Le ripassate e le critiche subite dai suoi Warriors a inizio stagione sono servute da stimolo a Steph Curry, che per una sera mette tutto e tutti a tacere al Chase Center di San Francisco e con 62 punti travolge i Portland Trail Blazers.
Curry e gli Warriors vendicano la pesante sconfitta di due giorni prima con una prova da 137 punti segnati, Steph sigla il suo massimo in carriera per punti, naturalmente il massimo di punti mai realizzato da un giocatore nel giovane Chase Center. 62 punti equamente distribuiti tra primo e secondo tempo, 8 su 16 al tiro da tre, 18 su 19 ai tiri liberi e anche 4 assist in 36 minuti di gioco. Gli Warriors tutti traggono energia dal loro leader e anche Kelly Oubre Jr e soprattutto Andrew Wiggins si lasciano alle spalle le difficoltà, almeno per una notte. James Wiseman continua invece a mostrare l’enorme potenziale a disposizione e chiude con una doppia doppia 12 punti e 11 rimbalzi.
Ad alimentare la voglia di Steph Curry c’è anche il rientro di Draymond Green, che aveva rotto il ghiaccio in “gara 1” della miniserie contro i Blazers due giorni fa e che termina la sua partita con un solo punto, ma con 8 assist e un +22 di plus\minus.
Golden State ha fretta di restituire ai Blazers la batosta di due giorni prima, e al contempo Portland alla quarta trasferta consecutiva non regge l’urto: gli Warriors tirano con oltre il 55% dal campo e dominano a rimbalzo (53-40), Jusuf Nurkic è in affanno fisico e non riesce letteralmente mai a finire sotto canestro (3 su 10 al tiro), Enes Kanter lo sostituisce in attacco con 24 punti ma in difesa è troppo morbido. Damian Lillard prova nel terzo quarto a ingaggiare a duello Steph Curry ma i Blazers non tornano mai a meno di 9 lunghezze di svantaggio (112-103 a inizio quarto periodo). Ogni volta che Portland tenta di rifarsi sotto è sempre Curry a tenere le distanze marcato da Gary Trent Jr, da Lillard o da Derrick Jones Jr senza effetto.
Steph Curry dopo i 62 punti: “Le critiche? I took it personally…”
“Come nel meme di Michael Jordan, I took it personally, l’ho presa sul personale“, scherza ma non troppo Steph Curry nel dopo partita. “Le critiche? Nono sono certo uno che si scoraggia, ho molta fiducia in ciò che sono. In campo non esiste nulla che si possa dire di me che possa scalfire ciò che penso. Alla fine, chi mi conosce conosce il mio percorso e sa cosa mi rende quello che sono, cosa mi stimola ancora del gioco, e tutte le sfide che anche dopo 12 stagioni si presentano, e io amo tutto del gioco, la competizione e la sfida, e non mene sottraggo“.
“Le sconfitte? perdere come abbiamo fatto noi non è mai bello, ma si vede la luce spuntare un po’ ovunque. Stasera è stato speciale“.
La partenza poco brillante dei Golden State Warriors ha avuto l’effetto di scatenare “dubbi” sull’effettiva sostanza di Steph Curry, un due volte MVP e tre volte campione NBA, di saper guidare una squadra che non fosse un superteam con un gruppo di stelle al proprio fiancho (Klay Thompson, Kevin Durant, Andre Iguodala e Green). Dopo l’infortunio di Thompson, l’obiettivo realistico di Steph e compagni è diventato l’accesso ai playoffs, e nonostante le sbandate di inizio stagione la rotta è ancora giusta.
Draymond Green ci avrebbe scomesso sulla serata speciale di Curry: “Si vedeva, lui certe voltre si diverte a cazzeggiare col pallone in campo, ma oggi niente giochini. Ha attaccato e tirato e nient’altro. Bastava guardarlo negli occhi (…) quando si come lui le persone non vedono l’ora di poterti fare a pezzi, ognun cerca le sue ragioni per farlo, che sia l’MVP delle finali o la storia che ‘non hai mai trascinato una squadra’. Nel 2015 se non sbalio fu esattamente quel ce fece. Steph è stato il leader del nostro gruppo sin da quand sono qui, per cui non so davvero da dove vengano queste critiche, e non mi importa nemmeno“.
“A inizio partita ho peso in disparte Kevon Looney e gli ho detto: stasera solo blocchi per lui, non la passa. Ha giocato da uomo in missione“.
Coach Steve Kerr vede i primi risultati de lavoro con un fruppo di giocatori nuovo, e parla per Steph Curry di “prestazione brillante, come sempre allenarlo è un privilegio, lo abbiamo già visto così tante volte giocare così alla vecchia Oracle Arena e ora qui, siamo fortunati ad averlo come leader“.
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