Dopo la sconfitta elettorale del “nemico” Donald Trump, LeBron James e i Los Angeles Lakers campioni NBA in carica dovrebbero riprendere la tradizione interrotta nel quadrennato Trump della visita alla Casa Bianca riservata ai vincitori di uno dei quattri maggiori campionati sportivi USA.
Dal 2016, anno della vittoria di Trump, gli allora campioni in carica Golden State Warriors avevano interrotto la cosuetudine, seguiti quindi dai Cleveland Cavs dello stesso James, e dai Toronto Raptors nel 2019, sempre in aperta polemica con il presidente (da Steve Kerr a LeBron, a Steph Curry e Draymond Green).
Con il prossimo insediamento di Joe Biden, la cui corsa alle presidenziali è stata pubblicamente supportata anche da LeBron James, dovrebbe dunque tornare le visite alla Casa Bianca interrotte dopo la presidenza Obama. L’insediamento del 46esimo presidente degli Stati Uniti si terrà il 20 gennaio, i Lakers non hanno in questo momento trasferte a Washington in calendario (potrebbero recuperare nella secnda metà della stagione NBA che prenderà il via dal 10 marzo) e anche la situazione sanitaria inciderà sulla decisione di tenere l’incontro di rito.
Lakers: LeBron e Davis sui fatti di Washington: “Abbiamo buttato 4 anni”
Nel frattempo i Los Angeles Lakers hanno perso contro i San Antonio Spurs allo Staples Center la loro terza partta stagione interrompendo una serie di 4 vittorie di fila. Gli Spurs hanno riaccolto LaMarcus Aldridge autore di 28 punti in 31 minuti e vinto per 118-109 grazie anche all’apporto dalla panchina di Rudy Gay e Patty Mills, e di un Dejounte Murray da 18 punti con 8 assist.
Per LeBron James una prova da 27 punti con 12 assist in 35 minuti di gioco. Dopo la partita LeBron ha parlato dei fatti di Washington DC e dell’invasione del palazzo del Congresso di un gruppo di sostentori di Donald Trump, un’azione dimostrativa di fatto aizzata dalle parole del presidente uscente nella giornata di mercoledì e che ha provocato scontri, arresti e anche 4 vittime.
“Viviamo in due americhe diverse, e ieri (mercoledì, ndr) ne è stata la dimostrazione. E se ancora non capisci questo nonostante tutto quello che è successo, allora devi proprio fare non uno, non due ma dieci passi indietro e chiederti se è davvero questo che vuoi per i tuoi figli e nipoti, è così che vuoi che l’America sia vista? Se fossero stati dei cittadini neri a fare quello che hanno fatto, come sarebbe andata a finire? Lo sappiamo tutti perché abbiamo già visto cosa succede quand quelli come noi si avvicinano anche solo alla capitale, figuriamci invadere le aule, i corridoi e gli uffici“.
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Anthony Davis rincara la dose e richiama uno dei tanti infausti inviti via Twitter di Donald Trump all’ordine durante gli scontri tra manifestanti di Black Lives Matter e la polizia in estate, il tristemente famoso slogan: “When the looting starts, the shooting starts“. “Se non erro, quei manifestanti hanno fatto esattamente questo, ovvero rubare e saccheggiare. Però loro sono stati accompagnati alla porta. Un vero schaffo in faccia per noi, siamo tornati indietro di anni. Che ci siano due standard è evidente, un gruppo invade il Congresso e viene accompagnato fuori come se nulla fosse“.
“Questi sono stati 4 anni che nessuno ci ridarà indietro“, prosegue James “Li abbiamo buttati, sprecati (…) eleggendo Kamala Harris e Joe Biden abbiamo fatto un passo in avanti“.