Caitlin Clark e le Indiana Fever sono state eliminate al primo turno dei playoffs WNBA 2024. Eppure, anche se la sua stagione è finita, la rookie ingombra ancora i titoli dei giornali.
Non è lei stessa a far circolare il suo nome tra le notizie. O, meglio, non volontariamente.
Perché sono i suoi presunti “fan” ad essere diventati argomento di discussione dopo che Alyssa Thomas e coach Stephanie White hanno parlato dei commenti razzisti e sessisti che sono stati fatti nei confronti delle giocatrici delle Connecticut Sun, durante la serie di playoffs contro Indiana.
Queste dichiarazioni hanno scatenato un intenso dibattito sui social media riguardo alla Clark e alla sua fanbase, nonostante la rookie abbia appoggiato la Thomas riguardo alla necessità di “educare” i tifosi della WNBA.
In una puntata del podcast A Touch More, con la moglie Megan Rapinoe, anche Sue Bird ha voluto affrontare la questione.
L’ex giocatrice WNBA ci ha tenuto a precisare che è importante separare la Clark dai tifosi in questione, specificando che quelle persone non sono affatto vere sostenitrici della rookie.
La Bird non crede che gli insulti rivolti alle giocatrici del campionato rappresentino un fenomeno nuovo. Anzi, per lei, questi problemi hanno influenzato la WNBA sin dalla sua nascita. Che risale al 1997.
La differenza, ora, è che ci sono più persone che guardano le partite WNBA rispetto al passato, anche (e soprattutto) grazie all’arrivo della Clark. Questa tendenza all’insulto era già attiva prima del suo ingresso nella lega, ma ha subito un’impennata durante questa sua prima stagione.
“Le cose che hanno frenato lo sport femminile sono il razzismo, il sessismo e l’omofobia. Ma è così da sempre” ha detto la Bird. “Il razzismo ha avuto un impatto negativo sulla WNBA da ben prima di quest’anno. Non è una cosa nuova. In questo senso, penso che Caitlin sia stata usata solo come una pedina. Non è lei che ha portato il razzismo nella WNBA. È una cosa che accade da tempo. E credo che questo sia uno shock per tutti noi, vedere che le altre persone danno la colpa a lei. Abbiamo cercato di dirvelo”.
La 13 volte All-Star ha voluto evitare di esprimere giudizi riguardo i fan delle Fever e/o della Clark, oppure ancora riguardo coloro che hanno appena iniziato a seguire la WNBA. Ma ci ha tenuto a sottolineare che questo tipo di mentalità deve sparire.
“Questa mentalità deve sparire, perché il problema non sono i fan delle Fever, né di quelli di Caitlin” ha detto la Bird. “Si tratta di un grande gruppo di persone, che dicono cose che non dovrebbero dire. Restiamo sulle Fever per un secondo. È un grande gruppo di persone. E, entrando nel vivo della questione, stiamo parlando della fazione di quel gruppo che sta promuovendo programmi razzisti e odio, creando scismi online. Stanno solo fingendo di essere fan delle Fever, o fan di Caitlin”.