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Come funziona il salary cap della NBA

di Marco Tarantino
salary cap nba

Il salary cap NBA è un aspetto complesso e importante della struttura economica della lega. È una soglia massima che limita la quantità di denaro che le squadre possono spendere per gli stipendi dei giocatori, e svolge un ruolo importante nel determinare la competitività e l’equilibrio del campionato. Comprendere cos’è e come funziona il salary cap della NBA è fondamentale per chiunque desideri acquisire una comprensione più profonda della lega di basket USA, e dello sport americano in generale.

Il tetto salariale (salary cap) viene determinato ogni anno dalla lega e si basa su una data percentuale delle entrate totali della NBA. La percentuale è determinata dal Collective Bargaining Agreement (CBA) della NBA che viene negoziato tra la lega e il sindacato NBPA dei giocatori. Per la stagione 2022-2023, il tetto salariale è stato fissato a 123,65 milioni di dollari, e aumenterà fino a 134 milioni di dollari per il 2023-24 (stime).

Il salary cap non è un numero fisso, ma piuttosto un soft cap che consente alle squadre di superare tale soglia (il “tetto salariale” appunto) a determinate condizioni. Il tetto salariale è destinato a aumentare ogni anno, riflettendo le crescenti entrate della NBA. Tuttavia, non è sempre un processo semplice. Il tetto salariale può cambiare a causa di vari fattori come le entrate del campionato, il numero di squadre e la durata della stagione, e anche per contingenze economiche esterne, come ad esempio tra 2008 e 2009 quando il salary cap NBA subì una leggera contrazione (da 58 milioni a 57,7) a causa dell’impatto della crisi finanziaria negli USA, scoppiata a causa della “bolla” dei mutui subprime. tra 2019 e 2020, la crisi diplomatica tra NBA e Cina e la pandemia globale hanno causato una stagnazione del salary cap NBA, rimasto a quota 109 milioni di dollari.

Il salary cap ha un impatto significativo sulla competitività e sull’a parità e sull’equilibrio del campionato NBA. Il tetto salariale è progettato per impedire alle squadre che possono spendere di più, di dominare il campionato, dando la possibilità teorica a tutte le squadre di ingaggiare e trattenere i migliori giocatori. Le squadre che superano il tetto salariale sono penalizzate dalla tassa di lusso, la luxury tax, che rappresenta un costo aggiuntivo progressivo sulla quantità di denaro che le franchigie spendono oltre il limite. La luxury tax NBA viene utilizzata per ridistribuire ogni anno il denaro alle squadre che rimangono sotto tale soglia, per aiutarle a competere con le squadre che hanno i monti stipendi più alti.

Salary cap NBA e free agency

Il tetto salariale gioca anche un ruolo chiave nel processo di free agency della NBA. I giocatori free agent possono firmare con qualsiasi squadra che abbia lo spazio salariale sufficiente per soddisfare le loro richieste, ciò consente ai giocatori di scegliere la squadra che meglio si adatta alle proprie qualità ed esigenze e tende a creare un livello di parità competitiva tra le squadre.

Il tetto salariale NBA ha anche un impatto significativo sul mercato degli scambi. Le squadre che superano il tetto salariale devono pareggiare esattamente gli stipendi dei giocatori in arrivo via trade, il che rende più complesso per queste squadre effettuare scambi. Al contrario, i team che sono al di sotto del tetto salariale possono accettare in cambio contratti più onerosi rispetto a quelli dei giocatori ceduti nella trade, purché questi restino comunque al di sotto della soglia del salary cap.

Active cap e dead cap

Il monte stipendi delle squadre NBA (indicato in inglese come payroll) comprende tutti i giocatori sotto contratto con un team. Qui occorre fare una distinzione tra active cap (monte stipendi “attivo”) e dead cap (monte stipendi “inattivo”).

Per active cap si intendono i giocatori sotto contratto con una squadra, e che fanno parte del roster attivo tra contratti garantiti, two-way contract e contratti non o parzialmente garantiti. Tutti giocatori che in un dato momento possono essere inclusi in una trade. Non “pesano” sul monte stipendi annuale (e quindi sull’eventuale luxury tax) i giocatori firmati con contratti da 10 giorni (exhibit 10 contract) o con contratti per il training camp di pre-stagione.

Per dead cap si intende la porzione di monte stipendi di giocatori tagliati durante la stagione, ma i cui contratti “pesano” comunque sul totale. Si parla di cap “inattivo” o “morto” perché non è possibile includerlo in alcuna trade.

