È la lega femminile più seguita d’America. Eppure, l’atmosfera è stranamente fredda. In queste sere, la Crypto.com Arena, durante le partite delle Los Angeles Sparks sembra davvero una cripta.
Ci sono file e file di posti vuoti. Solo due persone popolano un intero settore. A bordo campo ci sono più sedie vuote che tifosi. Si sente ogni stridio delle scarpe sul parquet, ogni grido delle giocatrici, ogni indicazione degli allenatori. Lo stadio vuoto, amplifica ogni rumore.
Quella che dovrebbe essere una delle squadre più importanti della WNBA gioca una partita di basket durante quella che dovrebbe essere la parte più emozionante della stagione. Eppure, per le Sparks ormai le cose girano male. E la gente ha smesso di andarle a vedere.
Così è stata tutta la stagione delle Sparks, che fortunatamente si concluderà giovedì. Le loro migliori giocatrici hanno lasciato la città da tempo, i tre anelli vinti sono coperti di polvere e ciò che resta è una squadra giovane, dilaniata dagli infortuni, priva di profondità e ancora alla ricerca di una vera stella su cui contare.
Nella classifica della lega, le Sparks sono ultime, ben 25 partite al di sotto rispetto alle New York Liberty, che occupano il primo posto. Nei loro 27 anni di storia, le ragazze di LA non sono mai state così terribili.
Ora siamo alla quarta stagione consecutiva senza playoffs. E le cose stanno andando, molto semplicemente, a rotoli.
In una stagione che ha contato innumerevoli record di presenze sugli spalti, con il mondo dello sport che è stato attratto dall’entusiasmo di stelle esordienti come Caitlin Clark e Angel Reese, mescolato alla grandezza di stelle affermate come A’ja Wilson e Breanna Stewart, le Sparks sono diventate la squadra delle grandi dimenticate.
E non stanno perdendo solo tifosi, ma anche giocatori.
Certo, un record lo hanno stabilito. Se quello per sconfitte, inutilità e irrilevanza generale lo possiamo considerare come tale.
Tutti parlano con entusiasmo di un futuro in cui le Sparks sono favorite per ottenere la prima scelta al Draft riescono ad accaparrarsi Paige Bueckers, ma c’è da tenere in considerazione che ormai la franchigia è diventata un luogo che le star hanno abbandonato per andare in altre squadre.
Negli ultimi anni Candace Parker, Chelsea Gray e, più recentemente, Nneka Ogwumike hanno fatto i bagagli e sono volate via. E si tratta di perdite enormi se si pensa che le tre sopra citate sono state considerate le migliori giocatrici degli ultimi 13 anni.
La squadra delle californiane non ha nemmeno una “casa”.
Giocano alla Crypto.com Arena, è vero. Ma si allenano nella palestra del El Camino College di Torrance. Non hanno uno spogliatoio fisso. Non hanno una sala pesi apposta per loro. Sono una squadra professionistica che affitta uno spazio di un college. E tutto ciò è decisamente pessimo.
Essendo una delle poche squadre WNBA a non avere una struttura personale, o nemmeno una in costruzione, si trova in una posizione di grande svantaggio quando si tratta di attirare giocatrici free agent.
Nessuna super star verrà qui. Non c’è alcuna possibilità. E questo non rappresenta neanche la radice di tutti i loro problemi.
Il gruppo proprietario delle Sparks ce li ha i soldi. Il gruppo è il cuore di un’azienda che ha appena speso più di un miliardo di dollari per i Dodgers. Quindi sì, ce li ha i soldi.
Quello che non hanno, ad eccezione del dirigente Eric Holoman, è la voglia di impegnarsi.
I proprietari delle Sparks sono probabilmente i meno coinvolti di tutti i proprietari delle squadre sportive della città. I tifosi li vedono raramente alle partite. Non hanno alcun contatto con la community della squadra. E, nonostante tutte le loro risorse, non sono neanche disposti a pagare una struttura apposta per gli allenamenti di queste ragazze.
Magic Johnson ha detto di capire quale sia il problema. Ha detto che sente la frustrazione.
“Tutti dovrebbero essere arrabbiati” ha detto. “I nostri tifosi dovrebbero essere arrabbiati. Non è quello che vorremmo”.
Johnson è comprensibilmente impegnato, siccome si trova nei gruppi proprietari di ben sei franchigie sportive professionistiche. Ma le Sparks dovrebbero essere in cima alla sua lista. Los Angeles dovrebbe rappresentare una pietra miliare della WNBA, non una barzelletta. I tifosi e la lega meritano una squadra in questa città che non sia solo competa, ma che intrattenga. E le Sparks non fanno nessuna delle due cose. Tutte le altre squadre professionistiche fanno di tutto per vincere. Le Sparks, invece, non fanno neanche quanto basta.
Il lavoro di Magic dovrebbe iniziare con un check di un team dirigenziale che la scorsa primavera ha lasciato andare Angel Reese, che sarebbe stata perfetta per questo ambiente.
Le Sparks hanno bisogno di stelle, e Johnson deve insistere per trovarle.
Il suo lavoro dovrebbe poi essere quello di valutare con più attenzione l’andamento dell’attività di Miller, in cui nessuno ha voluto riporre un briciolo di fiducia.
E la cosa divertente, sapete, è che Johnson ha anche riconosciuto che la ricerca di una struttura fissa per gli allenamenti è una priorità. Vorrei anche vedere, Earvin.
“Mi impegnerò di più. Probabilmente è stata colpa mia, che ho lasciato che Eric Holoman prendesse tutte le decisioni e noi, come proprietari, siamo stati un po’ in disparte. Penso di dovermi impegnare di più e lo farò, questo è un dovere nei confronti dei tifosi: mi farò coinvolgere di più e parteciperò per contribuire a riportare le Sparks al giusto livello per vincere”.
Eccola qui. La promessa. “Tutto ciò che le Sparks meritano”.
Ora, però, la parte più difficile. Rispettarla. Questo è il punto.
Una “casa” per le Sparks non dovrebbe essere un vantaggio, ma un diritto. Come ha detto coach Hamby, dovrebbe essere la normalità.
Le squadre sportive femminili non dovrebbero elemosinare lo stesso tipo di trattamento offerto agli uomini. Qualsiasi squadra affiliata ai Dodgers dovrebbe ottenere gli stessi vantaggi che a loro vengono offerti. Quello che è successo alle Sparks non è semplicemente una cattiva gestione di una squadra. Si tratta di un cocktail micidiale fatto di problemi.
La WNBA è una grande realtà, ed è ora che Los Angeles si renda conto di trovarcisi in mezzo.
Magic Johnson deve essere all’altezza della sua promessa, e deve fare in modo che la sua proprietà inizi a comportarsi come tale. Altrimenti, tanto vale vendere la squadra a qualcuno che lo faccia.