Avellino-Reggio Emilia al primo turno è una indubbiamente affascinante. Squadre costruite con acume, affidate a condottieri di comprovata esperienza.
Una rivincita dell’anno passato, quando fu viatico per la finale contro Milano. Vinse la Reggiana, alla settima, dopo una gara-4 che lasciò più di qualche brivido lungo le schiene emiliane.
Il quarto di finale di quest’anno premia una Scandone eccellente arrivata terza, a fronte di una Reggiana che ha deciso di puntare sugli italiani ma ha avuto qualche alto e basso di troppo.
QUI AVELLINO
È dalla Coppa Italia del 2008 targata Boniciolli, Marques Green e Alex Righetti che ormai quando si tratta di Avellino non tocca neanche più stupirsi.
Abbiamo visto i biancoverdi in Eurolega guidati da un coach macedone, Zare Markovski: tre vittorie su dieci incontri, c’è chi ha fatto peggio. Abbiamo visto Omar Thomas MVP della stagione regolare nel 2011, con Vitucci in panca.
Abbiamo visto, ed è roba nettamente più recente, la Scandone giocarsi una finale di Coppa Italia e il Pala Del Mauro ospitare una semifinale playoff, la già descritta sfida contro gli avversari attuali.
C’è Sacripanti, stavolta, in panchina, e qualcuno sussurra che possa essere lui il ct post-Messina. Sarà interessante, nel caso, vederlo contro quella che potrebbe essere la colonna vertebrale della sua Nazionale.
La Legabasket intanto ha nominato Ragland e Fesenko nel quintetto stagionale, un bel premio per Avellino. La chiave probabilmente sarà mettere in ritmo Logan e rendere Shawn James difficilmente marcabile come 4 atletico.
Poi, nel dubbio, ci penserà Cotton Eye Joe.
QUI REGGIO EMILIA
Si fa presto a dire “italiani”. L’anima tricolore, in questa stagione ancora più nutrita rispetto a quella precedente, ha prodotto un sesto posto.
Un caso, ovviamente, ma non un aiuto a chi non vuole cambiare nulla lasciando eccessivo spazio a troppi stranieri di rare qualità attaccati più al portafogli che al simbolo sul petto.
Il dualismo De Nicolao-Gentile è stato risolto accogliendo le richieste della Virtus Bologna e mandando Stefano-figlio-di-Nando alle V nere. Spazio al play veneto, con Needham back up.
Willims-Cervi sono una coppia di lunghi che non tutti possono permettersi, e l’arrivo di Julian Wright ha risolto anche eventuali problemi di asfissia realizzativa.
Della Valle e Polonara dovranno riuscire a trovare il fondo della retina anche quando la palla scotta e la lucidità non è al top, cosa che ai due non riesce proprio perfettamente.
Aspettarsi che a togliere le castagne dal fuoco sia Kaukenas è onorare il talento del lituano e allo stesso tempo gravarlo di responsabilità che in fondo aveva deciso di accantonare.
Se Aradori farà Aradori, quella contro Avellino potrebbe essere la serie più lunga del primo turno.