In una partita con il record dei cambi di vantaggio (addirittura 38, non accadeva da Portland- Clippers del 2014 dove ce ne furono 40), Dwayne Wade ha segnato il massimo di punti nella propria carriera contro i Thunder. Infatti non era mai andato oltre i 25 punti nei nove match precedenti, e neanche nelle Finals del 2012 era riuscito a fare meglio: con i 28 di stanotte segna un nuovo record personale contro la franchigia di KD e Westbrook. Ennesima prestazione maiuscola per Flash, che oltre ad una carriera meravigliosa continua ad accumulare record su record. Senza dimenticare gli 8 punti consecutivi nel finale che hanno permesso agli Heat di portare a casa un’importantissima vittoria contro i Thunder.
Autore
Mattia Picchi
Al Palaserradimigni arriva il Maccabi Tel Aviv, in una sfida fra le ultime due classificate del Girone D. Nei padroni di casa mancano sia Logan che Petway, per gli ospiti l’assente di lusso è Jordan Farmar, oltre a Devin Smith; le due triple di Landesberg e i liberi di Onoaku danno subito il vantaggio agli ospiti, 8-0 e time out Calvani. Haynes diventa il condottiero di Sassari in uscita dal time out e con triple e assist porta i suoi al meno uno (12-13), dall’altra parte è Landesberg che trova il canestro con grande facilità. Il primo quarto termina 15-20 per gli ospiti. Ancora Landesberg in autentica serata di grazie continua a sparare da 3 punti e la Dinamo grazie alla tripla di Alexander e ai canestri di Varnado rimane in scia fino a quando Pnini con due bombe in un amen manda i suoi al +9 costringendo Calvani ad un nuovo time out; Varnado riduce il parziale grazie a un grandissimo primo tempo da 15 punti complessivi ed è il vero e proprio leader dei padroni di casa, dall’altra parte è Randle con le sue bombe e penetrazioni a mettere in ginocchio la difesa della Dinamo che non riesce a contenerlo. Il primo tempo termina 33-40 a favore del Maccabi Tel Aviv.
Si apre la ripresa con il Taylor Rochestie show, non solo assist come accaduto nel primo tempo ma anche canestri per condurre i suoi sul più tredici a suon di triple, prova a rispondere ancora una volta Varnado sia dalla lunetta che con i tiri piazzati ma il Maccabi rimane sempre in vantaggio in doppia cifra: due brutte palle perse da parte degli ospiti con conseguente schiacciata di Eyenga e fallo subito da Alexander costringono il coach Tabak a chiamare time out. Momento di difficoltà per gli ospiti ma non c’è problema: penetrazione di Rochestie, scarico per Ohayon e tripla a bersaglio, nuovamente più dieci Maccabi Tel Aviv; la penetrazione di Haynes con fallo subito danno il meno cinque alla Dinamo a dieci minuti dalla fine, 52-57. Quarto quarto molto tirato con entrambe le squadre che sbagliano molti tiri e rimangono sempre sulle solite distanze con gli ospiti avanti sempre di due possessi almeno; tripla di Alexander e lay up sul rimbalzo in attacco da parte di Mbakwe, 59-66. Piazzato di Alexander e canestro in contropiede di Sacchetti, meno tre Dinamo ma tripla dall’altra parte e ancora più sei; liberi di Pnini e stoppata di Mbakwe su Eyenga, le speranze di vittoria di Sassari sono appese a un filo a un minuto e trenta dal termine. Canestro di D’Ercole e controrisposta di Pnini, 66-73 a cinquanta secondi dal termine. Cinque punti a fila di Haynes portano la Dinamo sul 71-74 ma ci sono due tiri liberi per Rochestie che li manda a bersaglio e nuovo più cinque a 42 secondi dalla fine; tripla ancora folle di Haynes in uscita dai blocchi e meno due in un amen. Errore di Rochestie e Sassari che ha in mano il pallone per vincere, Haynes penetra viene stoppato ma la palla arriva nelle mani di Alexander che tira da 3 e sbaglia e la partita finisce qui con il Maccabi che espugna Sassari per 74-76 ma che peccato per Sassari autrice di una prestazione maiuscola nonostante le assenze; il nuovo corso firmato Calvani fa ben sperare.
