Home WNBA, Women's National Basketball AssociationPhoenix Mercury “Un pallone da basket da schiacciare”, il primo desiderio di Brittney Griner

“Un pallone da basket da schiacciare”, il primo desiderio di Brittney Griner

di Michele Gibin
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Brittney Griner si trova ancora a San Antonio, Texas, alla base militare di Fort Sam Houston quattro giorni dopo essere stata rilasciata dopo 294 giorni di detenzione in Russia. E la star WNBA ritrovatasi all’improvviso a febbraio 2022 al centro di un braccio di ferro diplomatico tra USA e Russia, e processata e condannata a 9 anni di carcere per possesso di quantità modiche di hashish, ha chiesto di fare la cosa che sa fare meglio, ovvero giocare a basket.

Brittney ha chiesto di poter riprendere gli allenamenti, degli allenamenti blandi, e un pallone da basket da schiacciare per la prima volta in oltre 10 mesi.

L’agente della giocatrice, 7 volte All-Star WNBA e 2 volte medaglia d’oro olimpica, non ha ancora chiarito quali siano le intenzioni di Griner, una volta ritrovata la libertà nel suo paese. “Se vorrà giocare ancora, sarà lei a dirlo, e al momento opportuno. Ora può pensarci senza pressioni, ha le vacanze di Natale davanti a sé. Ciò che possiamo dire è che sta molto bene, sembra aver superato tutto estremamente bene“.

Prime dichiarazioni pubbliche di Griner sono attese “in settimana”, ha detto l’agente Lindsay Kagawa Colas, che in questi mesi ha fatto da tramite tra la Russia, gli avvocati della giocatrice e la sua famiglia con la moglie Cherelle in prima persona. Brittney ha già ricevuto la visita di alcuni famigliari, del padre, e risiede al momento in un hotel all’interno del territorio della base.

Non c’è alcuna tabella da seguire, si sta reintegrando solo ora in un mondo che per lei è cambiato. Dovrà sapere che per motivi di sicurezza, che non dipendono dalla sua volontà, non potrà muoversi con la stessa libertà di cui ha sempre goduto. Ma se c’è una cosa che sappiamo, è che saprà sfruttare questa popolarità nel modo più giusto“.

Brittney Griner era stata trasferita con un volo da Yavas, sede della colonia penale femminile dove aveva iniziato a scontare i 9 anni di condanna, a Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dove era avvenuto lo scambio di detenuti con l’ex militare sovietico Viktor Bout, condannato a 25 anni di carcere negli USA per traffico d’armi e terrorismo. Da lì in poi, il suo aereo aveva proseguito verso San Antonio.

A raccontare altri dettagli delle ore dopo il suo rilascio, è stato il negoziatore Roger Carstens, incaricato d’affari speciale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden per gli ostaggi, che ha giocato un ruolo primario nella trattativa con gli omologhi russi. “Ci ha detto, ho passato 10 mesi in galera a sentire parlare russo, ora voglio parlare un po’. E quindi si è alzata dal suo posto, ha voluto conoscere tutti i presenti sull’aereo, i loro nomi, alcune informazioni, stabilire una connessione insomma. E’ stato emozionante da vedere“.

La mia impressione?” ha detto Carstens “Quella di una persona intelligente, umile, appassionata e interessante, una persona patriottica e per prima cosa, autentica. Mi è dispiaciuto averla conosciuta in certe circostanze ma mi sento comunque fortunato ad averlo fatto, di aver avuto la possibilità“.

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