Riuscireste a descrivere in due parole un talento puro, una persona umile, intelligente, attaccata per quattro anni alla maglia di una sola squadra e innamorato della Sardegna? Il suo nome è Travis Diener. Nato il primo marzo 1982 nel piccolo sobborgo di Fond du Lac, trascorre la sua infanzia tra laghi ghiacciati e corsi d’acqua abbondanti in un paesaggio mozzafiato come quello del Wisconsin, pieno di ricchezze naturali a non finire, cultura, musica, ma non solo. Poiché, come dovunque, non vengono mai a mancare le attività sportive e il piccolo Travis Lyle (ndr, secondo nome), fin dai primi anni di vita, inizia a darsi al football e all’hockey per poi svoltare definitivamente sulla palla a spicchi, all’età di 14 anni. Con la famiglia si trasferisce a Milwaukee per frequentare la Marquette University, ove incontra altri ragazzi seri e portati al sacrificio con i quali riesce a raggiungere le Final Four NCAA nel 2003. In quella squadra spiccavano soprattutto i nomi di Dwyane Wade e Steve Novak.
Dopo cinque fruttuosi anni di università, ecco che al Draft NBA 2005, al secondo giro, la chiamata arriva: sono gli Orlando Magic di Dwight Howard e Jameer Nelson a selezionarlo alla pick n° 38. Nella franchigia della Florida il genietto di Fond du Lac trascorre due anni, dal 2005 al 2007, con 49 presenze sul parquet.
Poi passa agli Indiana Pacers con cui affronta 3 stagioni, dal 2007 al 2010. E’ qui che Travis si mette maggiormente in mostra durante la sua esperienza nella massima lega americana: nel suo primo anno in terra di Indianapolis parte ben 21 volte in quintetto e chiude con medie di quasi 7 punti e 3,8 assist a partita, facendo registrare anche 17 punti in un match di RS contro Toronto (suo career-high). A gennaio 2010 si trasferisce nella RIP City, ai Portland Trail Blazers, con cui gioca anche due partite nei playoff, ma si tratta di un’avventura poco stimolante visto che mette il piede in campo solo 7 volte e sempre in situazioni di garbage-time. Ciò lo motiva a cercare un’opportunità nel Vecchio Continente, magari in un campionato competitivo dove poter giocare un ruolo da protagonista.
Il 28 giugno 2010 firma dunque un contratto con la Dinamo Sassari del presidente Stefano Sardara, fresco di promozione in Lega A. Fu quella la base di un percorso durato ben quattro anni in terra sarda, una piccola grande isola che assaggiava per la prima volta la massima serie dopo 50 anni dalla fondazione della società Dinamo, e la presenza di “Ala-Diener” non poteva essere che un valore aggiunto da subito, fin dalla prima storica annata di Sassari in Serie A.
Ora esce fuori il vero carisma cristallino di un ragazzo fermato dalle mille vicissitudini della NBA e arrivato in Europa per dare una svolta alla sua carriera. Al primo anno in maglia biancoblu Diener gioca 28 gare su 28 in quintetto e trascina i suoi al sesto posto al termine della regular season. Ai playoff però l’esperienza paga e la compagine sarda è fuori già al primo turno.
E’ necessario qualche innesto importante in casa Banco di Sardegna in un’estate pressoché “tranquilla” sotto il punto di vista del mercato in Serie A. La soluzione? Diener 2.0. Ecco sbarcare al PalaSerradimigni il cugino Drake, reduce da 2 stagioni con la maglia di Teramo, il quale porta fiducia all’ambiente e carica ancora di più Travis a far meglio. Tutto va con serenità e le sue statistiche vedono un sostanziale miglioramento: 14,5 punti e 5,5 assist ad allacciata di scarpe, 4° posto in RS ed eliminazione ai playoff solo in semifinale contro i futuri campioni di Siena per gli isolani. Meglio di così si muore!
Stagione 2012/2013: l’esplosione. Il ragazzo del Wisconsin fa registrare la sua miglior stagione di sempre (career-high in tutte le statistiche, tranne che nei rimbalzi), culminata nella seconda piazza al titolo di MVP di regular season di Lega A dietro al solo Luigi Datome. Lui e il cugino Drake si trovano a pennello e trascinano la Dinamo fino alla seconda posizione nella griglia playoff, con anche una buona ma non fortunata esperienza in Eurocup, terminata ahimè subito. Peccato che la chimica di squadra creatasi durante l’anno si sia sciolta proprio sul più bello, in una rocambolesca serie dei quarti di finale contro Cantù, terminata 4-3 in favore dei brianzoli dopo gara 7 in un PalaSerradimigni ornato a festa come mai.
Sono questi i momenti dove i campioni escono veramente fuori. Così che, dopo un’atroce delusione, per tutta la società e in particolare per “Ala-Diener” è giunto il momento della consacrazione: un’estate in azzurro lo attende a mani aperte. Eh sì, perché nel frattempo il buon Travis aveva ottenuto il passaporto italiano per matrimonio, realizzando così il suo enorme desiderio dichiarato, ovvero quello di poter giocare un giorno in una nazionale. E così fu. Sfoggiò le sue enormi qualità a tutto il continente non riuscendo tuttavia a portare l’Italia ai mondiali di Spagna dell’anno successivo. Per un solo piazzamento.
Si trattava ovviamente solo del preludio a una nuova e entusiasmante stagione in maglia Dinamo, che ebbe l’acme storico in una data: 9 febbraio 2014. Primo trofeo nella bacheca del club con la Coppa Italia vinta al Forum di Assago in tre giorni di fuoco. Fiore all’occhiello di questo successo fu il diretto interessato, eletto MVP della manifestazione dopo aver segnato 19 punti nell’emozionante finale contro la Montepaschi Siena.
Nello stesso periodo il campionato porta con sé sempre nuove soddisfazioni per lui, anche se molti infortuni lo frenano e non poco. In Eurocup la corsa dei ragazzi di coach Sacchetti si ferma ai quarti di finale, mentre ai playoff di Lega A, come due anni prima, i campioni d’Italia dell’EA7 Milano fanno fuori Sassari in semifinale.
Proprio il giorno dopo la sconfitta in gara 6 contro Milano, precisamente il 10 giugno 2014, esce il comunicato ufficiale sul sito del Banco di Sardegna Sassari: Travis Diener si ritira definitivamente dall’attività agonistica.
Chissà quanti avranno pianto a leggere o sentire questa notizia. Fatto sta che Travis Diener rimane e rimarrà sempre “Ala-Diener”, un ragazzo che ha spaziato durante la sua carriera cestistica dal Wisconsin alla Florida, con tanta tanta Italia in comune. Chissà se tra qualche anno lo vedremo su qualche panchina prestigiosa o magari diventerà un noto dirigente di mercato NBA o NCAA.
Nonostante tutto, questo è il Travis Diener giocatore che tutti conosciamo e di cui abbiamo ammirato a lungo le gesta.
In bocca al lupo per tutto, ma soprattutto…
Buona vita Champion!