In un altro articolo abbiamo spiegato come funziona il salary cap NBA e in cosa consiste, qui invece spiegheremo come funzionano i contratti nella NBA, come sono calcolati e quali sono i principi su cui si basano.
Con il vigente contratto collettivo di lavoro (Collective Bargain Agreement) nella NBA i giocatori firmano contratti che in genere durano da uno a cinque anni. La somma di denaro che un giocatore può guadagnare è determinata da diversi fattori, tra cui gli anni di esperienza, le prestazioni in campo, i riconoscimenti individuali e il salary cap.
Il salary cap o tetto salariale è come abbiamo visto l’importo massimo che una squadra può spendere per gli stipendi dei giocatori in una determinata stagione. Viene calcolato in base alle entrate del campionato della stagione precedente ed è diviso equamente tra tutte le squadre. Il tetto salariale per la stagione 2022-2023 ad esempio è fissato a 123 milioni di dollari.
Ogni squadra può avere un roster di un massimo di 15 giocatori, e a ogni giocatore viene assegnato uno slot (salary slot) di stipendio in base ai loro anni di esperienza nella lega. Gli slot di stipendio vanno dallo stipendio minimo NBA, che è di 925.258 dollari per un giocatore senza esperienza, al massimo e supermassimo salariale, che si basa su una percentuale del tetto salariale e può arrivare fino a 50 milioni di dollari per un giocatore con almeno 10 anni di esperienza.
Il contratto di un giocatore viene negoziato tra il giocatore e la squadra. Il contratto può includere vari incentivi e bonus basati sulle prestazioni del giocatore e su riconoscimenti individuali come nomine All-Star e All-NBA, i premi (MVP, DPOY, MIP etc) o al raggiungimento di determinati traguardi statistici o di partite giocate.
Oltre al tetto salariale, la NBA ha anche il proprio sistema di luxury tax. Se il monte stipendi totale di una squadra supera una certa soglia (fissata a 150,7 milioni di dollari per la stagione 2022-2023), la squadra è tenuta a pagare una luxury tax progressiva.
Il sistema dei contratti NBA e come vengono calcolati può essere pensato come un sistema a scaloni. Grazie a tale meccanismo, ogni giocatore NBA guadagnerà all’inizio il minimo consentito vista la sua situazione di ingresso nella lega (via draft, e se al primo o al secondo giro, oppure da free agent) e avrà l’opportunità teorica di guadagnare il massimo possibile grazie alle sue prestazioni individuali e ai riconoscimenti raggiunti.
Esistono tanti tipi di contratti NBA, tutti con nomi diversi e ciascuno con le sue regole specifiche: ecco quali sono e come si calcolano.
Rookie scale salary, il contratto dei rookie NBA
Il rookie scale salary NBA è una struttura salariale predeterminata che determina gli stipendi delle scelte al draft del primo giro in base alla loro posizione di selezione al draft. Più alta è la posizione, più alto è lo stipendio.
Il rookie scale salary è strutturato in modo da garantire lo stipendio per i primi due anni di contratto di un giocatore, mentre gli stipendi per il terzo e quarto anno sono delle team option. Se la squadra esercita l’opzione per il terzo anno, viene garantito lo stipendio per quell’anno, se esercita l’opzione per il quarto anno, viene garantito anche lo stipendio per quell’anno.
L’importo esatto dello stipendio di un giocatore è determinato dalla posizione in cui viene scelto al draft e dal tetto salariale per quella stagione. Gli stipendi dei rookie scelti al primo giro si basano su una percentuale del tetto salariale, con scelte al draft più alte che ricevono una percentuale più alta. Ad esempio, per la stagione 2021-2022, il contratto da rookie per la prima scelta assoluta era di 8,1 milioni di dollari, mentre lo stipendio per la trentesima scelta assoluta, l’ultlima del primo giro, era di 1,5 milioni. Gli stipendi da rookie aumentano in ogni anno del contratto, ma la percentuale che occupano sul salary cap resta la medesima.
