I Golden State Warriors vogliono attendere per i rinnovi di contratto, o meglio le rookie scale extension di Jonathan Kuminga e Moses Moody e per il momento non intendono aprire i cordoni della proverbiale borsa.
Kuminga e Moody sono sotto contratto ancora per la stagione 2024-25 e diventeranno restricted free agent tra un anno, senza estensione. In estate si era parlato di un Jonathan Kuminga e relativi rappresentanti disposti a trattare solo sulla base di una rookie scale extension al massimo salariale, sulla base di quelle firmate da altri ex colleghi di draft (era il 2021) come Evan Mobley, Scottie Barnes, Franz Wagner e Cade Cunningham, Cifre però che gli Warriors non avrebbero alcuna intenzione di investire oggi per il giocatore congolese, cresciuto nell’NBA Ignite Team nella G-League.
Golden State avrà tempo fino al 21 ottobre per rimettere sotto contratto i due giocatori, ma al momento la differenza tra richieste e offerte sarebbe “ampia”, troppo per un accordo prima della stagione secondo quanto riportato da The Athletic giovedì, e non si sarebbero fatti progressi e passi avanti.
La strategia degli Warriors per Jonathan Kuminga sarebbe quella di offrire al giocatore un contratto nell’ordine massimo dei 130-140 milioni di dollari complessivi, per una media di circa 30 milioni l’anno che permetterebbe a Golden State di calibrare la spesa per i salari delle prossime stagioni. Gli Warriors vengono da anni in cui hanno sborsato delle luxury tax esorbitanti per mantenere un roster vincente, oggi lo scenario è cambiato con le nuove regole salariali e il temuto second tax apron, Golden State ha al momento un salary cap di 176 milioni di dollari, pochissimo al di sotto del primo “tax apron” che è la prima delle due limitazioni al salary cap introdotte col nuovo contratto di lavoro collettivo NBA. Cap che con i rinnovi di Jonathan Kumimga e Moses Moody, e quelli in proiezione dei futuri free agent De’Anthony Melton e Kevon Looney (oltre a Gary Payton II) potrebbe schizzare ben oltre tale soglia.
