Nel 2002 Rico Hines si laurea all’università di UCLA con una tesi basata sulla storia degli Afro-Americani e 4 anni dopo entrerà nello staff di Coach Don Nelson in QUEI Golden State Warriors! Quelli del Barone e di Steph I (Jackson).
Nonostante sia assistente di Steve Lavin a St. Johns fino al 2015, la sua intera vita personale e cestistica è strettamente legata al sole Californiano. Infatti ora è assistente allenatore degli Stockton Kings, già conosciuti come Reno Bighorns e militante nella NBA G-League (che Gatorade ci tiene e gli americani sono i primi sul Marketing).
Ma perchè vi dico di Rico Hines? Vi dico di questo gentil signore in quanto usa organizzare una Open Run ad UCLA, dove rookies ed MVPs sono a stretto contatto per un’intera settimana.
Uno di questi Rookies porta in grembo le speranze dei tifosi della capitale californiana e sulla patente ha il nome di Marvin Bagley III.
La settimana è fitta, ci si allena spesso e con grande intensità. Insieme a Bagley, giusto per non lasciarlo solo, era presente in palestra anche Z-Bo, Zach Randolph, che sarà comunque il titolare nello spot di Ala Grande. Bagley ha lasciato una ottima impressione negli occhi degli astanti: grande energia, ottima corsa per tutto il campo, buona coordinazione per segnare da sotto. Rico Hines è rimasto pienamente soddisfatto.
Sono magari piccole cose che però rincuorano sperando nel suo futuro, che poi combacia con quello dei Kings. Da seconda scelta assoluta è stato immediatamente bollato da tutti, forse più qua che la, per lo scempio di non aver scelto Luka Doncic (che a me non avrebbe fatto schifo). Gli viene imputato soprattutto il fatto di non essere un giocatore fatto e finito, di essere troppo magro e troppo grezzo.
Come se a 19 anni si fosse già pronti a fare il Presidente degli Stati Uniti.
Beati quelli nati già imparati.