Non sbaglia la Reyer, approdando per la decima volta consecutiva in semifinale scudetto: Faenza ci prova, gioca con grande cuore, carattere ed orgoglio ma cede alle oro-granata venendo così eliminata. 2-0 prevedibile nella serie in favore delle campionesse d’Italia, che passano al PalaBubani con un +16 che descrive l’andamento dell’incontro al meglio: sempre in controllo la squadra di Mazzon, capace di trovare la doppia cifra di vantaggio ad inizio secondo quarto, senza poi mollarla. La formazione faentina esce sì, ma con onore ed orgoglio, tra gli applausi della sua gente: il -52 di mercoledì è solo un ricordo lontano.
51-67 il finale al PalaBubani, con Faenza trascinata dai 30 di un’irreale Roumy, ultimo riferimento offensivo rimasto a coach Seletti dopo l’infortunio occorso a Fondren mercoledì. La Reyer non gioca certo la propria miglior partita, ma controlla al meglio, trovando in particolare da Villa (16 punti) e Cubaj (14 punti con 9 rimbalzi) grande abbrivio. In doppia cifra anche Kuier a quota 10 (con 7 rimbalzi). Da segnalare il ritorno nelle 12 di Berkani, seppur non utilizzata da parte dello staff tecnico oro-granata. Rimaste fuori dai 12 le acciaccate Miccoli e Stankovic.
La Reyer passa a Faenza e vola in semifinale
Finisce la stagione incredibile di Faenza in Gara 2 dei quarti, ma davvero era impossibile fare di più contro lo strapotere di una Reyer che ha controllato la partita, accelerando quando ha ritenuto opportuno farlo, senza – però – dare l’impressione di voler affondare troppo il coltello nella piaga: ne esce una partita non bellissima, a tratti spigolosa e confusionaria, ma giocata con un orgoglio smisurato dalle padrone di casa, che hanno praticamente impattato nella lotta a rimbalzo (43-41 in favore delle oro-granata), giocandosela con le proprie armi, ossia ritmi alti.
Finisce con il pubblico faentino in piedi ad applaudire le proprie straordinarie giocatrici e con la Reyer che vola in semifinale con un gruppetto di tifosi giunto da Venezia per sostenerle: si può parlare di una vera festa per tutti, all’insegna di fair-play e grande rispetto da parte di tutte le interpreti, con coach Seletti che a 2′ dal termine sostituisce un’esausta Roumy (30 punti con 9/21 dal campo) per regalarle una meritata standing ovation, che arriva anche per la capitana Franceschelli, all’ultima partita in carriera: lacrime ed abbracci, con Fondren che entra in campo zoppicante negli ultimi 20 secondi con scarpe da ginnastica e gioco che si ferma, per gli applausi scroscianti di un pubblico orgoglioso delle proprie ragazze.
Ci ha provato coach Seletti a sparigliare, a portare pensieri all’attacco della Reyer: aggressività difensiva importante, a togliere fluidità e flusso (12 assist di squadra per le oro-granata) ad un attacco fortissimo, guidato però da una Villa devastante. La classe 2004 cresciuta proprio con il coach oggi a Faenza ha realizzato 16 punti, giocando con carattere, testa e soprattutto grandissima voglia di incidere. La differenza reale però è nel pitturato, visto che le lagunari fatturano 40 dei 67 punti proprio vicino al ferro, a differenza dei 16 per le faentine.
Gli applausi li merita tutti coach Seletti, meraviglioso protagonista con un gruppo di ragazze estremamente giovane ma super coeso, nonostante i gravi infortuni arrivati a novembre a Reichert e Parzenska: una qualificazione playoff arrivata con la forza delle idee, del lavoro svolto in palestra e con l’entusiasmo dirompente di tutte le protagoniste. La capitana Franceschelli esce di scena con una stagione memorabile: l’orgoglio di esser stata una guida più che unica non svanirà. Il tecnico ex Costa Masnaga è uscito tra gli applausi, prendendosi saluti e standing ovation anche dal gruppo di tifosi veneziani, un gesto di rispetto che conoscendo coach Seletti non verrà dimenticato facilmente, come non sarà dimenticata la stagione della sua squadra. Tutto come previsto, tutti felici: Reyer in semifinale e Faenza applaudita dal suo pubblico.
