Gli Indiana Pacers e Ty Lawson hanno trovato un accordo per la firma della point guard con la franchigia di Indianapolis: il backcourt si rinforza con un ulteriore tassello che potrebbe rivelarsi molto utile nella corsa selvaggia ai playoffs ad est.
Ty Lawson secondo quanto riporta Shams Charania di The Vertical, ha accettato il contratto dei Pacers che prevede un accordo fino al termine della stagione come backup point guard alle spalle di George Hill.
I New York Knicks sono alla ricerca di una guardia, il 22 febbraio hanno firmato un contratto da 10 giorni a Jimmer Fredette, ma la società non sembra soddisfatta e non sarebbe intenzionata a proporre al giocatore un rinnovo. Il mirino dei Knicks si è quindi spostato su Ty Lawson che è diventato free agent nelle scorse ore, dopo essere stato tagliato dagli Houston Rockets.
Tuttavia a New York si sono puntati gli occhi anche su Ray McCallum, appena tagliato dai San Antonio Spurs, e su Tony Wroten, con il quale ci sono già stati contatti tra la società e il suo agente.
Tony Parker (09) e Ray McCallum (03).
La rinuncia a Fredette pare inevitabile, il giocatore, mai entrato nelle rotazioni, è sceso in campo solo due volte, giocando al massimo 3 minuti di garbage time e mettendo a referto soltanto 4 punti. Senza di lui nel roster New York avrebbe lo spazio per firmare un nuovo giocatore. Il vero problema resta il salary cap, la squadra può infatti offrire soltanto contratti al limite del minimo salariale.
L’interesse dei Knicks verte maggiormente sui giocatori più giovani, come dichiarato dall’allenatore Kurt Rambis. Per questa ragione Wroten, 22 anni, e McCallum, 24 anni, sarebbero un ottimo affare da portare a termine, al contrario dell’età più avanzata di Fredette, 27 anni, e di Lawson, 28 anni, l’ultimo resterebbe però un ottimo partito da portare alla grande mela.
La società ha anche dichiarato di aver trattato con i Rockets ben un mese prima della trade deadline per portare Lawson a New York ed avvicinarsi sempre più alla zona playoff, la trattativa non è però andata in porto e le speranze dei Knicks per raggiungere la post season si fanno sempre più misere, hanno infatti perso 15 delle ultime 18 partite.
Secondo quanto riportato da Ken Berger di CBS Sports, gli Houston Rockets, delusi dal pessimo inizio di stagione di Ty Lawson, sono decisi a cederlo in cambio di un giocatore che possa essere utile alla rotazione. Ma il compito non è così semplice perché al momento nessuna delle franchigie sembra intenzionata ad accettare offerte riguardanti il giocatore. La situazione è aggravata dal fatto che Lawson è stato sorpreso più volte mentre guidava in stato di ebrezza e quindi i GM delle altre franchigie vogliono pensare molto bene prima di prendere un giocatore che, nonostante le indubbie doti atletiche e tecniche, fa fatica a rimanere all’interno delle regole. A questo punto, hanno voluto esprimere un loro parere anche altri GM della Eastern Conference.
Boston Celtics’ Isaiah Thomas (4) pushes against Houston Rockets’ Ty Lawson during the first half of an NBA basketball game, Monday, Nov. 16, 2015, in Houston. (AP Photo/Pat Sullivan)
Uno in particolare avrebbe dichiarato: “L’unica squadra che si è dimostrata seriamente interessa a Ty Lawson sono stati i Kings, ma siccome poi hanno preso Rondo il problema non si pone più. Di conseguenza, il mercato per Lui è seriamente ridotto all’osso”. Dal loro canto, i Rockets sono decisi anche a ricorrere a soluzioni drastiche, e starebbero pensando di tagliare il giocatore nel caso in cui non si trovasse un accordo abbastanza vantaggioso con una delle altre franchigie.
Ty Lawson è stato acquistato in estate dagli Houston Rockets per dare uno sprint al reparto guardie, in particolare ai playmaker, ma fino a questo momento il giocatore ha decisamente deluso le aspettative della squadra, finendo con l’essere relegato in panchina.
Ty Lawson.
