“How can you not love this guy? The guy plays with so much passion. He plays with toughness. He plays for the team.”

Russell Westbrook

Russell Westbrook

Come si fa a non amarlo? Queste le parole spese per lui da un certo Kevin Durant durante il suo discorso post MVP. Queste parole sono rivolte ad un suo compagno degli Oklahoma City Thunder che KD cerca con lo sguardo, mentre sta parlando. La persona in questione è uno dei playmaker più tosti della lega, senz’altro uno dei più talentosi. La persona in questione, come d’altronde molti suoi colleghi, è un campione senza anello, un vincente senza trofeo ma sicuramente un candidato MVP. La persona in questione è Russell Jr. Westbrook.

Westbrook nasce a Long Beach, California, il 12 Novembre 1988, da Russell Westbrook Sr. e signora, Shannon Horton. Cresce però ad Hawthorne, e sarà proprio in questa cittadina Americana che Russell scoprirà la passione per la pallacanestro. Questa passione gli viene tramandata dal padre che, ai suoi anni, passava metà della sua giornata ai playground a umiliare chiunque provasse a sfidarlo. E i campetti saranno un po’ la seconda casa anche per Russ, e sarà proprio lì che imparerà tutte quelle mosse che oggi appassionano i tifosi dei Thunder e degli appassionati in generale. Per il giovane Russell però, il basket non è tutto. I genitori infatti, sono molto severi, e il basket deve essere concepito dai figli, come un premio. “No pal, you won’t play ‘till you finish your homework” “No amico, non andrai a giocare finchè non avrai finito i tuoi compiti”. Questa più o meno era la solita pappardella che Westbrook sentiva ogni volta che chiedeva alla madre il permesso di andare a giocare.

Decide quindi di iscriversi alla Leuzinger High School in Lawndale, California, dove si rende conto che il basket può diventare qualcosa di più che una semplice sfida al campetto. Khelcey Barris infatti, appena lo vede giocare se n’innamora perdutamente, al punto di chiederli personalmente di iscriversi nella sua squadra. Nel suo anno da freshman è gia titolare inamovibile. Lui vuole giocare da ala, come uno dei suoi grandi idoli Kevin Garnett, ma la sua altezza e le sue doti suggeriscono che il ruolo più adatto a lui sia quello di playmaker.

Russell Westbrook ad UCLA

Russell Westbrook ad UCLA

Nei suoi anni alla Leuzinger Russell offre spettacolo, al punto che Ben Howland e la UCLA faranno carte false per averlo. Diventa quindi un “bruin” nel college californiano. Inizialmente sarà il sostituto di Darren Collison ma il ruolo di comprimario non fa per lui. Dall’anno successivo (complice anche un infortunio di Collison) Westbrook si prenderà il ruolo di titolare e lo lascerà solo nel 2008, quando si rende eleggibile per il draft NBA.

Russell Westbrook nel giorno del draft ai Sonics

Russell Westbrook nel giorno del draft ai Sonics

Russell viene scelto con la chiamata numero 4 dai Seattle Supersonics (che diventeranno poi Oklahoma City Thunder), dopo Derrick Rose che viene chiamato dai Bulls, Michael Beasley che diventa uno dei Miami Heat e O.J. Mayo selezionato alla terza dai Timberwolves. Il suo anno da rookie è giocato su ottimi livelli, riuscendo anche a registrare la prima ,delle tante, tripla doppia contro Dallas. Al termine della stagione entra a far parte del NBA All-Rookie First Team grazie ad una media di 15.7 punti a partita. Anche questa volta, il primo anno è un panchinaro e, anche questa volta le cose cambiano l’anno successivo. Nella stagione 2009-10, infatti, diventa titolare, aiutando la sua squadra a raggiungere i playoff, dove però trovano i futuri campioni dei Lakers a cancellare il loro sogno al primo turno.

La stagione 2010-11 sarà la stagione che confermerà definitivamente Westbrook. È uno dei migliori PG della lega e, senza ombra di dubbio, uno dei più atletici. Il suo atletismo gli varrà anche la prima convocazione all’All Star Game. Al termine della stagione, i suoi Thunder conquistano la quarta piazza nella western conference. Ai playoff incontrano al primo turno i Denver Nuggets, che vengono eliminati in 5 gare. Al turno successivo bisogna andare fino a gara 7 per eliminare i Memphis Grizzlies, impresa aiutata dai 31 punti nell’ultima partita di Westbrook e soprattutto da una serie giocata a grandi livelli dai tre Moschettieri: Westbrook, James Harden e Kevin Durant. Nelle finali di conference, però, Russell e compagnia incontrano i Dallas Mavericks che, in 5 gare, eliminano i Thunder.

Durant e Russell Westbrook

Durant e Russell Westbrook

La stagione successiva, quella 2011-12, sarà la stagione contemporaneamente la più emozionante e la più ricca di rimpianti della sua carriera: dopo essere stato selezionato di nuovo all’All Star game e aver segnato il suo career high di 45 punti contro Minnesota, aiuterà la sua squadra a qualificarsi ai playoff dove, al primo turno, si sbarazzano in 4 gare dei Mavericks, prendendosi la rivincita. Sarà poi la volta dei Lakers, che verranno eliminati dopo 5 partite, e degli Spurs, eliminati in 6. Russell e i suoi sembrano inarrestabili, quello sembra essere il loro anno: Durant è una forza della natura, Harden ha fatto il definitivo salto di qualità è Russell Westbrook è leader sia dentro che fuori dal campo. Nelle Finals però incontrano il king, LeBron James. Ci vorranno  5 gare a LeBron per confermare la corona sulla testa e per cancellare il sogno di anello della squadra di Oklahoma. “Everything you hope for, just gone. I don’t believe this” “Tutto quello che speri, andato. Non ci voglio credere”.

Quel 22 giugno 2012 qualcosa sembra essersi rotto nel cuore di Russ che però non sa nemmeno cosa voglia dire arrendersi, e riprenderà la stagione successiva con i ritmi della precedente. Le medie punti si alzano, le triple doppie diventano quasi una costante e i suoi Thunder raggiungono ancora una volta i playoff. Al primo turno trovano gli Houston Rockets dell’ex compagno di squadra James Harden. In gara 2 però, a gioco praticamente fermo dopo un time-out chiamato, il rookie Patrick Beverly nella foga di rubargli il pallone gli frana addosso, provocandogli la rottura del menisco e chiudendo così in anticipo la sua post-season. Finisce così una striscia di 445 partite consecutive giocate senza saltare una gara con la maglia di Oklahoma City. I suoi Thunder verranno eliminati al turno successivo dai Grizzlies.

Quell’infortunio lo obbligherà a guardare in televisione l’inizio della stagione successiva, la 2014-15. Quando rientra, a farsi male è l’altro violino della squadra KD, e nonostante una stagione formidabile di Russell Westbrook (e un titolo MVP dell’All Star Game) non riuscirà a trascinare la sua squadra ai playoff.

Quest’anno le cose sono diverse. Sia Russ che Durant godono di ottima salute, in più il numero 0 è back-to-back MVP dell’All Star. I suoi Thunder stanno disputando un’ottima stagione, stiamo a vedere se riusciranno a fermare quella macchina apparentemente inarrestabile che si chiama Golden State Warriors. Quello su cui non dobbiamo avere dubbi è che Mr. Triple Double farà di tutto per togliere lo scettro a Stephen Curry e che, nonostante tutto, tra i nomi dei grandi di questo sport, troveremo sicuramente il suo: Russell Westbrook.

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