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Ercole Guidone

Dallas MavericksNBA News

Luka Doncic al preolimpico? Valuterà lo staff medico della Slovenia

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

Sarà lo staff medico della Slovenia a decidere se Luka Doncic potrà giocare il torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Parigi.

La stella dei Dallas Mavericks ha riportato un infortunio al ginocchio già durante le Finals NBA. Infortunio, dunque, che sarà rivalutato nei prossimi giorni dello staff medico della propria nazionale. Nel frattempo, la Slovenia giocherà due amichevoli senza la loro stella, contro la Lituania, una in casa ed una in trasferta.

Al momento, Luka Doncic anche se non sicuro di giocare, si è recato in Slovenia. Il giocatore pare voglia stringere a tutti i costi i denti, per aiutare la sua nazionale a staccare il pass per le Olimpiadi di Parigi, nel torneo di qualificazione che si disputerà dal 2 al 7 luglio in Grecia.

Tuttavia, dopo la recente sconfitta alle Finals di Luka Doncic con i suoi Dallas Mavericks, sono arrivare queste dichiarazioni da parte del giocatore: “Non voglio parlare di quel che sarà. Ho ancora tante decisioni da prendere. Al momento la mia priorità è tornare in piena forma.” Luka Doncic con i suoi Dallas Mavericks nelle Finals NBA ha collezionato 29.2 punti di media a partita, 8.8 rimbalzi e 5.6 assist, nonostante i già riscontrati problemi al ginocchio.

La sua Slovenia, nel torneo di qualificazione alle Olimpiadi, dovrà affrontare nella fase ai gironi la Nuova Zelanda e la Croazia. Nella fase ad eliminazione diretta, poi, potrebbe esserci uno scontro tutto tra stelle NBA, con la sfida alla Grecia del due volte MVP e campione NBA Giannis Antetokounmpo.

È intervenuto sull’argomento anche il general manager dei Dallas Mavericks, Nico Harrison, che pare non abbia dubbi sulla decisione di Luka Doncic: “Giocare con la sua nazionale è una delle sue più grandi gioie. Finché potrà camminare, penso proprio che giocherà per loro. Questa è la mia aspettativa.”

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Boston CelticsNBA News

Jayson Tatum: “Critiche perché faccio poco canestro? L’importante è vincere”

di Ercole Guidone
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Jayson Tatum è sotto ogni riflettore in queste Finals NBA. Nonostante i Boston Celtics siano avanti 2-0 nella serie contro i Mavs, Tatum sta ricevendo alcune critiche perché sta faticando in attacco e al tiro.

“Mi sono già trovato in questa situazione di vantaggio, e non ho vinto”, dice Jayson Tatum. “Siamo ancora una volta così vicini al traguardo, perché dovrei lasciare che il mio ego o la necessità di segnare più punti prendano il sopravvento? Ci saranno momenti in cui dovrò segnare di più e mi farò trovare pronto per farlo. Ma l’importante è il bene della squadra, non il mio. Se dovesse servire solo fornire assist, lo farò. L’unica cosa che conta è vincere.”

Di fatti, anche nel 2022 i Boston Celtics erano in vantaggio 2-1 nella serie contro i Golden State Warriors, prima di perdere il titolo in gara 6. In quelle Finals, Tatum mise a segno 21.5 punti di media e 7.0 assist. In questa serie contro i Dallas Mavericks, invece, il talento di Boston ha una media di 17 punti, tirando con il 31.6% dal campo. Indubbiamente poco per uno come lui, ma in queste partite i numeri servono a ben poco. L’importante è vincere e, se i Celtics dovessero farlo, sarebbe il 18esimo titolo NBA.

A confermare questa teoria, infatti, nell’ultima vittoria in gara 2 per 105-98 contro i Mavs, Tatum ha realizzato 12 assist, suo massimo in stagione. Ed era anche ad un solo rimbalzo dalla tripla doppia. Insomma, può anche segnare poco ma il suo contributo in campo si sente eccome.

Ora la serie di sposta a Dallas nella notte di giovedì. I Mavericks di Luka Doncic dovranno fare una “piccola impresa” stile Golden State Warriors per cercare di riportare la serie in parità e continuare anche loro ad inseguire il sogno di diventare campioni NBA.

