Si può essere espulsi per aver gridato contro un proprio compagno di squadra in campo? E’ quello che è successo a Draymond Green dei Golden State Warriors nel primo tempo della partita, poi persa, contro i New York Knicks al Chase Center di San Francisco.
Gli Warriors hanno ceduto contro i Knicks di R.J. Barrett, Julius Randle e di un Mitchell Robinson quasi perfetto, che vince il duello a centro area con James Wiseman, ma hanno dovuto affrontare tutto il secondo tempo della partita senza Draymond Green, cacciato per una svista arbitrale piuttosto grossolana.
Con ancora un minuto da giocare nel secondo quarto, Green sbaglia un passaggio in post medio verso Wiseman e tornando in difesa riprende il suo rookie per non aver preso posizione. Uno dei tre arbitri, John Butler, sente Green alzare la voce e pensando a ua protesta per un fallo non fischiato affibbia un fallo tecnico all’ala degli Warriors, il secondo.
Warriors: Kerr, Curry e Green commentano l’espulsione: “Svista evidente”
Green deve lasciare la partita, a fine gara Steve Kerr ha spiegato che il capo terna Ben Taylor si è scusato durante l’intervallo per la svista del collega arbitro: “Mi ha detto che è stato un errore, l’arbitro ha pensato che Green stesse urlando contro di lui. Certo non averlo in campo nel secondo tempo non ci ha autato però stavamo giocando già piuttosto male per cui non parlerò dell’arbitraggio. Siamo stati poco disciplinati in difesa, dobbiamo riuscire a difendere senza fare così tanti falli“.
41 i tiri liberi tentati dai Knicks (8-8), Julius Randle non ha tirato bene ma ha sfiorato ancora la tripla doppia chiudendo a quota 16 punti, 17 rimbalzi e 9 assist. Il migliore in casa NY è stato però R.J. Barrett, autore di una gara da 28 punti con 10 su 17 al tiro.
Parla di arbitro “confuso” Steph Curry a fine gara “Green aveva già un fallo tecnico e lo sapeva, stava solo parlando con James (Wiseman, ndr), Draymond è sempre molto intenso con lui. A me era sembrato piuttosto ovvio in campo, credo si sia trattato solo di sfortuna. Guardiamo avanti. Se la reputazione di Green ha influito? Non può certo influire sugli arbitri, siamo tra persone adulte e bisogna solo pensare a quella partita. Solo John (l’arbitro, ndr) lo sa e può rispondere a questa domanda“.
Draymond Green dal canto suo chiede una revisione della regola sull’istant replay, in modo che possa comprendere anche casi come quello della sua espulsione: “Sono un poco confuso, gli arbitri possono parlare di tutto in campo per tutta la gara ma quando si parla di un falo tecnico che è chiaramente la chiamata sbagliata, non possono andare a rivedere la cosa? Forse è il caso di riscrivere la regola. Un po’ più di chiarezza non farebe male“.
Anche James Wiseman conferma la versione di Green e Kerr “Stavo prendendo posizione e Green ha passto il pallone troppo presto, è stato uno di quei momenti i cui gridi ‘prendi quella palla!’ e cose così. Non è successo nient’altro. Anche io sono rimasto un po’ confuso“.
Senza Green, Golden State ha concesso ai Knicks 119 punti, New York era già partita forte con 40 punti nel solo primo quarto con un Reggie Bullock infallibile dalla lunga distanza, Steph Curry ha segnato 30 punti ma con 5 su 14 a tiro da tre, ancora male Kelly Oubre Jr con 2 su 11 dal campo, infine 8 minuti di gioco per Nico Mannion che non ha segnato ma ha chiuso con 4 assist.