Steph Curry

La scorsa stagione Steph Curry è stato il primo giocatore della storia ad essere eletto MVP all’unanimità; mai nessuno prima, nemmeno Jordan, era riuscito a vincere a pieni voti questo prestigioso premio. Eppure, Steph c’è riuscito! Alcuni non condivideranno questa decisione, ma, al di là di come la si può pensare, non si può non essere d’accordo sul fatto che Curry era l’unico davvero meritevole di essere nominato MVP.

“Mamma mia, quante giocate capolavoro ha fatto?! Quante volte ci ha fatto alzare da quella sedia increduli di fronte a quello che stavamo vedendo?! Sembrava un alieno, ha giocato una Regular Season da fantascienza, vincendo con Golden State 73 sulle 82 partite di calendario e ha letteralmente stracciato il suo precedente record di triple segnate in una singola stagione, passando da 286 a 402; 116 triple in più giocando praticamente lo stesso numero di partite! Un’impresa leggendaria in una stagione da ricordare!” 

Steph Curry non è un giocatore come gli altri, ha sempre coltivato il sogno di seguire le orme del padre Dell e di poter giocare un giorno nella NBA ed il suo percorso non è stato facile. Non si è mai arreso ed ha continuato ad allenarsi con grande tenacia, nonostante lo ritenessero troppo esile per diventare un professionista; ha puntato a distinguersi per la sua tipologia di gioco, creandosela appositamente, in linea con il suo fisico e con le sue caratteristiche. Così, grazie al duro lavoro, ha raggiunto il suo obiettivo e nel 2009 è stato selezionato dai Golden State Warriors come settima scelta al Draft.

NBA: Preseason-Golden State Warriors at Los Angeles Lakers

Oct 19, 2016; San Diego, CA, USA; Golden State Warriors forward Kevin Durant (35) is congratulated by guard Stephen Curry (30) during the fourth quarter against the Los Angeles Lakers at Valley View Casino Center. Mandatory Credit: Jake Roth-USA TODAY Sports – RTX2PMPZ

Durante i primi anni, però, Steph non riusciva a ripagare la fiducia dei Warriors anche a causa di numerosi infortuni e proprio per questi sembrava che la sua carriera sarebbe presto finita. Tutti si erano lasciati ingannare dalla sua faccia da bambino, credevano che non avesse il carattere e la forza per rialzarsi e combattere. Curry, invece, aveva ben chiaro il suo obiettivo e non aveva la minima intenzione di mollare, anche se costretto a giocare con protezioni ad entrambe le caviglie, per evitare ulteriori infortuni. A poco a poco, grazie alla sua forza d’animo e al suo grande cuore, è riuscito a scalare l’Olimpo dell’eccellenza cestistica ed a sedersi tra gli Dei del basket.

Steph Curry è un tiratore fenomenale, probabilmente il migliore della lega e quasi sicuramente destinato a diventare uno dei più grandi tiratori da tre punti di tutti i tempi. Nel corso degli anni ha unito questo grandissimo talento al tiro ad un’immensa proprietà di palleggio che gli permette di crearsi lo spazio necessario per realizzare un canestro in qualsiasi situazione ed in qualsiasi posizione. Non importa se è più “piccolo” degli altri, non importa se ha un fisico, come dire, gracile, lui sfrutta al meglio le sue qualità e le mette al servizio di sé stesso e della squadra per arrivare alla vittoria.

Siamo tutti abbagliati da tanta bellezza, lo vediamo tirare da centrocampo, inventarsi linee di passaggio non comprensibili alla specie umana, correre da ogni lato del campo per recuperare il pallone, quasi come se fosse sempre in uno stato di trance agonistica. E’ uno spettacolo per grandi e piccini, a cui nessuno vuole rinunciare.

Questo è Steph Curry, prendere o lasciare, il suo stile non permette varianti di colori, o è bianco o è nero, può piacere o no, non ci sono vie di mezzo. E’ una guardia tiratrice che fino ad ora non si era mai vista e che alle volte diventa quasi arrogante per come fa sembrare facili le sue incredibili giocate. Può fare 50 punti in una partita, ma può anche capitare che ne segni solo 10; non cambia il fatto che di Steph ce n’è uno solo, diffidate dai tentativi di imitazione….Don’t try this at home!

La meccanica di tiro di Steph Curry

La sua meccanica di tiro è stata oggetto di studio soprattutto per il modo in cui rilascia il pallone.  Steph Curry esegue quel movimento durante l’elevazione, non quando è in sospensione (come tutti gli altri) e questo gli permette di guadagnare quei decimi di secondo necessari per evitare che il difensore, presumibilmente e quasi sempre più alto di lui, possa arrivare in tempo per stoppare il suo tentativo di tiro; inoltre è in grado di disegnare una traiettoria praticamente perfetta. In ultima analisi, ma non per importanza, è stupefacente come riesca a fare tutto questo ad una velocità supersonica, talmente veloce che sembra impossibile che in un tempo così breve sia in grado di creare un buon tiro; eppure fa canestro, eccome se fa canestro, roba da mille e una notte!

Dopo una stagione da consegnare ai posteri, “The Baby-Faced Assassin” (l’assassino con la faccia da bambino) ha un po’ steccato durante i Playoffs e i Warriors hanno perso nella Finals contro i Cavaliers; Curry, dopo aver spinto troppo durante la stagione, è arrivato stanco e con qualche acciacco fisico alla Postseason; non è riuscito a dare il meglio di sé, questo però non fa di lui un giocatore mediocre e tantomeno un perdente.

Il numero 30 resta sempre un fenomeno assoluto e un cecchino infallibile; non è una singola vittoria o sconfitta che fa la differenza tra un campione ed un giocatore “normale”.

Sicuramente anche quest’anno Curry è pronto ad incantare il mondo con le sue prodezze e a farci venire la pelle d’oca con canestri stratosferici. Bisognerebbe lasciar da parte le critiche non costruttive e limitarsi ad ammirare l’esplosione di un talento così puro e naturale.

La prima partita persa contro gli Spurs non significa che gli Warriors non sono più il super team dello scorso anno; è “soltanto” un episodio e a volte una sconfitta, anche se così rilevante, è in grado di metterti sul binario giusto e di restituire a tutti la concentrazione necessaria. Non si diventa campioni NBA sul mercato! Si diventa campioni giocando di squadra!

Il fatto che è un figlio d’arte non fa di lui un privilegiato, il fatto che a volte risulta sfacciato non fa di lui un arrogante; Curry è un ragazzo normalissimo che, con la sana consapevolezza dei propri mezzi, ha conquistato non solo la Oracle Arena, ma tutto il mondo NBA.

Akron ci ha fatto un altro regalo….Wardell Stephen Curry!

Per NBAPassion,

Luca Previtali

 

 

 

 

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