Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Portland Trail Blazers, è finale di Conference 19 anni dopo Rasheed Wallace

Portland Trail Blazers, è finale di Conference 19 anni dopo Rasheed Wallace

di Michele Gibin
portland trail blazers

Con la vittoria al Pepsi Center di Denver, i Portland Trail Blazers di C.J. McCollum sono diventati una delle 29 squadre nella storia dei playoffs NBA a trionfare in una gara 7 in trasferta.

29 su 133 “tentativi”. Gli ultimi a riuscirvi prima dei Blazers i Golden State Warriors, che si imposero al Toyota Center di Houston, ed i Cleveland Cavaliers vincitori al TD Garden di Boston, entrambe nel 2018.

L’ultima gara 7 disputata dai Portland Trail Blazers finì in una pesante sconfitta in finale della Western Conference contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O’Neal, Kobe Bryant e coach Phil Jackson nel 2000. Quella sconfitta decretò la fine dei sogni di gloria per una squadra zeppa di talento (Rasheed Wallace, Damon Stoudamire, Steve Smith, Brian Grant ed un “attempato” Arvydas Sabonis) ma problematica, e che mai seppe ripetersi a simili livelli.

I Blazers sono riusciti nell’impresa di riaggiustare una serie compromessa dopo la disfatta di gara 5 a Denver, un 125-98 perentorio nella partita storicamente considerata “pivotal”, centrale per una serie di playoffs fissa sul 2-2.

Gli uomini di coach Stotts hanno violato due volte in quattro partite il quasi inespugnabile Pepsi Center di Denver, mostrando un carattere forgiato dalle recenti (e cocenti) delusioni che le ultime due post-season avevano riservato alla franchigia dell’Oregon.

Questo dice molto di cosa siamo diventati” Così Damian Lillard, autore di una partita difficilissima al tiro (3 su 17 per 13 punti) ma lucida sui due lati del campo, nonostante la pressione difensiva asfissiante dei Nuggets “Parla del carattere di questa squadra, e di questa organizzazione. Quattro anni rimaneggiammo la squadra ed in tanti fecero in fretta a scaricarci. Noi stessi, all’epoca, non potevamo sapere cosa il futuro ci avrebbe riservato, abbiamo cercato di instaurare un sistema virtuoso: lavorare duro, credere nel proprio compagno. Ci siamo riusciti, con lo sforzo di tutti“.

In caso di sconfitta, difficilmente “l’opinione pubblica” avrebbe risparmiato critiche a Lillard, che dopo un primo tempo da 1 su 12 al tiro ha avuto la presenza di spirito di affidarsi al caldissimo C.J. McCollum. A credere appunto nel proprio compagno di squadra.

Avere due giocatori così compatibili è un lusso” Coach Stotts si gode le sue due starEntrambi possono indirizzare una partita: Lillard in un modo, C.J. (McCollum, ndr) in un altro. Oggi Dame (Lillard, ndr) ha fatto fatica in attacco, ed ecco che McCollum ha saputo subentrare“.

Il protagonista di serata C.J. McCollum spiega nel post gara di aver ricevuto consigli preziosi da Errick, fratello maggiore e giocatore a sua volta in Europa (Efes Instanbul e Unics Kazan): “Non ti accontentare, trova i tuoi tiri dalla media distanza ed attacca il ferro”. Ed il prodotto di Lehigh ha eseguito: con Gary Harris e Torrey Craig spesso sulle piste di Lillard, McCollum ha attaccato senza sosta la marcatura di Jamal Murray, spezzato puntualmente i raddoppi dopo ogni pick and roll centrale e chiuso attaccando il canestro.

17 su 29 al tiro per McCollum, con soli 3 tentativi al tiro da tre punti ed un solo viaggio in lunetta: “C.J. era caldo, e quando lo vedo così faccio in modo di fargli avere il pallone, senza forzare soluzioni per me” Ancora Damian Lillard.

La grande serata dei Blazers è stata la grande serata di Evan Turner, veterano con alle spalle due gare 7 in carriera (Indiana Pacers e Boston Celtics), e che prima della palla due aveva raccolto la miseria di 3 canestri ed un solo tiro libero a bersaglio nell’intera serie. Con l’infortunio di Rodney Hood ed i problemi di falli di Zach Collins, coach Stotts si è affidato all’esperienza dell’ex Ohio State, che ha ripagato la fiducia con una prova da 14 punti, 7 rimbalzi e 8 su 9 ai tiri liberi in 19 minuti.

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