Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Eurostories – Giannis Antetokounmpo: il venditore ambulante che ha raggiunto il sogno americano

Eurostories – Giannis Antetokounmpo: il venditore ambulante che ha raggiunto il sogno americano

di Mario Tomaino
Antetokounmpo-Mamba Mentality Giannis Antetokounmpo

Prosegue il viaggio di NBAPassion alla scoperta delle storie più particolari dei protagonisti in NBA: oggi è il turno di Giannis Antetokounmpo e la toccante storia della difficile infanzia passata nei sobborghi di Atene.

La sua esplosione in NBA di questa stagione è frutto del lavoro, ed i suoi compagni di squadra e coach Kidd garantiscono per lui, ma anche di doti fisiche fuori dal comune. Oltre a questo il ragazzo ha una storia particolare, che vale la pena raccontare.

Giannis Antetokounmpo: la sua storia

La storia che vi racconteremo oggi parte da lontano, dall’Africa, precisamente dalla Nigeria. Il Paese, che dal 1960 è ormai stato reso indipendente, non riesce a stabilizzarsi dal punto di vista politico ed economico: la situazione è allo sbaraglio e da 30 anni si susseguono colpi di stato a governi provvisori che non hanno nemmeno il tempo di stabilirsi che sono già decaduti. In preda ad una crisi senza sosta e una situazione politica sempre molto traballante, la famiglia Adetokumbo decide di lasciare la Nigeria e intraprendere una nuova vita, possibilmente più dignitosa e tranquilla, in Europa. Così, nel 1992, Charles e Veronica sbarcano in Grecia, che dopo la caduta dell’Unione Sovietica ha aperto le frontiere agli immigrati.

Gli Adetokumbo sbarcano nella penisola ellenica da perfetti clandestini, abbandonando Lagos con il cuore pieno di speranza che le cose possano andare per il verso giusto in Grecia. Si stabiliscono ad Atene e qui, proprio nella Capitale, il 6 Dicembre 1994 danno alla luce il terzogenito Giannis. Il destino, però, non ha grandi cose in serbo per la famiglia Adetokumbo e l’infanzia di Giannis Antetokounmpo non è stata idilliaca: vivere da clandestini non è mai facile, così Veronica e Charles provano disperatamente ad ottenere la cittadinanza greca, quanto meno per i figli (per i quali hanno scelto nomi tipicamente ellenici come Thanatis, Kostas, Francis, Alexis e Giannis appunto); addolciscono persino il cognome rendendolo foneticamente più piacevole all’accento greco e passando quindi da “Adetokumbo” a “Antetokounmpo” ma, la loro condizione di immigrati clandestini, non gli permette di ottenere i documenti voluti. Per cui Giannis si ritrova in una situazione paradossale: non ha né passaporto nigeriano (non ha mai visitato la Nigeria, tra l’altro) né greco. Giannis è un perfetto apolide.

Una foto che ritrae la famiglia Antetokounmpo al completo

Una foto che ritrae la famiglia Antetokounmpo al completo

La famiglia Antetokounmpo, come già affermato, vive ad Atene, in zona Sepolia, un quartiere tra i più malfamati della città ad alto tasso razzista, tra le altre cose. Immaginare quanto possa essere stato duro trascorrere una vita da immigrato apolide in un quartiere xenofobo (nonostante gli Antetokounmpo abbiano poi dichiarato di non essere stati soggetti di razzismo) e con la paura che la polizia potesse scoprire la loro situazione vedendo espulsi dalla Grecia, non è sicuramente impresa ardua. Detto questo, la situazione è ancor più drammatica di quello che si possa pensare: mamma Veronica e papà Charles non hanno un lavoro fisso e pertanto sono costretti a lavorare come venditori ambulanti. Sfamare una famiglia in cui sono compresi ben 5 figli, non è facile, per cui i fratelli più grandi come Francis, Thanatis e lo stesso Giannis, hanno dovuto aiutare i genitori, lavorando per strada: occhiali da sole, borse, scarpe e tutto ciò che era possibile vendere per racimolare qualche euro che permettesse di pagare le bollette e soprattutto mangiare. Già, perché alcuni giorni i soldi non erano abbastanza da poter permettere un pasto decente.

Nonostante queste gravi difficoltà, una cosa ha sempre permesso a Giannis Antetokounmpo di distogliere la mente dai brutti pensieri: il basket.