Al Forum di Assago l’EA7 Milano affronta l’Efes Pilsen Istanbul in una partita che è essenzialmente l’ultima spiaggia per sperare ancora alla qualificazione alle Top 16. Non c’è Alessandro Gentile a causa di un risentimento muscolare e neanche Gani Lawal, fresco di taglio e ritorno negli Usa in D-League; al posto di Gentile c’è Jenkins in quintetto. Parte bene Milano che circola bene la palla e va a bersaglio prima con McLean, poi con la schiacciata di Barac e successivamente con la tripla di Simon: subito time out di un infuriato Ivkovic e 7-2 Olimpia. Quello che esce più cambiato dal time out è senz’altro Huertel che prende in mano i suoi e con due canestri in penetrazione dà la parità agli ospiti sul 14-14: risponde immediatamente Simon prima con una tripla e poi con l’alzata per Hummel. Finisce il primo quarto con l’EA7 avanti di due lunghezze, 23-21. McLean è l’autentico trascinatore del parziale con il quale Milano apre il quarto, 11-0 e Forum in estasi: McLean segna in tutti i modi e la difesa turca non riesce ad arginarlo. 1/2 ai liberi per Tyus dopo tre minuti e mezzo smuovono il tabellino dell’Efes nel secondo quarto, 34-22. Due triple di Lafayette danno il massimo vantaggio all’Olimpia sul +17, Huertel prova a tenere a galla i suoi dall’arco ma Milano sembra davvero in grande serata; come non detto parzialone turco, Milano improvvisamente non trova più ritmo in attacco e difende molto male, sale in cattedra anche Saric e con un 13-0 di parziale porta i suoi al meno quattro. La tripla di Batuk segna la parità, 44-44 dopo esser stati sotto anche di 17 punti, lay up di Dunston e primo tempo che termina 44-46, Milano a due facce. La ripresa si apre con la tripla di Batuk seguita dal lay up di Cerella e dal canestro di Barac; i liberi di McLean danno nuovamente il vantaggio all’Olimpia che va sul 55-54; tripla di Batuk incontenibile dall’arco e controsorpasso Efes. Ancora McLean e ancora parità al Forum, tripla di Granger per l’Efes che fino a questo momento tira con 12/19 dall’arco e nuovo vantaggio turco ma il gioco spalle a canestro di Barac prima e il lay up in contropiede di Lafayette danno il nuovo vantaggio all’Olimpia, 66-65. Ancora Barac e Simon immensi, 6-0 di miniparziale per una Milano operaia ma in grande spolvero; infortunio per Huertel e 3/3 di Batuk dalla lunetta, 74-72. Canestro di Hummel e uno su due per Dunston ai liberi, 80-79 a tre minuti dalla fine; schiacciata di McLean e liberi di Lafayette che danno la vittoria a Milano per 88-84.
Alla Nokia Arena arriva il Cska che deve assolutamente vincere per riscattare la sconfitta dell’ultima giornata contro Malaga. Partita subito tirata con entrambe le squadre che complessivamente perdono sette palloni nei primi tre minuti, un’enormità; subito secondo fallo di Farmar e panchina per lui dopo appena tre minuti e mezzo. Grande impatto in uscita dalla panchina per Trevor Mbakwe che cattura subito tre rimbalzi in attacco, e unito a Ohayon che ruba tre palloni, danno energia al Maccabi per guidare il match sul 18-10; il Cska non segna mai da 3 punti, si sblocca a fine primo quarto con una magia De Colo che fissa il punteggio sul 18-13. Quattro a zero in apertura di secondo quarto per il Cska guidata dalla coppia De Colo- Teodosic, dall’altra parte è Rochestie a trovare la via del canestro e tenere i suoi avanti, 22-21. Clamorosa doppia stoppata di Randle ai danni di Fridzon, e successivo canestro impossibile ancora di Rochestie, Nokia Arena in estasi e nuovo mini allungo, 26-21. Schiacciata con fallo di Hynes, che apre il parziale russo, guidato da un super Teodosic che con 19 punti all’intervallo è il trascinatore assoluto; + 5 e Maccabi costretto a inseguire. Tripla di Devin Smith che riesce adentrare in partita e primo tempo che termina 38-37 per gli ospiti.
