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NBA Cup, ecco i gironi della stagione 2025-26

di Filippo Beltrami
Scritto da Filippo Beltrami

Nella giornata di ieri la NBA ha ufficialmente annunciato i nuovi gironi che sono stati sorteggiati per prossima edizione della Emirates NBA Cup, conosciuto anche come In-Season Tournament. La scorsa edizione è stata vinta dai Milwaukee Bucks. Per stabilire i gironi, la lega ha diviso la Eastern e la Western Conference in cinque gruppi da tre squadre ciascuna in base al posizionamento nella regular season della stagione precedente, con una squadra di ogni gruppo estratta a sorte in ognuno dei tre girone di una conference. Per esempio, le prime tre squadre ad ovest saranno tutte e tre in gironi separati, e ognuno di questi gironi comprenderà una squadra della fascia quarta-sesta, una squadra della fascia settima-nona, e così via.

Le partite della fase a gironi si svolgeranno dal 31 ottobre al 28 novembre. Ogni squadra affronterà solamente una volta le altre quattro squadre del proprio girone. Le vincitrici di ogni girone, e una wild card per ogni conference, accederanno alla fase ad eliminazione diretta (ottavi di finale).

Ecco i gruppi della NBA Cup 2025

  • Gruppo A Ovest: Oklahoma City Thunder (1), Minnesota Timberwolves (6), Sacramento Kings (9), Phoenix Suns (11), Utah Jazz (15)
  • Gruppo B Ovest: Los Angeles Lakers (3), Los Angeles Clippers (5), Memphis Grizzlies (8), Dallas Mavericks (10), New Orleans Pelicans (14)
  • Gruppo C Ovest: Houston Rockets (2), Denver Nuggets (4), Golden State Warriors (7), Portland Trail Blazers (12), San Antonio Spurs (13)
  • Gruppo A Est: Cleveland Cavaliers (1), Indiana Pacers (4), Atlanta Hawks (8), Toronto Raptors (11), Washington Wizards (15)
  • Gruppo B Est: Boston Celtics (2), Detroit Pistons (6), Orlando Magic (7), Brooklyn Nets (12), Philadelphia 76ers (13)
  • Gruppo C Est: New York Knicks (3), Milwaukee Bucks (5), Chicago Bulls (9), Miami Heat (10), Charlotte Hornets (14)
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OKC: delusione post NBA Cup, ma ora si pensa al resto della stagione

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

La sconfitta per 97-81 contro i Milwaukee Bucks ha rappresentato il punto più basso della stagione degli Oklahoma City Thunder, che hanno toccato i loro minimi stagionali in termini di punti segnati, percentuale di tiro dal campo (33.7%) e percentuale da tre (15.6%).

OKC ha chiuso il primo tempo con solo un 1 su 17 da tre, ma sono riusciti a rimanere in partita grazie ad un ottimo lavoro nel pitturato. Oklahoma City ha segnato 26 punti da sotto al canestro e tirato con un 13 su 16 dalla lunetta nella prima metà della partita.

La situazione è però precipitata nel secondo tempo. I Thunder hanno segnato appena 31 punti in totale, crollando nel pitturato (con solo 8 punti segnati) e tirando solo 6 liberi. I Bucks, invece, hanno preso il controllo del match trasformando un +1 precedente all’intervallo in una vittoria netta.

“Abbiamo avuto buone occasioni che non siamo riusciti a sfruttare” ha dichiarato Alex Caruso. “Loro sono stati bravi a chiudere il pitturato e noi abbiamo sbagliato quei tiri da tre che avrebbero potuto aprirci maggiori spazi. Per vincere contro squadre di alto livello, è necessario che quei tiri entrino”.

Secondo quanto riporta Second Spectrum, i Thunder avrebbero dovuto tirare con un 34.9% da tre in base alla qualità dei tiri tentati contro Milwaukee. Il drastico divario del 19.3% rispetto alla percentuale effettiva è stato il più grande calo stagionale per Oklahoma.


