Forse non esiste definizione migliore per descrivere ciò che sta vivendo Paolo Galbiati: cogliere l’attimo. E’ esattamente quello che ha fatto una volta trovatosi sulla panchina di Torino in una situazione abbastanza difficoltosa. La Fiat infatti, partita con Luca Banchi alla guida, aveva iniziato la stagione nel migliore dei modi navigando sempre nelle prime posizioni del campionato e raggiungendo le Final 16 di Eurocup, obiettivi prefissati e raggiunti dall’esperto coach grossetano.
Una volta però aumentati i contrasti tra coach e proprietà, si è dimesso Banchi lasciando il posto a Carlo Recalcati, un’istituzione del basket italiano. Ma le cose non sono migliorate anzi, la difesa faceva acqua da tutte le parti, e dopo appena un mese anche lui ha salutato tutti, presentando le dimissioni irrevocabili; entra in scena allora Galbiati, arrivato a Torino in estate come assistente di Luca Banchi insieme a Stefano Comazzi.
Paolo Galbiati, una parabola già vincente
In soli tre anni Paolo Galbiati passa quindi da essere allenatore in C Gold, oltre che responsabile all’Olimpia Milano del settore giovanile, ad allenare la prima squadra di una città importante come Torino. Gli stimoli non mancano e guardando le prime partite si vede subito la compattezza del gruppo che il giovane coach riesce a riportare.
Arrivano successivamente gli innesti di Vander Blue dai Lakers (Mvp della Coppa Italia), Nobel Boungou Colo in uscita da Valencia e Pelle da Varese, una squadra ribaltata completamente. Ma è nelle difficoltà che escono gli uomini veri: Torino si presenta da outsider al Mandela Forum e l’unica cosa che puoi fare in momenti come questo è unirsi e compattarsi. Nei quarti di finale elimina la Reyer Venezia, una delle principali favorite prima e Cremona in semifinale poi, dando vita a una storica finale contro la Leonessa Brescia. Sotto per 35’ abbondanti riesce a portarla a casa grazie a un canestro in contropiede di Vujacic; la leadership silenziosa di Poeta, la difesa di Washington, il talento infinito di Garrett, Blue e Vujacic oltre alla lotta a rimbalzo di Mazzola, miglior rimbalzista della finale sono le chiavi del successo. E’ l’apoteosi, un sogno diventa realtà, Torino è campione per la prima volta nella sua storia e Paolo Galbiati dopo un solo mese fra i professionisti come head coach è già campione. Una bellissima storia di pallacanestro, che forse nemmeno lo stesso coach si sarebbe immaginato neanche nelle sue più rosee previsione; è la vittoria che probabilmente cambierà la sua carriera da allenatore ma che, sicuramente non scalfirà la sua rabbia agonistica durante le partite, e siamo sicuri che vedremo la sua giacca volare verso la panchina ancora molte volte.