Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsMilwaukee Bucks Giannis: “Non chiamatemi MVP finché non lo vincerò di nuovo l’anno prossimo” e giura fedeltà ai Bucks

Giannis: “Non chiamatemi MVP finché non lo vincerò di nuovo l’anno prossimo” e giura fedeltà ai Bucks

di Lorenzo Brancati
From the Corner

Giannis Antetokounmpo ha appena concluso un’annata che gli è valsa il titolo di MVP della lega. Ha portato i Milwaukee Bucks a chiudere la stagione regolare con il miglior record dell’intera NBA: 60-22. Il greco ha fatto registrare 27.7 punti, 12.5 rimbalzi e 5.9 assist a notte, provvedendo anche a 1.5 stoppate e 1.3 palle rubate, che gli sono valse il primo quintetto “All-Defensive”.

Ora, quasi un mese dopo la premiazione, il giocatore ha voluto festeggiare con i suoi fan il riconoscimento ottenuto. Si sono presentati in ben 20 mila, per dimostrare a Giannis tutto l’affetto che la città di Milwaukee nutre per il proprio MVP.

A proposito di essere riconosciuto come tale, il greco ha avuto una richiesta particolare da fare ai suoi tifosi:

“Per favore… Dopo oggi non chiamatemi più MVP, almeno finché non lo vincerò di nuovo l’anno prossimo!”

Una dichiarazione sicuramente forte e forse sopra le righe, ma che testimonia la voglia di migliorare e la fame di vittorie che hanno portato il numero 34 ad essere dove si trova oggi. I Bucks sono stati fermati da Kawhi Leonard e compagni durante le ultime finali di Conference, e quest’anno punteranno senz’altro a migliorarsi. E potranno essere sicuri di farlo con il loro MVP in squadra, almeno per qualche stagione, ancora. Due giorni fa, infatti, è stato ospite di un evento videoludico e ha risposto anche a domande relative al suo futuro in NBA:

“Penso di essere al 60% del mio potenziale. Se mi dovessi trovare alle finali come l’anno scorso voglio essere pronto a fare ancora meglio. (…) Il mio obiettivo rimane lo stesso: migliorare, vivere le cose giorno per giorno. E poi, come obiettivo finale quello di vincere l’anello.”

Per quanto concerne i rapporti con Milwaukee, ha affermato:

“Finché siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda, e concentrati verso quell’obiettivo (L’anello, ndr), perché non rimanere qui per 20, 25 anni da giocatore? E poi magari rimanere nello staff di allenatori? L’importante è che tutti abbiamo gli stessi obiettivi, dobbiamo essere concentrati sul vincere il titolo. (…) Voglio essere parte di una squadra vincente. Finché abbiamo tutti la stessa impostazione mentale e lo stesso approccio al gioco non vedo perché dovrei andarmene e perdere la possibilità di essere come Steph Curry, Dirk Nowitzki, Kobe Bryant o Tim Duncan.”

I presupposti per un rapporto duraturo, dunque, ci sono tutti. I Bucks si stanno impegnando a mantenere la squadra ad un livello abbastanza alto per poter lottare per il titolo, e Giannis, l’MVP, sta facendo di tutto per migliorarsi ancora. Se entrambe le parti dovessero continuare così, il greco potrebbe diventare davvero il simbolo di una franchigia che prima di lui è stata rappresentata, e portata al titolo, da giocatori come Oscar Robertson e Kareem Abdul Jabbar, senza dimenticare il più recente Ray Allen.

Comunque, solo il tempo potrà dirci se l’organizzazione si stia muovendo nella giusta direzione, e se Antetokounmpo sia davvero solo al 60% del suo potenziale. Qualora il greco dovesse ancora sbloccare un ulteriore 40% di sé, potrebbe diventare un giocatore estremamente dominante. Ciò sulla base del fatto che abbia vinto l’MVP e portato i suoi a sfiorare le Finals senza brillare al tiro da tre o dalla lunetta. La NBA è avvertita, qualora Giannis migliorasse davvero così tanto al tiro diventerebbe un problema per tutti.

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