Secondo tempo si apre sulla falsa riga del primo con Randle che continua a trascinare i suoi: già 14 punti per lui che sostituisce virtualmente Farmar che non riesce ad entrare in partita; tante piccole cose anche da parte di Onuaku che mette tanta sostanza in campo compresi sei rimbalzi e tre palle recuperate. Meravigliosa azione del Cska con la palla che si muove a meraviglia e canestro con fallo di Fridzon, più tre per i russi. Ancora Rochestie che si prende per mano i suoi e riesce a tenerli attaccati agli ospiti sul 63-65. Due triple di Higgins unite ai tiri liberi di Kurbanov mandano il Cska sul più dieci: canestro di classe di Smith e tripla da campione di Teodosic, per gli israeliani si fa durissima. L’ultimo ad arrendersi è Rochestie che segna a tre minuti dalla fine il canestro del meno nove ma ormai è troppo tardi, finisce 82-88.
Proprio così: nonostante il malumore per il caso Gerald Green (che rientrerà in gruppo solo oggi) e la cessione di Mario Chalmers (8 anni a South Beach per lui), c’è una nuova nota lieta. Si chiama Tyler Johnson, è stato scovato da Riley nella D-League a metà dell’ultima deludente stagione e si sta rivelando l’uomo in più per questa squadra. Il suo impatto in uscita dalla panchina è devastante, non solo per l’energia che mette tanto in attacco quanto in difesa, ma anche per la vena realizzativa che ha permesso agli Heat di portarsi a casa la vittoria contro gli Utah Jazz.
Nel momento infatti di rimonta da parte degli ospiti, prima ha piazzato l’alley- oop per Hassan Whiteside e successivamente ha segnato il lay-up che di fatto ha chiuso la partita, prima dei liberi decisivi di Dragic. Senza Wade e lo stesso Green, Johnson ha dato quell’impatto che serviva a tutta la squadra risultando così decisivo: 17 punti, 4 rimbalzi e 3 assist in 29 minuti abbondanti di gioco sono un ottimo bottino per continuare a scalare gerarchie nella testa di Spoelstra. Certo è che dopo le ultime prestazioni, gli Heat non possono più fare a meno dell’energia di Johnson, che unita al talento di Wade quando rientrerà, e alla sregolatezza di Green, potrebbero formare un giusto mix esplosivo decisivo per accedere ai Playoffs in una posizione favorevole.
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Mattia Picchi (Mattiapicchi on Twitter)
A Limoges, Milano è obbligata a vincere per continuare a sperare nel passaggio del turno; una sconfitta oggi significherebbe quasi dire addio già al passaggio alle Top 16. Il primo quarto si apre con una serie di errori al tiro da entrambe le parti con Gentile che sbaglia le prime tre conclusioni ma è l’unico a prendere sempre iniziativa. Dall’altra parte Diawara dà filo da torcere a tutta la difesa milanese e insieme a Traorè sono due incubi; nonostante ciò Milano riesce a chiudere avanti il primo quarto per 21-17. Il secondo quarto è un autentico disastro per tutta Milano, Gentile escluso che all’intervallo è già a quota 13; gira malissimo la palla in attacco, tiri forzati da molto lontano senza creare niente di ragionato e Repesa che è un’autentica furia costretto a chiamare time out più volte. A differenza dell’EA7, i padroni di casa giocano un grandissimo secondo quarto e con un parziali di 22-9 danno la prima spallata alla squadra milanese. Con soli 30 punti segnati nel primo tempo, non si può pensare di vincere una partita così importante e delicata per tutto l’ambiente.
