Seconda sconfitta di fila per gli Houston Rockets di Mike D’Antoni, travolti per 118-91 dagli Utah Jazz alla Vivint Smart Home Arena. Un ko senza appello per gli ospiti, costretti ad inseguire sin dal primo quarto (27-18) e incapaci di reagire concretamente, fino alla batosta incassata in avvio di ripresa.
Nel terzo quarto, infatti, i Jazz rifilano ai Rockets un pesantissimo parziale di 38-11 che archivia la pratica. Season low per punti subiti in un quarto, season high sia per palle perse (23) che per punti da turnover (33) per Houston, che tira con appena il 38% dal campo, contro il 50% di Utah.
Si tratta inoltre dell’ottava gara stagionale con meno di 100 punti a referto, la seconda consecutiva dopo quella persa coi Minnesota Timberwolves. Per intenderci, lo scorso anno in 82 partite di regular season ciò è accaduto appena sette volte agli uomini di coach Mike D’Antoni.
Le chiavi della sconfitta secondo Mike D’Antoni
Nelle due stagioni con Mike D’Antoni in panchina, i Rockets non erano mai partiti così male.
“Loro hanno fatto tutto meglio di noi, ci hanno affrontato con lo spirito e l’atteggiamento giusto, erano visibilmente più determinati di noi. Inoltre, sono riusciti ad andare molto bene al ferro e a batterci in tutti i modi possibili.”, ha dichiarato al termine della gara D’Antoni, che non è ancora riuscito a trovare la soluzione al rendimento piuttosto altalenante e sottotono dei suoi in questa prima parte di stagione.
Non si tratta soltanto di problemi tecnici, ma anche del cosiddetto effort, ossia l’impegno e lo sforzo che i Rockets non hanno mai dato l’impressione di aver profuso nel corso dell’intera gara, che tra l’altro avrebbero dovuto cercare di vincere a tutti i costi per riportare il record in equilibrio e dare un segnale di riscatto dopo il ko con Minnesota.