Shai Gilgeous-Alexander ha vissuto una serata insolitamente inefficiente. Nonostante i suoi 21 punti, ha tirato con un poco brillante 8 su 24 dal campo, incluso un 3 su 12 quando marcato da Andre Jackson Jr., in base ai dati di ESPN Research. Gilgeous-Alexander ha chiuso anche con un 2 su 9 da tre, risultando comunque l’unico giocatore del team a realizzare più di una tripla. Nel complesso, Oklahoma City ha infatti tirato con un disastroso 5 su 32 dalla lunga distanza.

“Jackson ha fatto un buon lavoro in difesa, ma non credo che sia stato lui il motivo della mia prestazione opaca” ha spiegato il diretto interessato, che quest’anno viaggia con una media di 30.3 punti a partita, con il 51% dal campo. “Non mi sentivo al meglio, ma ho comunque trovato i miei spazi. Il problema è che non ho concluso. Succede, serate così capitano. Sì, lui è stato aggressivo, ma non è nulla che non abbia già affrontato. Credo che il problema fossi più io che altro”.

L’unica nota positiva della pessima prestazione offensiva dei Thunder, è che questa partita non inciderà sulle statistiche generali della regular season.

“Non mi soffermo mai troppo sui tiri sbagliati” ha dichiarato l’allenatore, coach Mark Daigneault. “Forse avrei potuto fare di più per mettere la squadra in condizioni migliori in certi momenti della partita, ma questa è un’occasione per imparare”.

I Thunder dovranno infatti voltare pagina in fretta, lasciandosi alle spalle una serata in cui nulla ha funzionato.

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NBA Cup, Giannis Antetokounmpo: “L’atmosfera? Vorrei fosse sempre così”

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

Non è un segreto che, nel momento in cui l’espansione dell’NBA diventerà realtà, Las Vegas sarà in cima alla lista delle città candidate. E, visto il modo in cui è stata accolta in città l’iniziativa della NBA Cup, probabilmente nessuno direbbe che giocare una stagione intera in Nevada sia una cattiva idea.

Las Vegas, fino a poco tempo era off-limits per le leghe sportive professionistiche. Per ovvi motivi. Ma ora non è più così. Le Aces hanno vinto 2 volte il titolo WNBA, i Golden Knights hanno vinto una Stanley Cup, e si prevede che in poco tempo la Major League Baseball completerà il trasferimento degli Athletics per la stagione 2028. Con la Summer League e la NBA Cup, la città sembra già far parte anche della NBA.

E le “distrazioni” di cui parlavamo prima? Ebbene, sembra che queste in realtà non intralcino l’andamento dei giocatori quando sono in città per le partite, come ha confermato anche Damian Lillard.


“Non ho 22 o 23 anni. Sono stato a Las Vegas molte volte e mi sono divertito” ha detto. “Sono stato qui per giocare la Summer League. Sono stato qui per molte volte, vengo anche a vedere la boxe. Ma so per cosa sono qui questa volta, e non è per divertirmi”.

E LeBron James ha già dichiarato più volte di voler far parte del gruppo proprietario della squadra, quando la lega si espanderà. Mettiamola così: in una città in cui nessuna scommessa è sicura, puntare su Las Vegas per l’ingresso nell’NBA ci andrebbe molto vicino.

“Non è stato fissato nulla, e non abbiamo ancora deciso se espanderci” ha detto Adam Silver a novembre, l’ultima volta che ha parlato dell’argomento in una conferenza stampa. “La mia sensazione è che, se ci espandessimo, faremmo un numero pari, perché poi potremmo dover fare qualche aggiustamento nelle Conference. Ma credo che sia sensato avere due Conference da 16 squadre se dovessimo farlo. In passato, nella NBA, c’è stato un numero dispari di squadre, quindi è possibile. Ma credo che, se dovessimo espanderci, cercheremmo di espanderci a due città”.

Intanto, i Milwaukee Bucks sono già stati a Las Vegas, alla T-Mobile Arena, per la NBA Cup.