È importante notare che il rookie scale salary NBA è sempre uno stipendio minimo, e che le squadre NBA non possono proporre da subito a una loro prima scelta un altro contratto, a meno che questo non avvenga almeno 3 anni dopo la scelta, e a patto che al momento della scelta il giocatore non fosse stato ovviamente messo sotto contratto. Dopo la scelta, una squadra ha al massimo 2 anni di tempo per mettere sotto contratto il giocatore selezionato tramite il rookie scale salary, passati i 2 anni i giocatore diventa un unrestricted free agent e può firmare con qualsiasi altra squadra.
Nella NBA ci sono casi di giocatori scelti al primo giro al draft, che non hanno mai firmato però un contratto con la squadra che li aveva selezionati. Nel 2011 lo spagnolo Fran Vasquez fu scelto dagli Orlando Magic con la chiamata numero 11, ma scelse di non giocare nella NBA per restare in Spagna, e comunicò la sua decisione solo dopo il draft per la sorpresa dei Magic. Vasquez non avrebbe mai giocato nella NBA. Un altro caso è quello di Royce White, scelto dagli Houston Rockets con la 16esima scelta assoluta al draft NBA 2012 ma che non ha mai vestito la maglia dei Rockets. White soffriva di problemi d’ansia, resi pubblici, e il suo rapporto con i Rockets si è deteriorato per problemi legati alla sua salute mentale. I Rockets alla fine lo avevano ceduto ai Philadelphia 76ers nel 2013, anche White non avrebbe mai giocato nella NBA.
Rookie scale extension, come funziona e come si calcola
Le squadre NBA hanno un diritto di prelazione sui giocatori che hanno scelto al draft al primo giro negli anni passati, e possono estendere il loro contratto tramite la rookie scale extension. Come funziona?
La rookie scale extension NBA è un modo per le squadre di firmare i loro giocatori con contratti a lungo termine dopo la scadenza dei loro contratti iniziali da rookie. Queste estensioni sono disponibili solo per i giocatori che sono stati scelti al primo giro al draft NBA e hanno completato i primi 3 anni di contratto da rookie.
Il valore di una rookie scale extension è determinato da una formula complessa che tiene conto delle prestazioni del giocatore durante i primi tre anni nella NBA, nonché del tetto salariale previsto per le stagioni a venire. La durata massima di tale estensione è di 5 anni e l’estensione può essere firmata durante una specifica finestra di tempo, prima della quarta stagione del giocatore nella NBA. Lo stipendio massimo che un giocatore può guadagnare attraverso la rookie scale extension è determinato dagli anni di esperienza NBA del giocatore e dalle sue prestazioni nelle prime tre stagioni. Ad esempio, un giocatore che è stato nominato in una squadra All-NBA o ha vinto un premio NBA (ad esempio il Rookie of the Year) può diventare eleggibile per uno stipendio massimo più alto rispetto a un giocatore che non ha ricevuto tali riconoscimenti.
Una volta che un giocatore firma un’estensione da rookie, è sotto contratto con la propria squadra per la durata dell’estensione. La squadra mantiene i suoi diritti Bird, e può scambiarli o rilasciarli, ma il giocatore non può diventare free agent fino alla scadenza dell’estensione.
Nel complesso, la rookie scale extension è progettata per consentire alle squadre di conservare i loro giovani talenti e fornire una misura di stabilità finanziaria per i giocatori che hanno ottenuto buoni risultati nei loro primi anni NBA.
Massimo e supermassimo salariale
I contratti al massimo e supermax (supermassimo) salariale sono tipi speciali di contratti NBA disponibili per determinati giocatori in base alle loro prestazioni ed esperienza nel campionato.
