo con efficacia, realizzando 13 tiri su 25. Nel secondo quarto la musica non è cambiata. Milwaukee si è resa conto che i tiri da oltre l’arco non volevano entrare e ha così diminuito i tentativi a 6, di cui 2 andati a segno. All’intervallo, comunque, gli ospiti erano ancora in vantaggio sul 59-51.

Uno dei meriti dei Raptors, nel primo tempo, è stato quello di distribuire i propri attacchi, con intelligenza, tra pitturato e tiro da fuori. Hanno realizzato ben 7 delle 13 conclusioni tentate in area, che i Bucks non hanno difeso tanto bene quanto ci hanno abituati a vedere.

Dopo l’intervallo le cose hanno iniziato a prendere, lentamente, una piega diversa. Le due squadre arrivavano da due semifinali sviluppatesi in modo opposto. Milwaukee ha liquidato i Boston Celtics in 5 gare, e senza troppa fatica, mentre Toronto ha dovuto sudare per 7 partite per poter superare lo scoglio Philadelphia 76ers. Ciò si era tradotto, nel primo tempo, in una mancanza di ritmo partita nei Bucks, contrapposto all’inerzia che sospingeva i canadesi, ancora viva dopo la gara 7 di domenica notte. Tutto questo si è però rivoltato contro i Raptors nel secondo tempo. La stanchezza di una serie più logorante si è fatta sentire sulla lunga distanza, mentre gli avversari, più freschi, rimuovevano progressivamente la ruggine dagli ingranaggi.

Arrivati all’ultimo periodo di gioco, Toronto sembrava davvero spremuta di ogni goccia di energia residua. Milwaukee, invece, ha alzato l’asticella dell’intensità difensiva ed offensiva, mettendo in atto un quarto quarto da 17-32. Parziale che ha permesso a Giannis e compagni di rimontare dall’83-76 al 100-108 finale. Dato chiave a testimonianza di questa inversione di tendenza di fine partita sono i tiri nel pitturato realizzati da Toronto dopo l’intervallo: 6 su 20. Alla fine del’incontro i punti realizzati in quella zona del campo per gli ospiti sono stati solo 26, mentre per i padroni di casa 44.

La difesa dei Bucks, nel terzo quarto, si chiude con energia intorno alla giocata in post di Pascal Siakam, poi stoppato da Giannis Antetokounmpo

Nei Bucks si distingue ancora Giannis, con 24 punti e 14 rimbalzi, ma a decidere l’incontro sono i punti decisivi di Brook Lopez, che chiude con 29 e un canestro da 3 fondamentale valso il 100-104. Tra le fila dei Raptors il solito Kawhi ne fa registrare 31, mentre Kyle Lowry cerca di fare il possibile, con 30 punti. Il playmaker, tuttavia, nell’ultimo periodo di gioco è stato abbandonato da tutti i compagni, Leonard incluso. Nessuno, infatti, al di fuori di lui è riuscito a segnare un tiro dal campo (0/15) nel decisivo quarto quarto.

Brook Lopez segna il canestro del 100-104 a coronare la rimonta di squadra e la sua prestazione

BUCK-RAPTORS, GARA 2: GIANNIS NON E’ AFFATTO SOLO, KAWHI SI’

Se in gara 1 si è vista una lotta accesa per la vittoria, soprattutto nel secondo tempo dell’incontro, in gara 2 non c’è stata partita. I Bucks hanno dominato i giochi dalla palla a due fino alla conclusione del “garbage time”. Antetokounmpo ha offerto una delle sue migliori prestazioni in questi playoff, mentre intorno a lui tutti i compagni davano prova della funzionalità del sistema di Coach Budenholzer. Per i Raptors c’è stato davvero poco da fare, in modo particolare a causa dell’infelice disparità di contributo offerto dal supporting cast, rispetto a quello avversario.

