Nella serata italiana del 13 gennaio la trade di James Harden ha scosso l’intero mondo cestistico, americano e non, visto che si è messo finalmente una parola fine alla telenovela dell’ormai ex stella degli Houston Rockets. Infatti la barba più famosa del mondo della pallacanestro si è trasferita da Houston a Brooklyn, in una trade a tre squadre che ha coinvolto anche i Cleveland Cavaliers, i quali hanno ricevuto Jarrett Allen e Taurean Prince.
Gli Houston Rockets hanno acquistato Dante Exum, Rodions Kurucs, tre prime scelte future al draft dei Brooklyn Nets, una prima scelta originariamente appartenuta ai Milwaukee Bucks e ben quattro possibilità di fare pick swap con la squadra allenata da coach Steve Nash.
Immediatamente dopo l’annuncio di questa mega trade a tre squadre, è avvenuta di conseguenza una nuova trade che ha coinvolto gli Houston Rockets e gli Indiana Pacers, in cui a Indiana è andato Caris LeVert (inizialmente girato a Houston da Brooklyn) ed una seconda scelta al draft, mentre agli Houston Rockets è stato spedito Victor Oladipo.
James Harden trade: le impressioni su tutti i movimenti di mercato
Andando ad analizzare questi movimenti di mercato NBA, sembra proprio che siamo di fronte a delle trade in cui ci guadagnano tutte e quattro le squadre coinvolte, ma andiamo in ordine partendo dalle due squadre ‘secondarie’ che sono state coinvolte in questo intreccio di mercato. Gli Indiana Pacers mandando in quel di Houston Victor Oladipo si sono liberati del ricco contratto (21 milioni di dollari annui) dell’ex Magic, andando a finire al di sotto della luxury tax oltre ad aver ricevuto un ottimo giocatore come Caris LeVert, a cifre sicuramente ragionevoli (da qui fino al 2023 sono 51 milioni di dollari) e una seconda scelta al draft.
I Cleveland Cavaliers invece hanno aggiunto al loro roster due elementi validi come Jarrett Allen e Taurean Prince, i quali rappresentano due giocatori utili per costruire una squadra solida. Specialmente l’aggiunta di Allen può rivelarsi molto utile alla causa Cavs, visto che in questo modo possono liberarsi di un contratto più che pesante come quello di Andre Drummond (28.7 milioni di dollari quest’anno), restando comunque coperti nella posizione di centro titolare e, magari, riuscendo a prendere un ottimo giocatore con i soldi liberati dal contratto in scadenza di Drummond.
Gli Houston Rockets inoltre hanno ricavato il massimo dalla partenza di Harden: quando una squadra perde la propria stella, è inevitabile che questa debba affrontare qualche anno di ricostruzione, ma a Houston non è esattamente così: a roster restano infatti John Wall e DeMarcus Cousins, i quali se tornassero anche solo al 70% della loro forma possono essere considerati come due stelle, oltre a un Christian Wood sempre più in rampa di lancio. Oltre a questi, hanno aggiunto al loro roster Victor Oladipo, altro giocatore che se dovesse tornare sui livelli in cui si è affermato ad Indiana prima del suo infortunio che lo ha tenuto diversi mesi lontano dal parquet (rottura del tendine del ginocchio) potrebbe essere un upgrade importante per il roster dei Rockets post Harden.
C’è da ricordare inoltre, che Oladipo è un giocatore che al termine di questa stagione sarà free agent, dunque i Rockets possono permettersi di avere la facoltà di scelta riguardo il giocatore ex Magic: se dovesse fare una stagione positiva, la squadra del Texas potrebbe decidere di offrirgli il rinnovo del contratto, ma se invece Oladipo dovesse deludere le aspettative allora i Rockets non gli rinnoverebbero il contratto per andare poi a monitorare la situazione della prossima free agency.
Infine, per quanto riguarda gli Houston Rockets, da non sottovalutare sono le tante scelte nei prossimi draft che hanno accumulato, oltre ai quattro pick swap con i Nets. Se sapranno scegliere bene nei prossimi draft NBA, allora dalla ‘James Harden trade’ avranno ricavato veramente il massimo.