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Indiana PacersMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattative

Pascal Siakam è vicino al rinnovo con gli Indiana Pacers

di Ercole Guidone
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Gli Indiana Pacers sono pronti a bloccare Pascal Siakam. Il 30enne camerunense è arrivato ad Indiana quest’anno, dimostrando sin da subito tutte le sue capacità in campo e di personalità.

Gli Indiana Pacers dal suo arrivo hanno avuto un incredibile miglioramento. Insieme ad Haliburton sono arrivati fino alla finale di Conference, persa poi contro i Boston Celtics. Proprio grazie ai risultati ottenuti anche e soprattutto per merito di Pascal Siakam, i Pacers quindi sono pronti ad offrire un contratto da cinque anni a 245 milioni di dollari.

Pascal Siakam al momento è free agent. Questa estate è libero di firmare con qualsiasi squadra, ma gli Indiana Pacers hanno piccoli vantaggi che possono sfruttare, primo fra tutti proprio quello di garantire al giocatore un contratto più lungo e soprattutto più ricco.

Ciò nonostante, Siakam sin da quado è sbarcato ad Indiana, ha sempre detto di essersi trovato davvero bene in città: “Il supporto che ho avuto qui è qualcosa che mi mancava. Avere tutto questo e vedere come la città respira basket e supporta la squadra è magnifico. Le partite casalinghe sono qualcosa di incredibile. Sono davvero fortunato e felice di come sia andato. Penso proprio che non ci siano problemi per il futuro.”

Pascal Siakam nelle 41 partite di regular season con i Pacers ha messo a segno 21.3 punti di media a partita, 7.8 rimbalzi e 3.7 assist. Al momento, la più grande concorrenza che può dare fastidio agli Indiana Pacers sono i Philadelphia 76ers. Quest’ultimi, infatti, avendo spazio salariale possono offrire al giocatore un contratto di quattro anni a 183.2 milioni di dollari. Contratto che risulterebbe comunque minore rispetto a quello dei Pacers, che restano dunque in vantaggio per confermare Siakam. Dalla loro ci sono due armi: maggiore durata del contratto con maggior soldi e l’amore del giocatore verso la città di Indiana.

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Dallas MavericksNBA News

Luka Doncic MVP delle finali di Conference: “Ora completiamo il lavoro”

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

Luka Doncic e i Dallas Mavericks tornano alle Finals dopo 13 anni, grazie alla vittoria in gara 5 contro i Minnesota Timberwolves.

Partita a senso unico quella di questa notte, vinta 124-103 dai Mavs, grazie anche e soprattutto ai 36 punti di Luka Doncic, massimo in questi playoffs. L’ultima volta che i Mavericks arrivarono alle Finals era il 2011. All’epoca portarono a casa il titolo con Jason Kidd, attuale allenatore, nel ruolo di point guard titolare. Ad attenderli ora ci sono gli strafavoriti di questa stagione, i Boston Celtics che hanno liquidato la pratica Indiana Pacers in sole quattro partite.

“Era la modalità Magic di Luka”, dice proprio Kidd. “Ha dato l’input e poi ha reso le cose molto più facili per tutti gli altri. Tutti poi si sono fatti avanti”. Lo sloveno, infatti, dei suoi 36 punti, ne ha messi a segno 20 solo nel primo quarto indirizzando sin da subito la partita verso la sua squadra, vincendo anche l’MVP della finale della Western Conference.

È una bella sensazione”, dice Luka Doncic. “Non posso mentire. Esci e siamo noi contro di loro. Restiamo insieme e quella sensazione è fantastica. È stata una strada davvero impegnativa e faticosa, ma non abbiamo ancora finito. Abbiamo ancora altre quattro partite da giocare.”

Insieme ai 36 punti di Luka Doncic, ci sono esattamente gli stessi punti anche per Kyrie Irving. All’inizio c’erano molti scettici per la convivenza in campo e non solo tra Doncic e Irving, ma il campo sta rispondendo esattamente al contrario. Finals raggiunte ed ora sono ad un passo da scrivere la storia.

Dall’altra parte ci sono gli sconfitti dei Minnesota Timberwolves, con il 28 punti della coppia Anthony Edwards e Karl-Anthony Towns. Proprio Edwards al termine della partita ha voluto analizzare la prestazione della sua squadra: “Non siamo mai stati squadra in questa serie. Nelle ultimi due serie è funzionato tutto alla grande tra noi. In questa, invece, no. Non siamo riusciti a fare quel clic.”