L’amore per il basket di Giannis Antetokounmpo

L’amore per questo sport è sempre stato più forte di ogni cosa: il basket per Giannis e il fratello Thanatis è stato sinonimo di salvezza dalla difficile vita di strada, di spensieratezza dalla pesantezza della vita, di distrazione dallo stomaco brontolante. Come tanti ragazzi in preda alla povertà assoluta, lo sport è fonte di vita e viene in soccorso di Giannis, permettendogli di esprimere tutto il suo talento.

A notare prima di tutti Thanatis e Giannis, è stato coach Spiros Velliniatis, allenatore del Filathlitikos, club di Serie A2 greca. La figura di Velliniatis sarà fondamentale nel percorso di crescita di Antetokounmpo: l’allenatore, ex giocatore professionista militato anche in Germania, ha una mentalità piuttosto aperta rispetto a molti altri concittadini e, vedendolo giocare tra i campetti di periferia, si innamora del suo talento, intuendo il potenziale nascosto dietro quelle lunghe gambe e braccia. Velliniatis è anche una persona estremamente intelligente e, venendo a conoscenza della situazione economica della famiglia Antetokounmpo, offre un lavoro ai genitori: “Hai difronte Mozart che è affamato, cosa fai? E’ un dilemma da risolvere.” – dichiarerà lo stesso coach qualche anno dopo – “No, non gli serve un violino. Gli serve un filone di pane”.

Giannis Antetokounmpo con la maglia del Filathlitikos

Giannis Antetokounmpo con la maglia del Filathlitikos

Così Giannis, sotto la sapiente ala protettiva di Velliniatis, ha l’opportunità di crescere con serenità e costanza e i risultati non tardano ad arrivare: 9.5 punti, 5 rimbalzi, 1.4 assist, 1 stoppata e 0.7 palle rubate di media, segno che il potenziale è di quelli grossi; Antetokounmpo è il prototipo del giocatore allaround. Appena 18enne, arriva il salto nell’Europa che conta, in ACB spagnola: il Saragozza crede nelle sue capacità e gli fa firmare un quadriennale da 250 mila euro annui; cifre che solo qualche mese prima Giannis nemmeno immaginava potesse percepire.

Ma il suo destino non è in Europa, bensì in NBA. Tanti sono gli scout che vengono ormai ripetutamente a visionare le sue partite e anche i GM delle franchigie iniziano a scomodarsi: da Sam Presti dei Oklahoma City Thunder a Danny Ferry degli Atlanta Hawks, proseguendo con Daryl Morey degli Houston Rockets, Masai Ujiri ai tempi dei Denver Nuggets e terminando con Danny Ainge dei Boston Celtics e Ryan McDonough dei Phoenix Suns, la lista è lunga.

Il 2013 è l’anno sparti acque: il nome di Giannis ha fatto il giro del mondo e la Grecia, avendo ormai chiaro il futuro del giocatore in NBA, decide di assegnare a lui e la famiglia la tanto desiderata cittadinanza ellenica per meriti sportivi. Ce l’hanno fatta: gli Adetokumbo dopo 20 anni di sofferenze e sacrifici sono finalmente greci, sono Antetokounmpo a tutti gli effetti.
Così, in vista degli Europei Under-20 tenutisi quell’anno, Giannis viene convocato in nazionale. Per Antetokounmpo è l’ultima importante vetrina prima dello sbarco in NBA e le attese non vengono tradite: il ragazzo si mette in mostra con la maglia della Nazionale Greca, raggiungendo un buon quinto posto in un torneo dove l’Italia chiuse con la vittoria finale con Amedeo Della Valle MVP della competizione.

“Con la scelta numero 15 del draft NBA 2013 i Milwaukee Bucks selezionano Giannis Antetokounmpo”. Il resto è storia recente…

Giannis Antetokounmpo in azione con la Nazionale Greca: riuscirà ad essere fondamentale nel corso di EuroBasket 2015?

Giannis Antetokounmpo in azione con la Nazionale: riuscirà ad essere fondamentale anche con la Grecia?

 

L’esplosione in NBA

I suoi numeri di questa stagione sono a dir poco incredibili: contro tre squadre da playoffs (e non solo) come Boston Celtics, Cleveland Cavaliers e Portland Trail Blazers ha messo infatti a referto 38.3 punti
9.7 rimbalzi e 5 assist confermandosi un tutto fare davvero incredibile. Oltre a questi una dedica speciale al  al padre scomparso prima dell’inizio della stagione: 44 punti, una foto con la palla della gara per la sua memoria. Una storia incredibile quella di Giannis che ci riserverà ancora tante, tantissime sorprese…

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