Il secondo tempo si apre sulla falsariga del primo, con l’EA7 che nonostante le sfuriate di Repesa, rientra male in difesa e soprattutto attacca ancora molto male affidandosi troppo spesso a isolamenti che terminano con tiri forzati alla fine dei 24 secondi; bel 4-0 di mini parziale condotto da Lawal e Gentile e Milano che torna al meno sei, sul 43-37. Brutto tiro forzato di Gentile, con conseguente fallo che costringono Repesa ad un nuovo time out e la faccia di Gentile è lo specchio della squdra: stanca e sconsolata. Repesa per scelta”tecnica” intanto lo lascia fuori subito dopo il time out; tiri liberi di Westermann danno di nuovo il +10 ai padroni di casa. La foto della partita è l’attacco di Milano a un minuto dalla fine del terzo quarto: isolamento spalle a canestro per Barac, palleggi inutili spalle a canestro e scarico per Simon quando ormai manca solo un secondo e infrazione dei 24 secondi, dall’altra parte tripla di Daniels e 53-43 Limoges, percentuale al tiro da 3 per Milano straziante, 2/15 ! Orrendo canestro con fallo concesso da Barac a Daniels e nuovo time out di Repesa: il Limoges prova a scappare definitivamente andando sul 60-46 a otto minuti e mezzo dalla fine. Buona reazione dell’EA7 trascinata dal solito Gentile che con un parziale di 6-0 rientra sul meno dieci, cinque minuti e mezzo da giocare, tutto è ancora possibile; si segna col contagocce e il tassametro corre, tre minuti e mezzo alla fine e palla in mano Olimpia: penetrazione di Gentile, fallo subito e due tiri liberi, 2/2 e meno otto, 67-59. Ali Traore segna spalle a canestro, sul ribaltamento di fronte stoppata subita da Simon e sogni di vittoria che svaniscono sempre di più. Tripla di Boungou-Colo e parola fine sulla contesa, finisce 74-65 ! Per Milano adesso serve un vero e proprio miracolo, ma soprattutto serve cambiare rotta perché cosi non va assolutamente.
Per Lega Basket A Passion,
Mattia Picchi (Mattiapicchi on Twitter)
All’indomani della sconfitta in casa dei Cavs, in casa Miami Heat non sono pochi i grattacapi per coach Spoelstra. La sconfitta di ieri ha evidenziato diversi limiti presenti nel roster e non sempre si può fare affidamento sul duo Wade- Bosh, i migliori in una serata disastrosa per tutta la squadre. Tra gli altri, se Dragic, dopo il megacontratto milionario strappato a Riley, sembra il lontano parente di quello che giocava a Phoenix, Deng non è riuscito a dare il solito contributo su entrambi i lati del campo e Whiteside è apparso troppo passivo difensivamente parlando.
Per non parlare della panchina: il contributo è stato completamente nullo; Stoudemire sembra ormai prossimo ad appendere le scarpe al chiodo se le prestazioni che propone sono queste sia in attacco che in difesa la sua assenza sarà facilmente collegabile da giocatori più giovani, Chalmers è lo stesso giocatore altalenante delle scorse stagioni ed in fase calante come lo scorso anno mentre Green non è sicuramente conosciuto per le sue eccelse doti di tiratore e contro i Cavs non è andata bene come contro gli Hornets. Winslow invece ha difeso molto bene su Lebron James, il quale, da gran giocatore qual’è,ha reagito segnando canestri di elevata difficoltà; non hanno giocato né Andersen, né Haslem né tantomeno Johnson, che viste le condizioni di Dragic e Chalmers avrebbe sicuramente fatto comodo alla causa. Anche i primi due potrebbero avere delle opportunità nelle prossime partite in quanto senza dubbio sono in una condizione fisica migliore di Stat; venendo al roster, manca come il pane la presenza di un tiratore puro, pronto a ricevere gli scarichi delle penetrazioni di Wade o lo stesso Dragic. Non tutto però è stato così negativo: Wade ha mostrato una condizione veramente eccellente e il tocco rimane sempre quello conosciuto da quando è sbarcato in NBA da Marquette, Bosh è sembrato quello di Toronto, letale il pick and pop con Dragic specialmente nel primo tempo. Certo è che la panchina deve dare di più se Miami vuole davvero arrivare quantomeno in semifinale di Conference, altrimenti per gli uomini della Florida toccherà rivedere i propri obiettivi e ridimensionarsi.