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embiid christmas day
Mercato NBA, ultime notizie su scambi e trattativePhiladelphia 76ers

I 76ers pensano in grande: Butler, George o Ingram per il mercato

di Ercole Guidone
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I Philadelphia 76ers sono all’attacco. Dopo l’uscita al primo turno playoffs, quest’estate sarà la più importante per cercare di creare una squadra davvero vincente.

A venire incontro a queste esigenze, sono i 65 milioni di dollari di spazio salariale e le cinque scelte future al primo giro al draft dei Sixers. Dunque, un’occasione d’oro per la società per cercare di costruire una squadra vincente al fianco del già campione Joel Embiid.

Tra i principali obiettivi ci sono Jimmy Butler, Zach LaVine, Paul George e Brandon Ingram. In merito a Butler, i Sixers sembrano essere disposti a pagare anche più di Miami, se il giocatore dovesse decidere di lasciare gli Heat. Al momento, il contratto di Butler con Miami prevede 48.8 milioni per la prossima stagione, con l’opzione da 52.2 milioni per la stagione 2025-26. Anche se, Jimmy Butler vorrebbe un’estensione massima di due anni da 113 milioni, rifiutando così l’opzione da 52.2 milioni, ma garantendosi un anno in più di stipendio garantito.

Non è scontato però che i Miami Heat vogliano soddisfare le richieste del giocatore. Il presidente della squadra, infatti, Pat Riley ha parlato così: “È un decisione importante da parte nostra investire queste risorse, a meno che non si abbia qualcuno disponibile ogni notte.” Parole dunque che non lasciano trapelare molto ottimismo, anche se Butler ha sempre dichiarato amore verso la città di Miami, dicendo di sentirsi davvero a casa.

L’obiettivo principale, però, dei Philadelphia 76ers è Paul George. Se il giocatore, infatti, dovesse rifiutare l’opzione da 48.8 milioni di dollari diventando free agent, i Sixers sarebbero già pronti a fiondarsi sul giocatore per affiancarlo a Joel Embiid e Tyrese Maxey. Se, però, da un lato è vero che Philadelphia è la squadra che può pagare George più di tutti, dall’altro è anche vero che il giocatore vorrebbe restare a Los Angeles con la sua famiglia. Dunque, la situazione è ancora abbastanza in bilico.

Detto questo, qualora dovessero sfumare questi due grandi obiettivi, resterebbe il “piano di riserva”. Di fatti, nel mirino dei Sixers ci sono anche Zach LaVine e Brandon Ingram che potrebbero essere molto utili alla causa. Insomma, non sappiamo ancora quale star arriverà a Philadelphia, ma quel che sembra essere sicuro che per i Sixers sarà un’estate di fuoco.

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Denver NuggetsMinnesota TimberwolvesNBA News

Anthony Edwards stuzzica Murray: “Continua pure a parlare”

di Ercole Guidone
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Al termine di gara 4 vinta dai Denver Nuggets contro i Minnesota Timberwolves, Anthony Edwards è apparso abbastanza provocatorio, soprattutto verso Jamal Murray.

Durante la sfida, infatti, Edwards è passato vicino Murray dicendogli: “Ci piaci. Continua a parlare così. Questo è quello che ci piace”. I due sono tra i maggiori protagonisti di questa serie, che vedeva Minnesota in vantaggio 2-0, prima delle due vittorie consecutive anche di Denver, che hanno così riportato la serie in parità.

Jamal Murray, tuttavia, non ha risposto a queste provocazioni, ma ha parlato del lavoro che dovrà fare la sua squadra per contenere lo stesso Edwards. “È difficile da proteggere. È esplosivo, sempre in modalità di attacco. Penso che dobbiamo fare un lavoro migliore, mettendo più attenzione nei suoi confronti.” Anthony Edwards nella serie è a 33.3 punti di media, con il 60.4% al tiro.

Se da un lato per i Minnesota Timberwolves ci sono le grandi prestazioni di Edwards, dall’altro c’è stata la prestazione opaca di Karl-Anthony Towns, il quale ha segnato solo 13 punti con 5 su 18 dal campo. “È una superstar”, dice Edwards. “Gli dico sempre di non smettere mai di tirare, solo perché ha sbagliato qualche canestro. Per poter vincere abbiamo bisogno di lui. Sono comunque felice che sia stato aggressivo per tutta la partita.”