Un contratto al massimo massimo salariale è lo stipendio più alto che un giocatore NBA può ricevere in base ai suoi anni di esperienza nel campionato. Ad esempio, un giocatore con meno di 6 anni di esperienza può ricevere fino al 25% del salary cap totale della squadra, un giocatore tra i 7 e 9 anni di esperienza il 30% mentre un giocatore con più di 10 anni di esperienza può ricevere fino al 35% del salary cap totale. La percentuale esatta è determinata dagli anni di esperienza del giocatore ed è negoziata tra il giocatore e la squadra.
Un contratto supermax è un tipo speciale di contratto massimo disponibile per determinati giocatori che soddisfano determinati criteri. Nello specifico, un giocatore deve soddisfare uno dei seguenti criteri per poter beneficiare di un contratto supermax:
- Essere nominato in una squadra All-NBA nella stagione più recente o in 2 delle ultime 3 stagioni
- Essere nominato MVP in una qualsiasi delle 3 stagioni precedenti
- Essere nominato difensore dell’anno NBA in una delle 3 stagioni precedenti
Se un giocatore soddisfa uno di questi criteri, ha diritto a ricevere un supermax contract, che gli consente di guadagnare fino al 35% del tetto salariale, indipendentemente dai suoi anni di esperienza.
I supermax contract sono progettati per incentivare i giocatori più forti, le superstar, a rimanere con le loro squadre attuali piuttosto che lasciare da free agent. Aiutano anche le squadre a mantenere i loro migliori giocatori offrendo loro uno stipendio più alto di quello che potrebbero ricevere da altre squadre.
Contratti NBA: la Designated Player Rule
Sin dal 2011, ogni squadra NBA può indicare un giocatore con un contratto da rookie come “Designated Player“. Un giocatore “designato” è eleggibile per un’estensione del contratto di 5 anni, invece di essere tenuto allo standard di 4 anni.
Dal 2011 fino alla stagione 2016-17, una squadra poteva indicare un solo Designated Player alla volta (se una squadra aveva già esteso un contratto da rookie utilizzando l’estensione Designated Player, non poteva creare un secondo contratto dello stesso tipo fino a quando il primo contratto non fosse scaduto o fino a quando il giocatore non fosse stato ceduto a un’altra squadra). Il CBA del 2011 ha consentito alle squadre di prelevare via trade un secondo Designated Player da un’altra squadra oltre a quello che già avevano “in casa”. Tutte le squadre erano limitate ad avere un massimo di due Designate Player a roster in qualsiasi momento.
Col contratto collettivo di lavoro in vigore, dal 2017, tale limite è ancora in essere ma con una differenza: il contratto da Designated Player può essere esteso anche a un giocatore che non viene da un contratto da rookie, i due contratti destinati al Designated Player possono essere quindi distribuiti senza restrizioni a un rookie, un veterano e\o a un giocatore arrivato via trade.
La Derrick Rose Rule
Dal nome dell’ex giocatore dei Chicago Bulls e MVP NBA 2011, la Derrick Rose Rule permette a un giocatore scelto come Designated Player e con ancora un contratto da rookie di avere un contratto al massimo salariale più alto di quello previsto coi parametri sopra indicati. Derrick Rose è stato il primo giocatore a poter beneficiare di questo tipo di estensione di contratto.
La regola si applica ai giocatori che hanno un contratto da rookie e sono stati nominati NBA Rookie of the Year, sono stati selezionati in una squadra All-NBA o sono stati votati come titolari all’All-Star Game nella loro prima o seconda stagione. Questi giocatori possono firmare un’estensione del contratto fino al 30% del salary cap totale a partire dalla loro quarta stagione,
L’idea alla base della Derrick Rose Rule è quella di premiare i giocatori giovani e che hanno mostrato un talento eccezionale all’inizio della loro carriera, e dare alle loro squadre un incentivo finanziario per mantenerli. La regola è da considerare particolarmente preziosa per i team nei cosiddetti “small market” che potrebbero non essere in grado di offrire lo stesso livello di compensazione finanziaria dei team nei mercati più grandi e in grado di pagare la luxury tax con meno impegno.
