REYER VENEZIA-BRAMOS, un amore infinito che si è interrotto ieri con il ritiro ufficiale dalla pallacanestro dell’ex giocatore di Gran Canaria, Panathinaikos e della Nazionale ellenica. In laguna dalla fine di agosto del 2015 sino a ieri, 1 giugno 2023. 8 anni di oro-granata, gli ultimi 4 da capitano e da primo guerriero di una squadra che negli anni precedenti ha scritto pagine di storia incredibili per l’intera città di Venezia. Lascia – così – il basket, la “sua” laguna e quella che a tutti gli effetti è diventata una seconda casa dopo gli Stati Uniti, Michael Bramos: per tutti i tifosi oro-granata è “IronMike“, o “The Shot“, vista la tripla che ha indirizzato lo scudetto verso San Marco quel 18 giugno 2017 in una drammatica Gara 5 contro Trento. Un ruolo di capitano che sarà lasciato ad Andrea De Nicolao, che resterà ancora in laguna per 2 stagioni.
Reyer Venezia-Bramos, i numeri di una carriera colorata di oro-granata
Una storia d’amore iniziata nel 2015, a fine agosto, quando Michael Bramos era in cerca di squadra dopo un grave infortunio alla caviglia rimediato in Summer League nell’estate dell’anno precedente. Arrivato in laguna con i dubbi – logici – legati alla condizione fisica dopo lo stop di un anno, si è rivelato essere – con il passare degli anni – non solo un colpo di mercato straordinario, ma anche giocatore cardine di tutti quei trofei che la Reyer targata De Raffaele ha portato a casa tra il 2017 ed il 2020. Per spiegare meglio la reyerinità di un fuoriclasse come il tiratore scelto nativo di Harper Woods è opportuno snocciolare i numeri della sua lunga carriera in oro-granata. Quando si pensa che nello sport non esistono più le bandiere, che nel basket – soprattutto – faticano ad esserci, si dovrebbe pensare all’esterno che a Venezia ha vestito la maglia numero #6: restare per 8 stagioni da straniero con una sola maglietta cucita addosso, con lo stemma fiammante di una società storica come quella veneziana, è ancor più difficile.
389 partite ufficiali giocate con i suoi colori oro-granata (271 in Italia e 118 in Europa), 3496 punti realizzati (2442 in Italia e 1054 in Europa), leader assoluto per presenze in stagione regolare (193) e nei playoff (56), con 501 punti e 1448 minuti giocati nella post season 494 triple a bersaglio in LBA, 6328 minuti giocati in LBA: non è una semplice carriera oro-granata, è una storia d’amore infinita, che va al di là del ritiro ufficiale arrivato ieri, perché per “IronMike” la Reyer e più in particolare Venezia resteranno per sempre casa e cosa sua. Da quel 28 agosto a ieri, 1 giugno 2023 sono passati 2835 giorni, è questa la totalità di quella che resterà una delle più passionali pagine di storia oro-granata con una copertina laccata con inciso un numero #6, quello di Michael Bramos.
4 trofei, 2 scudetti da eroe: Bramos uomo clutch
REYER VENEZIA-BRAMOS è e resterà per sempre un binomio vincente nel basket italiano, almeno nella sua recente storia. Sono 4 i trofei vinti dal greco nativo di Harper Woods con i colori oro-granata in 8 anni: lo scudetto del 2017 vinto dopo una serie tiratissima contro la Trento di Maurizio Buscaglia, la FIBA Europe Cup alzata al Taliercio in una finale italiana contro Avellino, il secondo scudetto storico vinto contro Sassari in una Gara 7 devastante e – a chiudere – la Coppa Italia vinta nel febbraio 2020 a Pesaro battendo Bologna, Milano e Brindisi.
In particolar modo sono i due scudetti ad aver il marchio #MB6 sulle coppe che la Reyer ha nella sua bacheca. Partendo dal primo scudetto, quello del 2017: Venezia in grande difficoltà in una Gara 5 spigolosa si trova sotto di un punto in casa con Hogue in lunetta a tirare 2 liberi. Il lungo bianco-nero fa 0/2, Filloy attacca l’area, Bramos gli taglia alle spalle, riceve dal play italo-argentino, sistema i piedi e con 6″ sulla sirena scarica la tripla che porta in vantaggio in via definitiva i suoi. Sarà quello il canestro che indirizzerà la serie e che taglierà le gambe alla squadra dolomitica: il 20 giugno in Gara 6 alla BLM Arena arriverà il terzo scudetto della storia, 74 anni dopo il precedente. Il tricolore più incredibile – però – resterà quello del 2019, l’ultimo: 17 partite giocate in 37 giorni, il massimo possibile, con tutte e tre le serie decise all’ultima partita possibile. Ai quarti la rivincita contro Trento con Bramos a realizzare 19 punti in una Gara 5 senza storia, in semifinale a Cremona sono 22 i punti ad indirizzare e chiudere i conti. Poi l’ultimo atto, la finalissima: è il 22 giugno, il Taliercio ribolle di entusiasmo e passione, Venezia all’intervallo è sopra di 9 lunghezze fino al terzo quarto messo in campo dal fenomeno con la #6, che decide partita, serie e scudetto. Tripla, runner, tripla con finta, altra tripla dall’angolo: questa la sequenza di canestri che hanno affossato la Dinamo di Spissu e Pozzecco consegnando lo scudetto ai lagunari. Entrando nel dettaglio di quel terzo periodo: 17 punti in 7′, 4/5 dall’arco, 3/3 in lunetta.
Quando si parla di storia, di leggende, di icone, di bandiere, a Venezia si farà sempre riferimento a Michael Bramos. Lo si chiami “IronMike” o “The Shot” o “Uomo clutch” cambia e conta poco: la storia recente della Reyer è marchiata da uno dei tiratori dall’arco più letali di sempre, oltre che da un giocatore sempre corretto e mai con atteggiamenti sopra le righe. I lagunari – dunque – nel proprio futuro non avranno più il tiratore scelto di Harper Woods, che ha scelto di ritirarsi, con la certezza che tornerà al Taliercio al più presto per prendersi l’applauso della sua gente e – probabilmente – per il ritiro di una maglietta che a Venezia sponda Reyer resterà storia e storica.