La serie adesso si sposta nuovamente a Denver. Sulla carta, i campioni in carica potrebbero avere maggior entusiasmo dopo aver riportato la serie in parità, con la possibilità di portarsi in vantaggio proprio in casa. Anthony Edwards, però, non è dello stesso avviso e si dice pronto alla battaglia: “Non credo abbiano un maggiore slancio di noi. Noi abbiamo vinto due partite e loro anche. A questo punto, passa chi ne vince altre due. Sono pronto. È una competizione ai massimi livelli. Sorrido perché sono felice. Sarà divertente questa sfida.”

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Milwaukee BucksNBA News

La NBA sospende Pat Beverley per 4 partite: aveva tirato il pallone a un tifoso

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

Patrick Beverley è stato sospeso per quattro partite senza paga, i motivi che hanno portato la lega a prendere questa decisione sono ben due.

Il primo è che Beverly, durante gara 6 tra i suoi Milwaukee Bucks e gli Indiana Pacers, ha lanciato più volte un pallone verso i tifosi di Indiana, colpendo in testa uno di loro. A tal proposito la polizia di Indianapolis ha aperto un’inchiesta. Le telecamere, infatti, mostrano Beverly che lancia la prima volta il pallone verso i tifosi. Quando la palla gli è tornata indietro, il giocatore dei Bucks l’ha lanciata nuovamente verso la folla.

In un episodio di “The Pat Bev Podcast”, Beverley ha “spiegato” il suo gesto dicendo di essere stato chiamato più volte con una parola mai sentita prima. Tuttavia, il giocatore dice che il suo gesto resta “inaccettabile e imperdonabile”. “Starò meglio”, continua Beverley. “Devo essere migliore e lo sarò. Non sarebbe mai dovuto accadere. Indipendentemente da quanto mi ha detto, non sarebbe mai dovuto accadere.”

Il secondo motivo della sospensione è una “interazione inappropriata” con Malinda Adams di ESPN. Infatti, dopo quella stessa partita, Beverley non ha concesso alla giornalista di fargli una domande durante le solite interviste post partita. Pare che il giocatore l’abbia allontanata dicendole che lei non era iscritta al suo podcast.

A seguito di questa vicende, Tim Frank, vicepresidente senior delle comunicazioni operative della NBA ha optato per la sospensione del giocatore. Nel comunicato, si legge: “Il comportamento di Patrick Beverley nei confronti della produttrice di EPSN Malinda Adams è stato poco professionale ed inaccettabile. Non è riuscito a soddisfare gli standard che i giocatori della NBA rispettano costantemente nelle loro interazioni con i media.”

Per Patrick Beverley questa non è la prima volta. Infatti, anche nel 2021 quando vestiva la casacca dei Los Angeles Clippers arrivò la sospensione per una partita. Il motivo fu una spinta a Chris Paul mentre i due tornavano verso le loro panchine.

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christian wood
Los Angeles LakersMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattative

Lakers, Christian Wood esercita la player option per il 2024/25

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

Christian Wood, dei Los Angeles Lakers, ha esercitato la sua player option per la stagione 2024/25. Questa mossa garantisce al giocatore uno stipendio di circa 3 milioni di dollari per la prossima stagione, prima di diventare poi free agent nel 2025.

Christian Wood la scorsa estate già è stato free agent per circa due mesi addirittura. Dopo una buona stagione con i Dallas Mavericks con 16.6 punti di media, 7.3 rimbalzi e 1.8 assist in 67 presenze, il giocatore non è riuscito a trovare subito una squadra fortemente interessata a lui. Prima dell’arrivo poi dei Los Angeles Lakers, con i quali ha firmato un contratto biennale con salario minimo, che prevedeva appunto un’opzione per il giocatore per la seconda stagione.

Il film di quest’anno, però, è stato completamente diverso rispetto a quello vissuto a Dallas. Per Wood, infatti, in stagione abbiamo solo 6.9 punti di media a partita e 5.0 rimbalzi, in 50 presenze. Il tutto con il 46.6% dal campo e 30.7% da tre. Numeri nettamente inferiori rispetto al passato. Da considerare, inoltre, che da febbraio Christian Wood è rimasto fuori per un infortunio al ginocchio sinistro, che lo ha costretto a sottoporsi anche ad un intervento chirurgico in artroscopia.