La partita si è aperta nel peggior modo possibile per la squadra ospite. Nel primo possesso dell’incontro Giannis ha effettuato una schiacciata nel traffico raccogliendo una palla appoggiata da lui stesso al tabellone. Dall’altra parte del campo, il primo attacco di Toronto si è chiuso con una stoppata del giocatore greco ai danni di Marc Gasol, che sembrava avere i due punti in tasca. Durante il terzo possesso, con ancora più di 11 minuti di giocare, la difesa ospite si è addormentata, lasciando libero il Greek Freak di ricevere e schiacciare con rabbia a canestro. Il palazzetto era in estasi, le urla dei tifosi sovrastavano già i rumori di gioco e, probabilmente, anche i pensieri dei giocatori, in particolare di quelli dei Raptors.

I primi, ma già decisivi, 4 punti segnati da Giannis Antetokounmpo nel minuto di apertura dell’incontro

L’aggressività con cui i Bucks sono scesi in campo gli ha permesso di imporsi fin da subito con determinazione sugli avversari. La fiducia e la sicurezza acquisite anche grazie all’atmosfera ribollente generatasi nel palazzetto, li hanno portati ad affermare il proprio gioco senza mai batter ciglio, o trovarsi in svantaggio. Milwaukee si è infatti potuta comodamente accomodare sul sedile del guidatore della partita dalla prima schiacciata del suo numero 34 fino alla sirena finale, sul 103-125.

La prestazione di Antetokounmpo salta immediatamente agli occhi per i 30 punti e i 17 rimbalzi, ma il greco ha anche fornito 5 assist ai compagni, eseguito 2 stoppate e rubato 1 pallone. E’ il primo Buck dopo Kareem Abdul-Jabbar a far registrare, in postseason, almeno 25 punti, 15 rimbalzi e 5 assist. La bellezza e il fascino di questa squadra, tuttavia, non si fermano ai numeri della sua stella. Il sistema di Milwaukee è così profondo che si può permettere di lasciare il solo Giannis in campo per 30 minuti o più. Giocando meno di mezz’ora, altri cinque giocatori sono andati in doppia cifra per punti segnati: Nikola Mirotic (15), Khris Middleton (12), Ersan Ilyasova (17, di cui 15 fondamentali nel primo tempo), Malcom Brogdon (14) e George Hill (13). Gli ultimi tre in uscita dalla panchina.

COSA ASPETTARSI PER LE PROSSIME GARE?

Se le prime due uscite di questa serie ci hanno fatto osservare qualcosa, è questo: i Milwaukee Bucks sono seri pretendenti all’anello NBA. Probabilmente, il fatto che avessero chiuso la stagione con il record numero uno della lega, avrebbe già dovuto muovere qualche campanello d’allarme in tal senso. Tuttavia, provenendo dalla Conference orientale ed essendo una squadra di giovane formazione, un po’ tutti avevano dubitato di loro. Queste due vittorie, invece, ne nobilitano la pretendenza al titolo. Hanno dimostrato ancora una volta di avere due caratteristiche fondamentali per una squadra vincente: la resilienza e la profondità.

C’è da dire una cosa: la serie con i Raptors è tutt’altro che chiusa. Le prossime due partite, giocate a Toronto, rappresenteranno un passaggio fondamentale nella stagione delle due franchigie. Qualora i canadesi dovessero riuscire a vincerle entrambe potrebbero virtualmente riaprire la serie. Se i Bucks riusciranno però anche solo a ottenere un segno W su due, allora gara 5 tra le mura amiche potrebbe essere decisiva, vista l’atmosfera pestifera che i loro tifosi sono in grado di generare.

Parlando di gioco, c’è poco che Milwaukee possa migliorare. Come affermato da Coach Budenholzer nella conferenza post-gara 2, i suoi devono continuare a mantenere la stessa attitudine verso le partite anche dopo uscite difficili come gara 1. Toronto, dal canto suo, sta soffrendo davvero tanto la mancata produzione dell’intera rotazione. A parte Kawhi Leonard, che ha segnato 31 punti in tutte e due le gare, e Kyle Lowry in gara 1, nessuno sta dando alla squadra l’apporto sperato.

In vista delle prossime gare, allora, i Bucks dovranno cercare di continuare su questi binari, mentre i Raptors dovranno puntare a migliorare il coinvolgimento di tutti i loro effettivi nel gioco della squadra, per sperare di riportare la serie in parità.

You may also like

Lascia un commento