Recentemente però il giocatore ha voluto parlare ai media statunitensi di ciò, parlando molto apertamente e lodando il modo in cui la franchigia si sta comportando nei suoi confronti. Ecco le parole dell’ex PM dei Nuggets:” Quando sono uscite queste voci Morey, in nome della dirigenza, mi ha convocato personalmente e mi ha rassicurato che nessuna di queste voci è vera e che io sono ancora una parte importante del progetto. Di conseguenza, non verrò aggiunto a nessuna trade perché la dirigenza ha fiducia in me e perché io voglio impegnarmi per ripagare questa fiducia. So di non rendere come il mio solito in questo momento della stagione, ma tutti stanno vedendo che mi sto impegnando moltissimo per tornare ai mieli livelli perché posso dare il mio contributo per uscire da questa situazione difficile”. Un Lawson molto motivato e molto sollevato che vuole impegnarsi e dare il 100% per portare i Rockets fuori da questo brutto periodo e risollevare la classifica.
Record: 31-51
Nella Mile-High City v’è una squadra che da contender, sino ad un paio di anni fa, si è trovata ad affrontare le ultime due stagioni da comprimaria: i Nuggets dal 2013 in avanti, complici infortuni ed una gestione tecnica non all’altezza delle aspettative, hanno avuto diverse difficoltà, non riuscendo nemmeno a lottare per l’ultimo posto utile per i playoff. Tim Connelly, il GM, e Josh Kroenke, il presidente, in questa estate, hanno optato per una rivoluzione minuziosa ed in parte silenziosa. Per prima cosa è stata variata la guida tecnica: via Brian Shaw (già via ad inizio 2015, al suo posto ad interim Melvin Hunt), non all’altezza di sostituire un allenatore come George Karl, ed al suo posto, nel giugno del 2015, è stato chiamato Mike Malone, ex coach dei Sacramento Kings, un allenatore in grado di lavorare e dare una svolta sia in fase offensiva, sia in fase difensiva (quella ove i Nuggets in questi ultimi due anni hanno peccato maggiormente). Per seconda cosa, Connelly e Kroenke, hanno deciso di lavorare sul roster: di talento ve ne era, forse troppo per una squadra non in grado di lottare per i playoff, ma l’amalgama, quella è scomparsa nel 2013, quando coach Karl è stato licenziato e Masaj Ujiri, allora GM dei Nuggets, ha deciso di accettare l’offerta dei Raptors.
MOVIMENTI DI MERCATO
Jameer Nelson e Will Barton, arrivati ad inizio 2015
La rivoluzione in Colorado, in realtà, non è iniziata questa estate, ma qualche mese prima, ovvero ad inizio di quest’anno, quando ormai si era capito il destino dei Nuggets 2014-2015. Nella sessione invernale molti furono i variamenti nel roster: via Timofey Mozgov (a Cleveland per due first-round pick), via Arron Afflalo ed Alonzo Gee (entrambi a Portland per una first-round pick del 2016, Will Barton, vera e propria rivelazione degli ultimi sei mesi, Victor Claver e Thomas Robinson, questi ultimi due mai utilizzati), via Nate Robinson (per Jameer Nelson), e, soprattutto (vero capolavoro della dirigenza Nuggets), via JaVale McGee ed il suo contrattone (Sixers). Al loro posto, oltre ai già citati Barton e Nelson, arriva anche Joffrey Lauvergne, centro francese classe 1991, come seconda riserva d’ufficio (v’è ancora JJ Hickson come prima alternativa) al nuovo centro titolare dei Nuggets dopo la cessione di Mozgov: Jusuf Nurkic, il centro bosniaco scelto al draft del 2014.
WIlson Chandler, rinnovo arrivato quest’estate
I Nuggets, ad inizio estate, erano una delle squadre con più incognite di tutta la Western Conference. Tanti i rinnovi da eseguire e molte le scelte tecniche da fare, a partire da quella, importantissima, settima scelta al draft. I siti di mock draft davano pareri discordanti: chi sosteneva che i Nuggets sarebbero andati su una small forward, ad esempio Justice Winslow, oppure su una shooting guard di livello, come ad esempio Mario Hezonja se avesse superato le prime sei scelte. Denver, invece, stupì tutti: Emmanuel Mudiay, dato come possibile top 5 nel draft, alla settima non era ancora stato scelto. Occasione troppo ghiotta per la dirigenza del Colorado per farsela sfuggire. Arriva così nella squadra di Malone un playmaker. Con la settima scelta, una squadra in ricostruzione solitamente prende un titolare: i Nuggets invece hanno scelto quello che sembrava dovesse essere il vice di Ty Lawson. Le voci sulla partenza di quest’ultimo, allora, si fecero sempre più insistenti (specialmente dopo il rinnovo di Wilson Chandler, dato come possibile partente).