Wood, in realtà, è tornato disponibile per le ultime partite della serie playoffs contro Denver, ma il coach dei Lakers ha preferito evitare di spedirlo in campo, dato che rientrava da un lungo periodo di stop.

Dunque, possiamo pensare che Christina Wood abbia dovuto necessariamente esercitare la sua player option data la sua stagione non proprio entusiasmante. Fosse divenuto free agent non era poi così sicuro di trovare una squadra interessata a lui. Questa decisione, tuttavia, non significa necessariamente che Wood giocherà per i Los Angeles Lakers nella prossima stagione. Infatti, potrebbe essere utilizzato come “pedina” in alcune trade.

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NBA NewsPhoenix Suns

Phoenix Suns, Mat Ishbia: “Futuro Vogel? Stiamo valutando”

di Ercole Guidone
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Si è conclusa al primo turno playoffs la stagione dei Phoenix Suns. Troppo presto per una squadra ricca di talenti che ad inizio anno puntava fortemente al titolo.

In merito a ciò, è intervenuto il proprietario dei Suns Mat Ishbia. A quest’ultimo sono state poste diverse domande in merito al futuro della squadra e soprattutto il futuro di Frank Vogel. “Valuteremo tutto”, dice Ishbia. “Tutto è sul tavolo da valutare. Non posso dire altro semplicemente perché non abbiamo ancora iniziato a fare le dovute valutazioni.”

Tutti in questo momento cercano un capro espiatorio. Con un roster del genere uscire al primo turno con un netto 4-0 pesa molto. Naturalmente il primo sotto accusa è l’allenatore Frank Vogel, subentrato questa stagione al posto di Monty Williams. La maggior parte degli addetti ai lavori, però, preferirebbe intraprendere la strada della continuità. Infatti, negli ultimi 9 anni, i Suns hanno cambiato ben 6 allenatori. Difficile così riuscire ad intraprendere un ciclo vincente.

“Tutti siamo frustrati e delusi”, continua Ishbia. “Credete che io non lo sia? Tutti qui siamo delusi molto più dei tifosi. È sbagliato dire però che tutto sta crollando. Siamo in un’ottima posizione, abbiamo già un’ottima base e la prossima stagione sarà senz’altro migliore. Su 29 GM della lega, 26 scambierebbero la loro squadra con la nostra. Abbiamo abbastanza talento per vincere un campionato.”

I Phoenix Suns, però, per avere e mantenere tutto questo talento nella loro squadra sono costretti a pagare una tassa da 116 milioni di dollari. È difficile continuare a mantenere tutto questo senza vincere. Nei prossimi anni, inoltre, in cinque occasioni i Suns avranno anche una scelta al draft al primo turno, per cercare di scovare nuovi talenti e per rendere più flessibile la squadra attuale.

Insomma, Mat Ishbia non ha voluto parlare direttamente di fallimento, ma forse per i Phoenix Suns non c’è altro aggettivo più giusto.

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NBA News

Play-in NBA: 76ers ai playoffs, Heat-Bulls per l’ultimo posto disponibile

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

I Philadelphia 76ers battono i Miami Heat al primo turno dei play-in NBA e si qualificano ai playoffs come testa di serie numero 7, dove affronteranno i New York Knicks. Nell’altra sfida play-in, invece, i Chicago Bulls eliminano gli Atlanta Hawks ed ora sfideranno Miami per l’ultimo posto disponibile.

I Philadelphia 76ers hanno vinto contro i Miami Heat per 105-104, in una partita combattuta fino all’ultimo secondo. A fare la differenza ancora una volta Joel Embiid, autore di 23 punti, 15 rimbalzi e 5 assist. A mettere il sigillo sulla partita, però, è stato Nicolas Batum, stoppando un tentativo da tre punti di Tyler Herro che avrebbe portato il punteggio in parità.

“Siamo rimasti uniti nei momenti difficili”, dice Embiid. “Non sto giocando al meglio, non riesco ad esprimere il mio basket migliore per tutta la partita, ma ciò nonostante siamo riusciti a vincere e questo è l’importante.”