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Nella terza giornata di Eurolega si affrontano Fenerbahce e Real Madrid, in una rivincita delle semifinali dello scorso anno; padroni di casa obbligati a vincere per riscattare la brutta sconfitta a Strasburgo della scorsa giornata, madrileni che vincendo metterebbero già una seria ipoteca sul girone. Inizio difficile per gli ospiti, che faticano a aprire il campo e a prendersi tiri comodi, padroni di casa che invece muovono bene la palla, vanno spesso da Udoh sotto canestro, e quando non ci pensa lui ci sono Sloukas e Bogdanovic a colpire dall’arco, 13-9 a metà quarto. Rudy Fernandez prova a trascinare i compagni e grazie a diversi errori del Fenerbahce sul finire del quarto, gli ospiti rientrano al meno due, 20-18. Tuffo di Datome e palla recuperata con appoggio al tabellone di Dixon, e successiva tripla di Gigione che prova a dare una nuova spallata alla partita andando sul 29-20 e costringendo un infuriato Pablo Laso a chiamare time out. Distacco che rimane quasi invariato fino alla fine del tempo; ottima difesa da parte dei turchi con l’unica pecca di concedere troppi rimbalzi in attacco agli ospiti, che però tirano malissimo da 3 punti e non riescono a raggiungere i padroni di casa. Datome prima forza un brutto tiro contro Ayon, poi subito dopo una palla recuperata da Sloukas, schiaccia in testa allo stesso Ayon con dedica annessa; il primo tempo termina 39-32.
Grande energia in avvio di ripresa per i padroni di casa che continuano sulla falsa riga del primo tempo attaccando con costanza l’area; partita che si innervosisce per un fallo fischiato a Vesely e pubblico che entra con decisione in partita. Ekpe Udoh domina su entrambi i lati del campo, ma due triple in un amen, prima di Carroll e poi di Llull costringono Obradovic a chiamare subito time out visto che il Real torna a meno sette dopo esser stata anche a meno tredici; ottimo impatto in uscita dalla panchina per Reyes che con una serie di piccole cose utili, compreso un canestro con fallo, porta i suoi al meno sei. Tripla pesantissima di Hersek e controreplica del solito Reyes e terzo quarto che termina 63-56. Ancora Hersek che segna in penetrazione e stoppa poi Carroll nell’azione seguente mandando in estasi tutta l’Arena; bomba di Rodríguez in faccia a Antic e Real nuovamente a meno nove. Contropiede di Sloukas e appoggio al tabellone di Vesely, Fenerbahce a più 11 a tre minuti abbondanti dalla fine, al Real serve un miracolo; bel canestro forzato da parte di Bogdanovic che chiude di fatto l’incontro. Finisce 77-66, ottima prova da parte di Datome fatta di tanta quantità, tuffi in difesa, oltre alla solita classe in attacco.
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Dopo un’attesa enorme, durata circa quattro mesi e con la voglia di riscattare la deludente e sfortunata stagione passata, i Miami Heat si apprestano ad affrontare gli Charlotte Hornets all’American Airlines Arena. Finalmente Spoelstra può schierare per la prima volta il suo quintetto ideale, formato da Dragic, Wade, Deng, Bosh e Whiteside. Quest’ultimo è un po’ la nota stonata della grande serata Heat, non riuscendo mai ad entrare in partita e soffrendo molto la fisicità di Al Jefferson, autore di 17 punti nel primo tempo. Spoelstra è costretto a togliere Whiteside e a dare fiducia ad Haslem, che come al solito non delude le aspettative e tiene alla grande. La vera sorpresa è data dal 12/20 degli Heat al tiro pesante, percentuale mai raggiunta nella stagione passata e veramente molto alta anche per i giocatori presenti in rosa, dato che non ci sono tiratori puri; protagonista al tiro pesante è sicuramente Gerald Green che in uscita dalla panchina è una vera e propria bomba, sia per i tiri che segna senza senso sia per l’energia che dà ai propri compagni.