Lawson e Afflalo, le due guard titolari della scorsa stagione
Lawson-Mudiay, Mudiay-Lawson, i dubbi finiscono il 14 luglio del 2015: per l’ennesimo volta, il playmaker di Clinton, nel Maryland, viene arrestato a causa dei suoi problemi con l’alcol. La dirigenza dei Nuggets decide che è troppo e partono le trattative per una trade: il 20 luglio Lawson approda agli Houston Rockets mentre a Denver arrivano Pablo Prigioni, Joey Dorsey (waived entrambi), Nick Johnson e Kostas Papanikolau. Non una trade fantasmagorica, soprattutto ragionando sulla qualità del giocatore venduto (e di quelli presi), ma di sicuro i Nuggets hanno ottenuto quello che volevano: liberarsi di un giocatore, che, seppur uomo chiave negli ultimi anni della franchigia del Colorado, era ormai diventato un problema sia tattico che di spogliatoio, ed affidare le la regia dei Nuggets ad uno dei due playmaker più importanti del draft del 2015.
Mike MIller, ex Cleveland, nuovo acquisto dei Nuggets
Nel roster dei Nuggets, però, gli arrivi non sono finiti qui: vengono firmati Nikola Jokic (centro serbo scelto alla 41 nel draft del 2014 ma lasciato ancora un anno in Europa), e i not-guaranteed contract per il training camp (ovviamente da valutare chi rimarrà e chi no) di Oleksiy Pecherov (centro), Devin Sweetney (swingman) e Matt Janning (guardia), anche questi ultimi tre proveniente dalle leghe d’oltre oceano (a testimoniare il fatto di come la dirigenza di Denver guardi molto al basket europeo). Ad un roster così infarcito di giovani, però, un po’ d’esperienza serve. Dopo la firma del free agent Jameer Nelson (già arrivato nella stagione precedente) arriva anche quella dell’ex Cavs (e molte altre squadre) Mike Miller.
QUINTETTO BASE
PG – Emmanuel Mudiay
SG – Jameer Nelson/Randy Foye
SF – Danilo Gallinari
PF – Kenneth Faried
C – Jusuf Nurkic
Il quintetto base dei Nuggets in realtà potrebbe essere molto diverso da quello mostrato. Se per il ruolo di point guard non vi sono dubbi, lo stesso non si può dire per il ruolo di shooting guard. L’adattamento al ruolo di Nelson potrebbe essere la soluzione ai momenti no di Mudiay (è pur sempre un rookie), ma la scelta di una SG di ruolo potrebbe essere forse la più consona vista la scarsa qualità da tre sia di Mudiay che di Nelson. In questo caso Randy Foye potrebbe essere la scelta più affidabile, anche se non v’è da escludere l’innesto da titolare di un giocatore come Will Barton.
Nel reparto forward e lunghi invece v’è da capire che tipo di modulo utilizzerà Malone. Il quintetto inserito qui in esempio dovrebbe essere quello base: Gallinari (fresco di rinnovo e che sembra finalmente tornato quello del 2013), Faried e Nurkic saranno i titolari. Tanto talento, soprattutto offensivo, soprattutto under the rim. L’unico problema è la difesa sugli small-ball. Gallinari è un 2.08, Faried un 2.03 e Nurkic un 2.11. Insomma, in reparto in totale controtendenza con la moda odierna. L’adattamento potrebbe essere lo spostamento di Faried e Gallinari rispettivamente a centro e power forward e l’inserimento da titolare di Wilson Chandler come small forward. La scelta ovviamente sarà del coach, e non ci stupiremmo se vedessimo quintetti diversi a seconda delle partite.