James Harden trade: i possibili scenari in casa Nets
Per quanto riguarda i Brooklyn Nets bisogna aprire un paragrafo a parte: infatti la franchigia gestita da Sean Marks è ancora un’incognita. Da un lato abbiamo un roster con tre stelle di livello assoluto, tre dei migliori attaccanti della lega e quindi un potenziale immenso; dall’altro però, ci sono le tante incognite: Kyrie Irving resta a Brooklyn? Riusciranno a costruire un sistema di gioco diverso da una serie infinita di isolamenti? La difesa riuscirà ad essere qualcosa di diverso da un colabrodo? Ok Harden, ok Irving, ok Durant, ma dalla panchina chi si alza? Sono tutte domande lecite, alle quali potrà rispondere senza sbagliare soltanto il parquet. In questo articolo però proviamo quantomeno ad analizzare i possibili scenari che riguarderanno i prossimi mesi dei Brooklyn Nets.
Come ormai sappiamo tutti, Kyrie Irving è assente da ormai qualche partita per ‘motivi personali‘, una giustificazione che però può voler dire tutto e può non voler dire niente. Infatti se vogliamo pensare maliziosamente, potremmo dire che ora tutto torna: l’assenza di Irving è iniziata relativamente pochi giorni fa e negli ultimi giorni le voci su un possibile allontanamento tra Irving e Durant ed Irving e coach Nash possono condurci verso una possibile trade di Kyrie Irving, portando a Brooklyn magari qualche giocatore per allungare le rotazioni (un centro sicuramente) ed un paio di scelte al draft. Quindi la situazione potrebbe ricostruirsi unendo le varie tessere del puzzle: Irving ha sentito ‘puzza’ di trade o comunque di un arrivo di Harden, quindi ha magari detto di non voler giocare o ha trovato una scusa ed ora potrebbe venire scambiato. Sono tutte supposizioni, comunque.
Di conseguenza, qualora questo scenario rappresenti la realtà, i Brooklyn Nets si sarebbero ‘riparati‘ a dovere da un non ritorno di Irving andando ad assicurarsi un’altra superstar NBA da affiancare a Durant e, magari, costruire un supporting cast anche migliore rispetto al precedente.
Se invece Kyrie Irving restasse a Brooklyn e, di fatto, accettare di essere il terzo violino della squadra, i Nets avrebbero un trio di attaccanti che nessun’altra squadra può vantare e diventerebbero difficilmente contrastabili nella metà campo offensiva. Nonostante questo però, anche nella metà campo preferita dai big three di Brooklyn ci sono delle incognite, tutte legate alla chimica di squadra: Kyrie Irving e James Harden accetteranno di alternarsi nel giocare off the ball e muoversi in una determinata maniera in attacco? Kevin Durant ha già dimostrato di poter essere letale anche in questa maniera, lontano dalla palla, ma i dubbi sulle due guardie dei Nets ci sono.
Inoltre, i Brooklyn Nets dopo la trade di James Harden si ritroverebbero praticamente senza supporting cast oltre a Joe Harris e Jeff Green e anche con una second unit pressoché inesistente sotto l’aspetto delle garanzie e della qualità. L’unico centro a roster è al momento DeAndre Jordan, il quale tra l’altro non garantisce un buon rendimento soprattutto ai playoffs, di conseguenza mancherebbe un centro all’altezza del contesto.
Se invece i dubbi dovessero risolversi tutti, o almeno la maggior parte, in modo positivo per Brooklyn, trovando magari buone risposte da giocatori inaspettati nella second unit (mi viene in mente Tyler Johnson ad esempio), allora i Nets sarebbero una seria candidata alla vittoria del titolo NBA.
Come escono le squadre dalla trade
L’impressione, come detto in precedenza, è che questo intreccio di mercato abbia permesso a tutte le squadre di guadagnare qualcosa sotto alcuni aspetti, o economici o tecnici o in prospettiva. Di conseguenza si fatica a trovare una sola vincitrice della trade, perché tutte e quattro le squadre hanno effettuato delle mosse interessanti.
Cleveland ha un futuro potendosi permettere di liberarsi del contrattone di Drummond, Indiana è scesa al di sotto della soglia della luxury tax ed ha anche guadagnato un giocatore affidabile e che può finalmente affermarsi ad altissimi livelli avendo più responsabilità come LeVert, Houston ha gettato le basi per costruire il suo futuro e si trova anche nel presente con un roster rispettabile e che potrà dire la sua almeno nella corsa al play-in, mentre Brooklyn ha guadagnato in ogni caso, cadendo in piedi sia se Irving dovesse andar via e sia se invece i big three dovessero diventare realtà e non soltanto una bellissima illusione.