Home NBA, National Basketball AssociationNBA Passion App Anthony Bennett: la peggior prima scelta di sempre?

Anthony Bennett: la peggior prima scelta di sempre?

di Daniele Guadagno
Anthony Bennett

L’NBA non è solo la lega di basket più famosa al mondo ma anche un libro di storie aventi come protagonisti atleti, ragazzi e uomini che hanno scelto un parquet di 28 metri per raccontarle; purtroppo però non tutte le storie hanno un lieto fine: è il caso di Anthony Bennett, una delle prime scelte più discusse del draft NBA.

Scelto dai Cavaliers, si è rivelato un vero e proprio “bust” come si definiscono i giocatori chiamati con le prime chiamate del draft e che si rivelano delle autentiche delusioni, non ripagando le attese e magari deludendo gli scout che avevano garantito per loro. Molti giocatori passando dal college alla NBA faticano, lo stesso si può dire dei giocatori europei che provano il grande salto via draft in tenere età. Come detto il processo del draft non è affatto semplice e lineare e si rischia in alcuni casi di prendere giocatori considerati talenti che però per via di una serie di fattori imponderabili non rendano come da attese. Ecco partiamo ora con il caso numero 1 in assoluto probabilmente. Anthony Bennett, la sua storia in NBA.

Cleveland Cavaliers, l’inizio della fine

La storia di Bennett ha inizio il 27 giugno 2013, giorno del draft; Bennett venne selezionato con la prima scelta assoluta dai Cleveland Cavaliers, convinti di aver trovato il lungo ideale da affiancare a Kyrie Irving. Sembrava essere rispuntato il sole in Ohio, ma invece era solo l’inizio della tempesta. Terrificante il suo esordio in regular season: 5 punti nelle prime 7 partite, con un pessimo 1/21 dal campo; nel suo anno da rookie, Bennett marcò 4.2 punti e 3.2 rimbalzi tirando con un misero 35.6% dal campo: troppo poco per poter meritare un’altra occasione in maglia Cavs.

Minnesota Timberwolves, una nuova speranza

In estate Bennett fu spedito insieme alla nuova prima scelta, Wiggins, a Minneapolis in cambio di Kevin Love. Nuova città, nuovi tifosi e una nuova speranza per il canadese. Quella stagione vide i Cavs dei big-three perdere il titolo a causa di una serie di sfortunati eventi degni della fantasia di Lemony Snicket; i Timberwolves invece chiusero sul fondo della Western Conference stabilendo il peggior record nella storia dei Lupi. Ma non fu tutto da buttare: Wiggins vinse il ROY e LaVine trionfò al Dunk Contest; Bennett al contrario si dimostrò ancora inadatto al mondo NBA, palesando enormi limiti caratteriali e soprattutto tecnici.

Toronto Raptors, il ritorno del figliol prodigo

Altro giro, altra squadra, altra delusione: questa volta a Toronto, la sua città natale, quella che avrebbe dovuto segnare la rinascita del prodotto di UNLV. Ma neanche sotto la guida di un buon coach come Casey la situazione migliorò: 1.5 punti e 1.2 rimbalzi in 19 partite, tirando inoltre con un imbarazzante 29.2% dal campo. La società decise di spedirlo alla sua squadra satellite, i Raptors 905, rendendolo cosi la prima scelta nella storia ad essere retrocessa in D-League. Taglio inevitabile a febbraio ed ennesima bocciatura per lui.

Brooklyn Nets, l’ultima spiaggia NBA per Anthony Bennett

Torniamo ai giorni nostri; a luglio l’unica squadra a puntare sul classe 93′ è Brooklyn, un cantiere aperto e senza scelte fino al draft 2019. Si può fallire anche nella franchigia NBA più disastrata degli ultimi anni? Il buon Tony ha dimostrato che non c’è limite al peggio: in 23 partite mette a referto 5 punti e 3.4 rimbalzi, giocando 13 minuti di media. Un’altra breve esperienza in D-League prima della rescissione contrattuale con i Nets, che pone fine alla sua carriera NBA.

Fenerbahce Ulker Istanbul, fine della storia?

Il draft 2013 non fu uno dei più memorabili, ma si notarono comunque degli ottimi giocatori in lista (Oladipo, Gobert, Antetokoumpo…). Vero: è facile parlare e criticare col senno di poi.. Tuttavia, visto il suo non eccezionale curriculum collegiale, era lecito scegliere un prospetto migliore. Bennett ci ha provato, si è impegnato, ed ha fallito. Ma quando tocchi il fondo non puoi che risalire: il destino ha deciso di regalargli un ultima chance al Fenerbahce, alla corte del maestro Obradovic, per tentare la conquista di un Eurolega che da molto tempo aspettano in Turchia e che quest’anno può diventare realtà. Venire sconfitti non è una vergogna; la vera infamia è sottrarsi al combattimento, e Anthony Bennett questo lo sa. A 23 anni non può più sbagliare.

Il futuro di Anthony Bennett?

Cosa riserverà il futuro al giocatore ex scelta numero 1 del draft NBA? Difficile dirlo, impossibile prevederlo: noi gli facciamo un in bocca al lupo affinché non diventi uno dei peggiori di sempre ad essere stato chiamato con la prima assoluta, il percorso che ha probabilmente evitato anche il Mago, Andrea Bargnani, grande talento poi rivelatosi inadatto probabilmente a livello mentale ai grandi palcoscenici ma che ha comunque fatto buone cose, anche se senza continuità e senza i risultati eccellenti che tutti si aspettavano da lui. Avanti al prossimo: il draft NBA 2017 ha portato in dote un Fultz sfortunato, subito infortunato e che sta faticando ora a trovare una sua dimensione in quel di Philadelphia.

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