Dopo aver giocato davanti ai tifosi della città, Giannis Antetokounmpo ha paragonato l’atmosfera a quella delle Final Four dell’EuroLeague.

“L’intensità del gioco delle squadre, il basket di alto livello, le squadre che si sfidano” ha detto. “Sotto questo aspetto, è più o meno la stessa cosa. Vorrei che l’NBA possa avere sempre quel tipo di atmosfera qui”.

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Hawks, si vola a Las Vegas: Trae Young porta ancora a scuola i Knicks

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

Quando si trova al Madison Square Garden, vi conviene scommettere sempre su Trae Young.

Quando anche gli ultimi secondi della partita sono volati via, la guardia degli Atlanta Hawks si è inginocchiata sul logo dei New York Knicks, in un campo in cui ha inflitto tanto dolore e ricevuto tanto disprezzo, e ha fatto finta di tirare dei dadi. Il tutto, mentre lui e la sua squadra stavano per timbrare il biglietto per Las Vegas, verso le semifinali della NBA Cup.

Young è considerato un “villan” dai tifosi dei Knicks fin dal 2021, quando New York ha raggiunto la postseason per la prima volta in 8 anni e ha beccato gli Hawks al primo turno. In Gara 1 lo hanno schernito in modo profano, prendendosi gioco anche dei suoi capelli, ma il playmaker ha avuto l’ultima parola.

Con un tiro a 0.9 secondi dalla fine, Atlanta si è aggiudicata la vittoria. Quando la serie è tornata a New York per Gara 5, Young ha segnato 36 punti, prima di inchinarsi come un attore di Broadway mentre gli Hawks chiudevano la serie.

Questa volta il campo era arancione, ma per il resto sembrava di essere proprio ai playoffs del 2021. I Knicks erano appena stati eliminati e Young stava festeggiando nel bel mezzo della loro arena.

Grazie a una furiosa corsa nel secondo tempo, gli Hawks hanno superato i Knicks per 108-100 questa notte.


De’Andre Hunter ha segnato 24 punti e Jalen Johnson ne ha messi 21, con 15 rimbalzi e 7 assist.

Young, che ha chiuso con 22 punti, 5 rimbalzi e 11 assist, è stato un catalizzatore importante per gli Hawks nel secondo tempo. I Knicks hanno condotto per la maggior parte della partita ed erano in vantaggio per 66-62 a metà del terzo periodo, quando Young ha segnato 8 punti consecutivi, tra cui 3 punti su 2 possessi, per dare ad Atlanta il vantaggio.

Dopo l’intervallo, gli Hawks hanno aumentato la difesa, costringendo New York a 3 infrazioni di 24 secondi. Dyson Daniels, probabilmente il difensore più dirompente della lega, ha imbottigliato Brunson e lo ha tenuto a soli 14 punti su 15 tiri tentati.

Atlanta ha chiuso con 22 rimbalzi offensivi, 14 dei quali tutti nel secondo tempo. In un possesso nel quarto quarto, gli Hawks hanno recuperato 4 palle perse consecutive, che hanno trasformato in punti grazie ad Onyeka Okongwu.

Insomma, la fine della partita non avrebbe potuto essere più diversa dall’inizio. Gli Hawks, che hanno dettato il ritmo nei minuti finali e decisivi, hanno ottenuto tutto ciò che volevano, mentre i Knicks hanno fatto un blitz per forzare la palla dalle mani di Young. Atlanta ha giocato alla perfezione questi possessi e ha registrato un totale di 5 alley-oop dunks negli ultimi 6 minuti e mezzo di gioco. Di questi, 3 sono stati assistiti da Young.

Si era già inchinato in passato per sottolineare una vittoria. Ma Young ha detto di non aver sentito lo stesso veleno del 2021. E la celebrazione del lancio dei dadi è stata una novità per questa partita. Ora, testa a sabato. Si va a Las Vegas, si affrontano i Milwaukee Bucks.

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