Per quanto riguarda gli altri componenti del quintetto Heat, Dragic finirà con 6 assist ma molto migliorabile la sua prestazione, Wade supera Thomas nella classifica marcatori all time e chiude con 20 punti segnando nel momento di rimonta degli Hornets spegnendole le speranze e poi Bosh, partita da incorniciare dopo un’assenza dai campi per 9 mesi. Doppia doppia condita da 10 rimbalzi e una buona mano al tiro per condurre i compagni alla vittoria. Ottima prova anche per l’esordiente Winslow con una schiacciata da urlo e tanta tanta energia in difesa. Negli Hornets da evidenziare oltre a Jefferson, la prova di Lin che in uscita dalla panchina gioca un ottimo primo tempo perdendosi leggermente nella ripresa. Per gli Heat ora giorno di riposo e domani sera si vola a Cleveland a casa dell’ “amico” Lebron in una possibile anticipazione di Playoff, dove vincere già domani, anche se con importanza relativa, darebbe un segnale a tutta la Lega.
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Nella tana dell’Efes Pilsen, Milano si appresta ad affrontare la seconda giornata di Eurolega dopo la vittoria contro il Laboral di Vitoria: Repesa parte con Cinciarini, Gentile, Cerella, McLean e Macvan. Regna l’equilibrio con capitan Gentile che si scatena subito nei primi dieci minuti facendo faticare e non poco la difesa turca, dall’altra parte fa lo stesso Saric sia dall’arco che dentro l’area è un autentico dominatore; a due minuti scarsi dalla fine del primo quarto Milano conduce 18-16. Subito canestro di Hummel appena entrato, ma dall’altra parte contro risposta di Korkmaz da 3 punti in un’azione meravigliosa guidata da Huertel; l’uno su due di Tyus dalla lunetta è l’atto conclusivo del primo quarto che termina 21-20 a favore dei padroni di casa. Secondo quarto da paura di Thomas Huertel che prende in mano la squadra da autentico leader e con due assist e due triple, prova a dare il primo strappo alla partita andando sul 32-25 con Milano leggermente in confusione; ma i liberi di Gentile prima, seguite da due bombe a fila di Jenkins rimettono in carreggiata Milano che torna al meno uno. Equilibrio che rimane fino alla fine del primo tempo che termina 43-42 a favore dell’Efes.
Inizio di terzo quarto mostruoso da parte di Gentile che si carica sulle spalle l’EA7, ma l’Efes non si fa trovare impreparata e grazie a una percentuale pazzesca da 3 punti, rimane sempre in controllo della partita avanti di uno-due possessi. Sia Diebler che Granger vedono una vasca da bagno e proprio un tap-in del primo su tiro sbagliato di Granger fanno terminare il terzo quarto 69-63; Milano c’è e gioca anche molto bene, ma se gli avversari tengono il 61% da 3 punti c’è poco da fare. Un 5-0 in apertura dell’ultimo quarto fa tornare Milano al meno uno, ma ancora il tiro da 3 punti dell’Efes unito a due brutte palle perse milanesi, consegna il 79-68 dei turchi grazie a una tripla da capogiro del solito Huertel; difesa turca asfissiante e Milano in confusione. Canestro con fallo di Dunston e gli uomini di Repesa sembrano crederci sempre meno nonostante manchino sempre quattro minuti alla fine. I canestri di Granger e Brown danno il più 14 ai padroni di casa a poco più di due minuti e mezzo, che unito alla palla persa di Jenkins segnano di fatto la parola fine alla partita. Finisce 89-73, a Milano non basta un grande Gentile e un buon Macvan autore di 18 punti.
