Parecchi anni fa, l’ex giocatore degli Utah Jazz Andrei Kirilenko, russo, sconvolse i reporter NBA con una citazione della “vittoria di Pirro” relativa a una partita vinta ma a caro prezzo dai suoi. L’America si era appena ripresa dall’aver scoperto che i giocatori europei tendono a essere un “tanticchio” come direbbe il Commissario Montalbano, più acculturari dei parietà americani, che è toccato a Victor Wembanyama stupirli di nuovo.
Accolto col suo premio di Rookie of the Year NBA 2024 allo Scobee Planetarium del San Antonio College, Wembanyama si è esibito in una spiegazione semplice ma efficiace della materia oscura, la materia che compone circa il 27% del contenuto massa-energia dell’universo e che è però a oggi invisibile ai nostri strumenti, perché interagisce a livelli minimi con la materia ordinaria, barionica, di cui siamo fatti.
Victor Wembanyama è fresco di studi come ogni ragazzo di 19 anni, ed è appassionato di scienza. E davanti a una platea di circa 100 ragazzi dei Boys & Girls Clubs e del Big Brother/Big Sister Program locali, si è lanciato in un approfondimento sul mistero della materia oscura.
“E’ una massa che non possiamo vedere ma che sappiamo è li perché influenza l’attrazione gravitazionale, e la velocità di rotazione delle galassie. La sua presenza all’interno delle galassie è stimata essere 5 volte superiore rispetto a quanto dovrebbe essere. Per cui è un mistero enorme, non possiamo vederla, non possiamo osservarla ma c’è, e possiamo osservare i suoi effetti. E’ roba da fantascienza“.