ASPETTATIVE PROSSIMA STAGIONE
I Nuggets hanno il classico roster imprevedibile come ve ne sono tanti nella Western Conference. Il talento, come già detto, è tantissimo, gli interrogativi anche. Il 31-51 pronosticato sembra una buona media di una squadra che, in caso non si trovasse il giusto affiatamento ed i giusti movimenti, potrebbe veramente rischiare di finire nelle ultime tre e, in caso contrario, lottare per l’ultimo posto utile per i play-off.
POSSIBILE SORPRESA – Emmanuel Mudiay
Mudiay, playmaker scelto alla numero 7 nel draft del 2015
La sorpresa di questi Nuggets, ovviamente, non può essere che lui: il rookie, scelto alla numero 7, Mudiay. Di lui si è detto tutto e il contrario di tutto: che sia un fenomeno, un sopravvalutato, che abbia enormi margini di miglioramento, che non ne abbia cosi tanti, chi lo dava top 5, chi lo dava dopo la 10 e così via. Lui durante la Summer League ha risposto abbastanza bene: una visione del gioco fuori dalla media, doti atletiche incredibile ma anche un tiro da rivedere. Di sicuro v’è una cosa: i Nuggets lo possono e lo devono aspettare. Se riuscirà a prendersi in mano questi Nuggets sin da subito, portandoli a discreti risultati, allora ecco che il playmaker congolese potrebbe essere tranquillamente uno dei seri candidati al Rookie of The Year.
GIOCATORE CHIAVE – Danilo Gallinari
Danilo Gallinari, combo-forward dei Denver Nuggets
Giocatore simbolo, di più talento, con più aspettative di tutti: stiamo parlando ovviamente di Danilo Gallinari. Dopo il rinnovo da quasi 40 milioni di dollari di questa estate, il Gallo è chiamato ad un stagione al limite del career-year. Gli infortuni degli ultimi due anni sembrano (e lo speriamo vivamente) lontani, la forma sta tornando quella dei primi anni a Denver (guardate un paio di Highlights dell’EuroBasket 2015 se non ci credete) e, soprattutto, Danilo sembra aver maturato quella personalità da leader carismatico fondamentale in una squadra dove lui ha le capacità per essere il leader tecnico.
Per Nba Passion,
Simone Scumaci
Lawson e i Nuggets: le polemiche non finiscono neanche dopo la trade che ha portato il playmaker lontano da Denver.
Ty Lawson, point guard classe 1987, draftato alla numero 18 nel 2009, è passato da essere una delle più importanti steal of the draft e leader dei Denver Nuggets a un reietto da tradare il primo possibile: il motivo è il vizietto che il playmaker di Clinton, in Maryland, aveva (si spera gli sia passato), vale a dire l’alcool. Dopo l’ennesimo fermo poliziesco (il secondo solo nel 2015) datato 14 luglio, la dirigenza Nuggets ha deciso di cederlo definitivamente, puntando così in toto sul rookie Mudiay (settima scelta nell’ultimo draft): il 20 luglio Ty Lawson fu tradato e approdò agli Houston Rockets. Nella trade sono andati a Denver Joey Dorsey (liberato, la stagione prossima giocherà al Galatasaray), Nick Johnson, Pablo Prigioni (anche lui liberato, ora ai Clippers) e Kostas Papanikolaou, oltre ad una first round pick nel 2016 e cash consideration.
Josh Kroenk e Tim Connelly, owner e GM dei Denver Nuggets rispettivamente dal 2010 e 2013
Dopo la firma del giocatore coi Rockets, la dirigenza Nuggets si può concentrare su altri importanti rinnovi (Gallinari e Faried su tutti, anche se per ora ha firmato solo il primo), ma la telenovela targata Lawson non è ancora finita: nonostante il supporto psicologico che la dirigenza dei Nuggets in questi anni sembra avergli fornito, nonostante le attese e nonostante una trade in cui comunque il playmaker è stato accontentato (al contrario dei Nuggets che hanno preso 4 giocatori non titolari ed una prima scelta, forse l’unica cosa veramente positiva di questa trade) riuscendo ad andare in una contender, Lawson ci ha tenuto a far sapere a tutti cosa pensava di Connelly (GM) e Josh Kroenke (owner).
