Home Italbasket Lega Basket, Moraschini: “Caso Sinner? Identico al mio”

Lega Basket, Moraschini: “Caso Sinner? Identico al mio”

di Federico Circhirillo
Moraschini, caso Sinner uguale al mio

In questi giorni è uscito alla ribalta il caso della positività nei test antidoping rimediata dal tennista Jannik Sinner nel torneo di Indian Wells di marzo. La sostanza proibita è il Clostebol, che non è stata assunta in maniera volontaria, ma per una poca attenzione del proprio fisioterapista. All’italiano è stata comunicata il 4 aprile scorso la positività con conseguente ricorso che fa sì che venga assolto e può continuare a giocare.

Una vicenda simile è successa nella pallacanestro italiana e ha coinvolto l’allora giocatore dell’Olimpia Milano Riccardo Moraschini. Era il 6 ottobre del 2021 quando risultò positivo ad un controllo antidoping dopo una gara di Eurolega. Il cestista decise di rinunciare alle controanalisi conscio delle cause però venne subito fermato dal TNA, acronimo del Tribunale Nazionale Antidoping. Dopo essere ascoltato a dicembre, gli è stata inflitta una condanna ad un anno di squalifica anche se il TNA non reputa l’assunzione della sostanza come un alterazione delle prestazioni sportive. Il valore che è stato trovato nel corpo di Moraschini è di 0.5 nanogrammi, che con ogni probabilità ne è venuto a contatto con la fidanzata che, dopo essersi tagliata in cucina, ha utilizzato uno spray cicatrizzante.

Caso Sinner, si sfoga Riccardo Moraschini

Su quanto accaduto al tennista Jannik Sinner ha parlato la guardia della Pallacanestro Cantù Riccardo Moraschini, che, come detto, ha subito una squalifica per la stessa cosa del numero 1 al mondo. Queste le sue dichiarazioni: “Ero ad allenarmi, mi ha scritto la mia ragazza perché aveva letto la notizia. Era furiosa. Io ho letto, ho guardato rapidamente, anzi. Mi è venuto da ridere: ma sapevo quanto fosse sbagliato questo sistema che mi ha rovinato la carriera, economicamente e sportivamente. Il nostro caso è identico, spiccicato: quantitativo bassissimo, ricondotto solo a contaminazione esterna. Entrambi siamo stati riconosciuti non consapevoli che una persona vicina a noi usava il farmaco preso in farmacia, nel mio caso la mia ragazza. Ma io ho pagato con un anno di squalifica e la sospensione“.

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