Nelle fila dei Miami Heat, invece, è il migliore è stato proprio Tyler Herro con 25 punti, 2 rimbalzi e 9 assist. Dietro di lui Jimmy Butler con 19 punti, 4 rimbalzi e 5 assist. Quest’ultimo, però, nel corso del primo tempo ha avvertito un forte fastidio al ginocchio, che dovrà essere rivalutato con una risonanza nelle prossime ore. Fattore che molto probabilmente ha condizionato la partita del talento di Miami e che ci auguriamo possa prendere parte alla sfida per l’ultimo posto rimasto ai playoffs contro i Chicago Bulls.

 
 
 
 
 
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Infatti, nell’altra sfida dei play-in NBA tra la testa di serie nove e dieci a prevalere sono stati i Chicago Bulls contro gli Atlanta Hawks con il punteggio di 131-116. Uomo partita senza dubbio è stato Coby White, con il suo massimo in carriera da 42 punti, 9 rimbalzi e 6 assist. Dietro di lui Nikola Vucevic in doppia doppia con 24 punti e 12 rimbalzi e DeMar DeRozan con 22 punti, 6 rimbalzi e 9 assist. “È stato un momento fantastico”, dice Coby White. “Ringrazio i nostri tifosi per l’atmosfera che ci hanno fatto vivere. Sembrava già una partita di playoffs.”

Nella fila Atlanta Hawks il migliore è stato Dejounte Murray con 30 punti, 7 rimbalzi e 6 assist. Per Trae Young e Clint Capela sono arrivati 22 punti ciascuno. Per Young sono arrivati anche 10 assist con però 6 palle perse. Gli Atlanta Hawks fino alla fine del terzo quarto erano dietro solo di tre punti sul 88-85. Da quel momento, però, è arrivato un parziale di 17-2 che ha indirizzato la partita sui Chicago Bulls.

Dunque, i Miami Heat e i Chicago Bulls si giocheranno tutto in una notte per andare a sfidare i Boston Celtics al primo turno playoffs.

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klay thompson
Golden State WarriorsNBA News

Warriors, Klay Thompson ai saluti? Kerr: “Lo vogliamo ancora con noi”

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

Protagonista in negativo della sfida play-in tra Warriors e Kings è stato senza subbio Klay Thompson.

Lui era forse il giocatore più atteso in quanto quella giocata stanotte potrebbe essere l’ultima in maglia Warriors e tutti si sarebbero aspettati un epilogo diverso, lui compreso. Infatti, nella sconfitta della squadra di Kerr contro i Kings per 118-84, Klay Thompson ha incredibilmente sbagliato tutti e 10 i tiri tentati.

“Tutti adesso parleranno di una partita”, dice Stephen Curry al termine del match. “Ma sappiamo tutti che è un vero campione e so benissimo che voleva fare naturalmente molto meglio. Tutti vorremmo brillare in partite del genere, ma purtroppo non sempre riusciamo. Quando questo accade, però, nessuno ha bisogno di dirti nulla.”

Klay Thompson solo qualche giorno fa disse che qualsiasi cosa sarebbe successa in futuro questa non doveva compromettere i suoi stupendi dieci anni vissuti in maglia Warriors. Al momento, forse nessuno sa realmente quale sarà il futuro del giocatore. Ma, dopo la prestazione di questa notte, c’è il forte rischio di commettere l’errore di ricordare Klay in maglia Warriors per lo 0 su 10 al tiro contro i Kings.

Dai suoi due infortuni, forse anche chiaramente, Klay Thompson non è stato più il giocatore esplosivo visto negli anni d’oro suoi e della sua squadra. Quello capace si metterne 37 nel solo terzo quarto proprio contro i Kings nel 2015. Solo a tratti, solo in qualche partite si è rivisto il vero numero 11. Questo però non gli ha impedito di vincere il suo quarto anello nel 2022, con i suoi due amici di sempre, Stephen Curry e Draymond Green, guidati dal solito Steve Kerr.

Proprio Steve Kerr, che adesso si preparerà al meglio per le olimpiadi di Parigi, su Thompson dice: “È stata dura. Amo così tanto Klay. Ciò che ha significato per me in questi 10 anni è inspiegabile. L’ho visto combattere durante gli infortuni. L’ho visto cambiare mentalità nel corso di questa stagione. Stasera è stato davvero difficile vederlo lottare. Ma abbiamo bisogno che Klay torni. So che stasera ha avuto una serata davvero difficile. Ma sono sicuro di parlare a nome di tutta l’organizzazione, lo rivogliamo. Ovviamente ci sono ‘affari’ da regolare, ma per cosa ha rappresentato per questa franchigia e per il suo talento lo vogliamo ancora con noi.”