Dopo aver pubblicato una foto su Instagram, Lawson ha cominciato a rispondere ai commenti: uno di questi, scritto da un tifoso, lo etichettava come “delusione” per i Nuggets ed i suoi sostenitori. La risposta di Lawson è una “legnata” verso la sua vecchia squadra.
“Lol. Una delusione? Ho fatto il mio lavoro. Tim Connelly e Josh Kroenke sono un pessimo GM e un pessimo Presidente”
.
Questa la stangata assestata da Lawson ai suoi vecchi “capi”, ennesima tappa di una polemica che appare quasi interminabile e che, a ben vedere, ha ben poco di professionale.
Per Nba Passion,
Simone Scumaci, Simo_Spaulding
Secondo Yahoo Sports, l’arresto dell’altra notte è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: i Nuggets chiedono una prima scelta ed un giocatore giovane per liberarlo.
Star sul campo ma tremendo fuori, sopratutto alla guida. Per la seconda volta in pochi mesi,Ty Lawson si fa beccare per DUI (Driving Under Influence), la comune “guida in stato di ebbrezza”, e viene arrestato. Sarà certamente rilasciato su cauzione, ma è legittimo comprendere come la dirigenza dei Nuggets stia iniziando a valutare con convinzione la possibilità di tagliare la PG. 
Così scrive Mitch Lawrence, per il quale un rapporto ormai incrinato, la voglia nota del giocatore di riabbracciare coach Karl, un feeling mai sbocciato con gli attuali compagni di squadra, e 25.6 milioni di dollari a libro paga per i prossimi 2 anni, sono ottimi motivi per valutare l’addio dell’eccentrico giocatore.
Le firme di Mudiay e Nelson (triennale per l’ex Magic) sono indice della volontà della dirigenza dei Nuggets di percorrere vie alternative e iniziare a convincersi sul serio di un futuro senza il numero 1, ormai demotivato e promesso sposo dei Kings.
Si attendono sviluppi nelle prossime ore, ma l’avventura di Lawson a Denver può di fatto considerarsi conclusa una volta di più.
per NbaPassion
Luca Mazzella
A Denver è tempo di cambiamenti. Ci si aspettano varie trade, da Wilson Chandler a forse Faried, e molto probabilmente Ty Lawson. Il nuovo allenatore sembra non voler stare a sentire nessuna scusa. Lui vuole vincere e vuole giocatori vincenti, a partire da Danilo Gallinari e Jusuf Nurkic.
Secondo Mark Kiszla del Denver Post se Michael Malone vorrà avere successo ai Nuggets, Ty Lawson dovrà andarsene, ed è convinto che le due cose siano incompatibili.
“Ho chiesto ai ragazzi: Quanto vi importa di vincere? Volete vincere? Odiate perdere o no?”, ha detto Malone durante la sua prima conferenza da allenatore dei Nuggets.
Secondo il giornalista del Post Lawson non ricalcherebbe il tipo di giocatore che sia seriamente interessato a vincere, e dato che Malone non sembra interessato a voler tirare fuori il meglio dai giocatori sforzandosi anche dal punto di vista motivazionale i Nuggets starebbero cercando acquirenti. Durante o successivamente al draft potrebbe succedere qualcosa di concreto, magari con i Dallas Mavericks, nonostante essi non abbiano Lawson come primo obiettivo per sostituire un Rajon Rondo molto vicino alla partenza.
Per NBAPassion.com
@Jeuls97 on Twitter
#10
Mentre le finals NBA sono ancora in corso ma quasi in dirittura di arrivo, cresce intanto la foga verso il draft del 25 giugno e le squadre continuano a visionare i giocatori per non arrivare impreparate al grande giorno. I Denver Nuggets sono in possesso della scelta numero 7 che è importante, ma potrebbero non accontentarsi.
Si vocifera infatti che la franchigia del Colorado si stia impegnando per ottenere un’altra scelta. Christopher Dempsey del Denver Post rende noto che i Nuggets potrebbero essere interessati alla scelta numero 8 detenuta dai Detroit Pistons, quest’ultimi necessitano di un’ala piccola e Denver avrebbe la possibilità di accontentarli con una trade.
