Chris Paul torna ai Los Angeles Clippers per quella che ha tutta l’aria di essere la sua ultima grande corsa NBA. Dopo anni trascorsi a inseguire un titolo che gli è sempre sfuggito, il veterano ha scelto di chiudere il cerchio là dove tutto era iniziato. Riportando esperienza, leadership e una fame intatta in una squadra che da troppo tempo vive di promesse non mantenute.
Da quando Paul ha lasciato la franchigia nel 2017, i Clippers hanno attraversato le montagne russe dell’era Kawhi Leonard: stagioni condizionate dagli infortuni, sprazzi di talento assoluto e puntuali delusioni nei momenti decisivi. Ma quest’estate, la dirigenza ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. L’arrivo del playmaker è stato solo l’inizio. Bradley Beal, Brook Lopez e John Collins si sono aggiunti al gruppo, mentre James Harden e Nicolas Batum hanno firmato per restare. A Los Angeles l’obiettivo è chiaro — o si vince adesso, o non ci sarà un domani per questo progetto.
Il tema dell’età, però, è inevitabile. I Clippers sono tra le squadre più anziane della lega, e ogni analisi parte da lì. Ma Paul non sembra preoccupato. Ospite del podcast di Lou Williams, ha risposto con la calma di chi sa cosa significa competere davvero. “Da fuori possono dire quello che vogliono, ma conta solo quello che ci diciamo nello spogliatoio. L’età è solo un numero: il bello di questo gruppo è che abbiamo mille modi diversi di giocare e tanta esperienza da mettere al servizio del collettivo. Ora dobbiamo solo dimostrarlo sul campo.”
Sulla carta, i Clippers sono una squadra completa e profonda. Leonard e Harden restano i due fari del progetto, ma attorno a loro ruota un cast che mescola talento e solidità: Ivica Zubac sotto canestro, Bogdan Bogdanovic e Derrick Jones Jr. come supporto, Batum come collante tecnico e mentale. L’esperienza non manca, ma il vero ostacolo è sempre lo stesso: la salute. Il roster è il secondo più anziano della NBA, e la tenuta fisica di Leonard resta la variabile che può determinare tutto.
Il rischio è che basti una pedina a cadere per far crollare il domino, ma se i Clippers riusciranno a restare sani e trovare continuità, potranno inserirsi tra le contender più serie della Western Conference, insieme a Denver e Oklahoma City.
Dopo anni di tentativi interrotti e finestre di opportunità mai pienamente sfruttate, questa stagione ha il sapore della resa dei conti. Chris Paul non è tornato per fare da comparsa, ma per dare un ultimo significato alla sua carriera. I Clippers, dal canto loro, sanno che non esistono più margini d’errore: è l’ultima corsa, l’ultima possibilità di incidere davvero nella storia NBA.