Dunque, a stagione ormai conclusa, Thompson e gli Warriors devono prendere una decisione. Continuare insieme oppure no. Gli altri “due pezzi” del puzzle, però, Green e Curry non riescono a vedersi lontani da lui. “Non penso esista uno scenario in cui lui se ne vada in quanto è meglio per tutti”, dice l’orso ballerino. “Non riuscirei mai a vedermi senza loro due al mio fianco”, invece dice Steph Curry.

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NBA NewsNBA, National Basketball AssociationSan Antonio Spurs

Victor Wembanyama, i numeri della sua stagione da rookie

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

La prima stagione NBA di Victor Wembanyama è giunta al termine. Dopo le innumerevoli aspettative di inizio stagione, adesso si possono finalmente trarre le prime conclusione.

71 sono le partite giocate dalla prima scelta del Draft 2023. L’ultima è stata la vittoria contro i Denver Nuggets per 121-120, dove Wembanyama ha collezionato ben 32 punti, 12 rimbalzi, 5 assist e 2 stoppate.

Nel complesso, in questa sua stagione da rookie, Wembanyama ha collezionato 21.4 punti di media a partita, 10.6 rimbalzi, 3.9 assist e 3.6 stoppate. È stato il primo giocatore nella storia della NBA a raggiungere 1500 punti (1522), stoppare 250 tiri (254) e realizzare 100 triple (128). Tutto questo, naturalmente, rende Wembanyama il maggiore favorito per la vittoria del titolo di Rookie dell’anno.

Diversi sono i numeri e le statistiche che collocano la prima stagione NBA di Victor Wembanyama tra le migliori della storia. Soprattutto il valore del PER (Player Efficiency Rating), ossia la statistica che mette a confronto le prestazioni offensive con i minuti giocati. Per la stagione 2023/24, con il 23.1 di PER, il francese si è collocato al 15° posto, davanti anche a Jayson Tatum, Devin Booker e Donovan Mitchell.

Ciò che fa più scalpore, però, è questo parametro confrontato con i rookie di tutte le stagioni NBA. Infatti, in questo caso, Wembanyama si colloco addirittura al 4° posto di questa speciale classifica. Davanti a lui solo il 28.2 di Wilt Chamberlain, 26.3 di Robinson e 25.8 di Michael Jordan. È davanti a “mostri sacri” come Shaquille O’Neal (22.9) e Kareem Abdul-Jabbar (22.5).

Victor Wambanyama adesso tornerò in Francia dove si preparerà alle prossime olimpiadi proprio a Parigi. Lui, nel frattempo, ha le idee molto chiare per il suo futuro: “Sono testimone di così tanta grandezza e voglio farne parte. Vedo sempre di più che sono in grado di competere ai massimi livelli in NBA. Non sono ancora vicino, ma sono sulla giusta strada. Un giorno sono certo che ci arriverò.”

I complimenti dal mondo NBA

Sono innumerevoli gli elogi che Victor Wembanyama ha ricevuto dagli “addetti ai lavori” nel corso di questa stagione. Primo fra tutti, uno che ha fatto e sta facendo ancora la storia di questo sport, LeBron James: “Non ha un limite. Può fare quello che vuole nella sua carriera. È un giocatore incredibile.”

Complimenti arrivati anche dal coach di Denver, Michael Malone: “Lui è il futuro della NBA. Stiamo assistendo all’ascesa di uno che diventare tra i giocatori migliori di sempre. Non esiste qualcosa che lui non possa fare.”

Naturalmente, non potevano non arrivare anche elogi dal suo allenatore in questa prima stagione NBA, Gregg Popovic: “È un giovane di molti talenti. Ci mostrerà cosa che nessuno mai è riuscito a fare prima. Sta diventando sempre più solido, sempre più disciplinato. Si sta abituando sempre di più ai contatti che riceve e alle attenzioni. È una situazione difficile per lui, ma riesce a gestirla con classe ed eleganza.”

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