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Mattia Picchi (Mattiapicchi on Twitter)
A Smirne, in casa del Pinar Karsiyaka, si apre la nuova edizione dell’Eurolega con in campo subito una delle favorite, il Barcellona; squadra che ha cambiato tanto rispetto allo scorso anno ma con il chiaro obiettivo di provare a vincere la massima competizione europea. L’inizio è tutto di Iverson, che con una schiacciata prima e con un piazzato poi dà il 7-4 ai padroni di casa, ospiti che rispondono prima con Abrines e successivamente con la tripla di Arroyo, che impatta sul 9-9 dopo appena quattro minuti; Doellman è caldissimo e segna sei punti nel primo quarto, dall’altra parte ancora Iverson e Ragland in uscita dalla panchina tengono il Pinar avanti, 15-13. La tripla di Ragland prima cui risponde Oleson impattano il primo quarto in perfetta parità, 18-18. Il secondo quarto si apre con molti errori da entrambe le parti, da segnalare il grande canestro di Perperoglu in uscita dalla panchina, e ancora Ragland bravissimo a spezzare il pick and roll. Clamorosa stoppata di Carter su Vesekov che manda in delirio tutta l’arena, che si esalta ancor di più sulla schiacciata di Gabriel sul ribaltamento di fronte, vantaggio dei campioni di Turchia a due minuti scarsi dalla fine del primo tempo; i liberi di Tomic prima e il gioca da tre punti del solito Iverson concludono il primo tempo a favore dei padroni di casa, 29-27.
Avvio shock dei padroni di casa ad inizio ripresa, che trascinati da Carter e Iverson staccano il Barcellona di dieci lunghezze dando il primo importante strappo alla partita, Pascual è una furia e non può far altro che chiamare time out; i blaugrana litigano notevolmente col tiro da 3 punti ma grazie ai rimbalzi in attacco riesce a rimanere attaccata alla partita, 42-34 a quattro minuti e mezzo dalla fine del terzo quarto. Enorme energia difensiva che manda letteralmente in confusione gli ospiti che sembrano pian piano sciogliersi sotto i colpi di Ragland, Carter e Gonlum; 54-38 a fine terzo quarto nella bolgia turca. Due triple a fila di Doellman e il canestro in contropiede di Perperoglu provano a far rientrare in partita il Barcellona con il Pinar costretto a chiamare Time out; i padroni di casa riescono a tenere contro gli spagnoli e trovano in Palacios l’uomo della provvidenza che dopo non aver fatto niente nei primi tre quarti a causa dei falli segna sei punti nel quarto quarto; Perperoglu risponde da 3 punti seguito dall’alley oop alzato da Ribas per Shane Lawal. Ma manca un minuto e diciotto secondi e il Pinar conduce sempre di dieci lunghezze, 67-57. Penetrazione di Perperoglu e uno su due di Lawal ai liberi e Barcellona che torna a meno sette a 44 secondi dal termine. Padroni di casa che gestiscono il vantaggio nel finale e portano a casa la prima clamorosa vittoria per 71-62.
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Sono arrivati entrambi nel draft ed entrambi stanno facendo molto bene in questa pre-season nei molti minuti avuti a disposizione. Justise Winslow, considerato da tutti il grande “Steal of the draft” (nelle previsioni iniziali era un top 5 ma è arrivato a South Beach come scelta numero 10), sta sorprendendo per la grande versatilità che possiede, per l’apporto che sta dando specialmente in fase difensiva. Dovrà sicuramente migliorare il suo gioco offensivo riuscendo a dare continuità e credibilità al suo tiro da fuori l’arco.
Sia Bosh che Wade hanno espresso parole di grande ammirazione per l’ex Duke: ottima la sua prova contro i Magic, dove ha siglato la prima doppia doppia fatta da 12 punti e 10 rimbalzi.
Stesso dicasi per Josh Richardson che, arrivato con la pick numero 40 (anch’egli considerato un top 24), potrebbe nel tempo essere considerato come l’ennesima magia di Pat Riley: può giocare sia playmaker che guardia, dotato di una mano molto educata e soprattutto non esime mai dal prendersi le responsabilità. Anch’egli è andato benissimo contro Orlando, dove ha segnato 18 punti in 35 minuti dimostrando ottimo carisma. Visti i continui rumors di mercato che coinvolgono gli Heat, attenzione alla posizione di Mario Chalmers in uscita, scoprire un giocatore con le sue qualità è sicuramente una piacevole sorpresa per tutto il coaching-staff.
Per quanto riguarda la questione infortuni, nelle ultime partite sono rimasti a riposo sia Stoudemire che McRoberts: entrambi soffrono di un fastidio al ginocchio che però non dovrebbe fargli saltare la opening night contro i Charlotte Hornets.
Per Nba Passion,
Mattia Picchi (Mattiapicchi on Twitter)