Cosa sono e come funzionano le eccezioni salariali al salary cap NBA

Il salary cap NBA è fondato come detto in precedenza sul concetto di soft cap, ovvero di tetto salariale “morbido”, flessibile e che prevede diverse eccezioni. Ecco una sintesi introduttiva delle eccezioni salariali NBA più comuni, e come funzionano:

  • mid-level exception (MLE): ogni anno, una squadra NBA ha a disposizione una MLE per mettere sotto contratto un solo giocatore per uno o più anni (di solito due, con il CBA vigente). l’ammontare della MLE dipende dalla situazione salariale della squadra, le squadre sotto alla soglia della luxury tax possono spendere di più rispetto a quelle che pagano la luxury tax per quella stagione
  • bi-annual exception: eccezione salariale che consente a una squadra di firmare un giocatore con un contratto di due anni (di solito 1+1) per una cifra minima totale secondo il CBA vigente di 3.69 milioni di dollari. Tale eccezione non può essere utilizzata in due stagioni consecutive
  • two-way contract: contratto con cui una squadra può firmare fino a due giocatori extra contemporaneamente, rispetto al roster principale di 15 giocatori, e “assegnarli” a una squadra della G-League (la propria affiliata o un’altra) per un dato periodo di tempo. Ogni squadra NBA può decidere in ogni momento di assegnare e richiamare dalla G-League il giocatore sotto contratto. Fino al 2021 il limite di durata di tale contratto era di 45 giorni totali (partite) spesi con la squadra NBA, prorogabile una sola volta e oltre il quale ogni squadra doveva decidere se mettere sotto contratto fino al termine della stagione, o rilasciare, tale giocatore. Oggi oltre la 50esima partita disputata con un two-way contract, un giocatore può firmare un contratto standard al minimo salariale con la sua squadra. I giocatori con un two-way contract NBA non sono utilizzabili ai playoffs
  • exhibit 10: contratto di 10 giorni (partite) tramite cui una squadra può ingaggiare in prova un giocatore, per poi decidere se confermarlo o tagliarlo. Tale contratto è estendibile una sola volta allo stesso giocatore, e il limite massimo concesso è di 6 exhibit 10 per squadra a stagione
  • disabled player exception (DPE): eccezione che può essere concessa a una squadra per sostituire a roster un giocatore infortunato e che salterà l’intera stagione. La DPE ammonta al 50% dello stipendio annuale del giocatore da sostituire, oppure all’ammontare della mid-level exception (MLE) per le squadre al di sotto della soglia della luxury tax, a seconda di quale delle due somme sia la minore. La DPE non pesa sul monte stipendi di una squadra
  • minimum salary exception: a ogni squadra NBA è concesso mettere sotto contratto giocatori al minimo salariale, per uno o due anni, anche se al di sopra del salary cap per la stagione in corso. Non esistono limiti al numero di questo tipo di contratti
  • traded player exception (TPE): è l’eccezione salariale che genere più dubbi a chi si avvicina o studia come funziona il salary cap NBA. Quando due o più squadre chiudono una trade, se una squadra possiede spazio salariale sufficiente può ricevere in cambio una traded player exception, che in linea di massima ammonta alla differenza tra i contratti in uscita e quelli in entrata. La squadra che la riceve, può usare tale eccezione per mettere sotto contratto un giocatore durante la free agency, oppure può scambiarla a propria volta in una seconda trade. Le TPE durano un anno a partire da quando vengono create, le squadre non hanno alcun obbligo di utilizzarle e possono accumularne più di una, e – cosa importante – le TPE non sono cumulabili, ovvero non si può attingere a due TPE diverse e “sommarle” per arrivare alla cifra necessaria per firmare un eventuale free agent. Ogni singola TPE può però essere utilizzata per mettere sotto contratto più giocatori, ovvero può essere “spezzettata” fino a usarla tutta, oppure solo una parte fino alla scadenza

Come si calcola la luxury tax NBA?

La luxury tax NBA (o tassa di lusso) è l’imposta progressiva che le squadre pagano ogni anno quando il loro monte stipendi (payroll) supera una certa soglia, che è calcolata sull’ammontare del salary cap annuale. Per esempio, nella stagione NBA 2022-23 il salary cap è fissato a 123 milioni, la luxury tax a 150 milioni, mentre per il 2023-24 il rapporto sarà 134 milioni e 162 milioni rispettivamente.

La luxury tax è progressiva: per ogni dollaro speso in più dai 5 milioni fino ai 9.99 milioni ogni squadra versa 1.75 dollari di tassa di lusso; dai 10 ai 14.99 milioni, 2.50 dollari; dai 15 ai 19.99 milioni, 3.25 dollari; oltre i 20 milioni, 3.75 dollari + 0.50 dollari per ogni 5 milioni. Per le squadre che finiscono in territorio della luxury tax per almeno due anni consecutivi (repeat offender) le sanzioni prima citate aumentano di un dollaro per ogni “scalone”.

Nel 2022-23 ad esempio i Brooklyn Nets pagheranno circa 108 milioni di dollari di luxury tax su uno sforo di circa 34 milioni, i Golden State Warriors circa 170 milioni su uno sforo di circa 39 milioni.

Il 50% dei proventi della luxury tax viene redistribuito ogni anno alle squadre che non la pagano, le squadre “virtuose”, secondo il CBA vigente.

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