Vale la pena notare che la regola si applica solo a un numero limitato di giocatori ogni anno, poiché le qualifiche sono piuttosto specifiche. Eccole:
- Selezione in una squadra All-NBA nella quarta stagione del giocatore, o in 2 delle 3 stagioni tra la seconda e la quarta stagione
- Selezione come Difensore dell’anno NBA nella quarta stagione del giocatore, o in 2 delle 3 stagioni tra la seconda e la quarta stagione
- Selezione come MVP in qualsiasi stagione dalla seconda del giocatore in poi
Chi soddisfa tali requisiti ha diritto fino al 30% del salary cap totale della squadra e un contratto di 5 anni (5/30% contract). A oggi nella NBA soli 4 giocatori ci sono riusciti, ovvero Derrick Rose, Blake Griffin, Paul George e Luka Doncic.
Un caso particolare: la Gilbert Arenas Provision
La regola colloquialmente nota come Gilbert Arenas Provision deriva dalla particolare situazione contrattuale in cui si trovò nel 2003 il giocatore omonimo, allora ai Golden State Warriors.
Arenas, scelto al secondo giro al draft NBA 2001, era diventato restricted free agent ma Golden State non aveva abbastanza spazio salariale per rimetterlo sotto contratto. Gli Washington Wizards fecero un’offerta da 60 milioni di dollari in 6 anni (all’epoca era possibile) per portarlo a DC.
Data la situazione mai vista prima, la NBA decise di introdurre con nuovo contratto collettivo di lavoro un limite alla somma di denaro che una squadra avrebbe potuto offrire al primo anno a un giocatore con meno di 2 anni di esperienza nella NBA, e che fosse diventato free agent, come appunto Arenas. Secondo la regola, il primo anno di contratto non può eccedere l’ammontare della mid-level exception (non taxpayer) concessa alle squadre NBA, e che anche oggi permette a una squadra di eccedere il salary cap per trattenere o mettere sotto contratto un giocatore.
Un contratto strutturato sulla base della Gilbert Arenas Rule ha una struttura sui generis. Gli aumenti annuali progressivi sono limitati al 5% tra il primo e il secondo anno del contratto, e al 4,5% tra il terzo e il quarto anno, ma il contratto può includere un aumento significativo tra il secondo e il terzo anno. In sostanza un contratto così costruito prevede un balzo tra secondo e terzo anno.
Per offrire a un giocatore un contratto del genere, la squadra che lo offre deve avere abbastanza spazio salariale libero da accogliere il salario medio su tutti gli anni di contratto, e non solo la cifra prevista sul primo anno di contratto. Un dettaglio decisivo, vista la peculiarità sopra descritta. I contratti basati sulla Gilbert Arenas Provision sono rari, perché è raro che un giocatore scelto al secondo giro al draft, dopo appena 2 anni diventi già un giocatore eleggibile per cifre importanti, come fu per Gilbert Arenas che alla sua seconda stagione NBA viaggiò a 18.3 punti a partita e vinse il premio come Most Improved Player.
Poison Pill Provision
Non è esattamente un tipo di contratto NBA, quanto una regola che rende più complicato cedere via trade un giocatore messo sotto contratto con una rookie scale extension, prima che tale estensione entri in vigore.
Come? Abbiamo detto che per mettere sotto contratto un giocatore con una rookie scale extension, una squadra deve procedere entro una finestra apposita prima della quarta stagione NBA del giocatore. Il nuovo contratto effettivo partirà però solo dalla quinta stagione NBA del giocatore, esiste quindi un anno di “interregno” in cui il suddetto è ancora sotto contratto con il suo accordo da rookie.
Se la squadra che ha messo sotto contratto il giocatore con una rookie scale extension lo scambia via trade prima che l’estensione entri in vigore, per la squadra che lo preleva via trade viene calcolato come contratto in entrata sul suo salary cap non la somma pari all’ultimo anno di contratto da rookie del giocatore, ma – come accade per la Gilbert Arenas Provision – la media degli anni di contratto della rookie scale extension.