A Denver forse serve un playmaker visto che Jameer Nelson sembrerebbe pronto all’addio e Lawson è stato messo in discussione per potenziali trade. Fin’ora i Nuggets avrebbero visionato solo un play, si parla di Jerian Grant di Notre Dame ma, nella giornata odierna dovrebbero essere messi in prova anche Cameron Payne di Murray State e il serbo Nikola Radicevic.
Infine in quel di Denver si è anche pensato ad Emmanuel Mudiay, un altro playmaker interessante considerato uno dei primi 4 giocatori ad essere scelto. Se l’idea dei Nuggets andrà a buon fine significa che la società ha intenzione di rifondare di nuovo al completo, e ripartire completamente dai giovani anche se per ora c’è da risolvere l’interrogativo del coach.
Per NBA passion,
Alessio Angelucci
Nonostante il fresco esonero di Tom Thibodeau dalla panchina dei Chicago Bulls, sembrerebbe che Melvin Hunt sia ancora il candidato numero uno per la panchina dei Nuggets, Jared Zwerling scrive. Le possibilità di Hunt sono aumentate notevolmente dopo i buoni risultati portati a casa nel fine stagione, segnala Marc Stein di ESPN: lo stesso insider parlava di D’Antoni come possibile candidato al ruolo di HC, mentre i Nuggets parlavano già con Melvin per sostituire l’appena esonerato Bryan Shaw, conclude Zwerling.
Per Thibodeau i Nuggets non sono un opzione, nonostante in passato se ne parlava come candidato principale nel caso in cui fosse stato liberato dai Bulls, come successo ieri, spiega Ken Berger di CBSSports. Anche Alvin Gentry sarebbe un potenziale candidato per la panchina, ma quest’ultimo è stato anche associato agli altri posti vacanti della lega. Secondo Adrian Wojnarowski di Yahoo! Sport ulteriori candidati in pista per il ruolo di HC sono: Michael Malone, Scott Skiles, Fred Hoiberg e David Vanterpool.
Melvin Hunt è l’allenatore più fattibile per una squadra in ricostruzione, secondo Steve Kyler di Basketball Insiders. I Nuggets sembrerebbero contemplare grandi cambiamenti, ma il coach ha richiamato a se una certa fiducia da parte dei giocatori dopo aver assunto il controllo della panchina. Tra questi spiccano Lawson e Faried, i giocatori attualmente più in bilico che perdendo la fiducia della società e della squadra potrebbero lasciare la franchigia molto presto. I due si aspettano che la società faccia la giusta scelta per il ruolo di coaching e si operi bene sul mercato, Kyler conclude.
Per NBA passion,
Alessio Angelucci
In casa Nuggets si pensa già al futuro e, dopo la conferma alla lottery nella quale si è ufficialmente decretato che la franchigia sceglierà al numero 7, mercoledì inizierà gli allenamenti relativi al pre-draft.
Christopher Dempsey di “The Denver Post” attraverso un tweet fa sapere che il gruppo di giocatori che parteciperanno al primo allenamento sarà composto da: JJ Avila, Askia Booker, Derek Cooke, Alex Herrera, Stanton Kidd e Mitch McCarron.
Il “Denver Post Scribe” invece ci illumina su chi prenderà parte alla seduta di giovedì, ovvero: Daniel Bejarano, Michael Frazier II, Cam Griffin, ed infine Brett Olson.
Chiaramente come si può immaginare nessuno di questi giocatori sopra citati finirà per essere scelto al numero 7, ma i Nuggets avranno la possibilità della scelta al secondo giro oppure, se nessuno di questi venisse chiamato nella notte del draft ci sarebbe la possibilità di chiamarli eventualmente alla summer league di Las Vegas.
L’attuale situazione della franchigia del Colorado non è affatto facile, c’è ancora da scegliere se verrà confermato Melvin Hunt nel ruolo di head-coach anche per la prossima stagione, oppure se arriverà qualcun altro al suo posto.
Inoltre, nei giorni scorsi, ci sono state voci di un potenziale addio sia di Lawson che di Faried nel caso la società facesse dei passi falsi in estate. Sarebbero due perdite cruciali per i Nuggets in fase di totale ricostruzione, ma le parole in questi casi contano poco: aspettiamoci di tutto durante l’estate in quel di Denver!
Per NBA passion,
Alessio Angelucci
