E’ andato in archivio l’All-Star Game 2025 svoltosi nella cornice del Chase Center di San Francisco, tutto rinnovato grazie al nuovo format che ha lasciato dei dubbi tra i giocatori protagonisti. Al fine di ricercare maggiore spettacolo, l’organizzazione ha provato a rimescolare le carte, anche se ha diviso l’opinione pubblica. La finale ha visto i Chuck’s Global Stars battere gli Shaq’s OGs 41-25 con Steph Curry autore di 12 punti in dieci minuti e nominato MVP a casa sua.
Il torneo vedeva tre squadre All-Star contro la vincente del Rising Star Challenge. Obiettivo dei 40 punti per il raggiungimento della vittoria nella propria sfida. Le squadre All-Star NBA sono state selezionate dagli analisti di TNT Charles Barkley (Chuck’s Global Stars), Kenny Smith (Kenny’s Young Stars) e Shaquille O’Neal (Shaq’s OGs). L’emittente televisiva è l’ultimo anno che seguirà l’All-Star weekend. La quarta squadra è stata capitanata invece da Candace Parker.
E’ stato anche il primo All-Star Game, da quanto è entrato nella lega, che non ha visto in campo LeBron James, out per un problema alla caviglia.
Trae Young non si è detto per nulla soddisfatto, chiudendo la sua partita con 4 punti e 5 assist in sei minuti di partita. “Non mi è piaciuto per nulla. Non mi sono piaciute le pause, le partite sono troppo brevi. Stanno cercando di allungare la diretta TV con pause e cose del genere” ha dichiarato il giocatore degli Atlanta Hawks. Dello stesso parere il papabile MVP, Shai Gilgeous-Alexander che ha lamentato le troppe pause rispetto all’effettivo tempo di gioco. “Preferirei giocare senza pause” ha detto SGA. “Mi sono comunque divertito. Sento che stasera era un po’ più verso il lato competitivo, il che è una bella sensazione, un passo nella giusta direzione. Immagino che spetti a chi gestisce il tutto capire cosa fare dopo e come continuare a renderla sempre più interessante. Speriamo di arrivarci un giorno”.
La carrellata di opinioni non finisce qui. Jaylen Brown ha affermato “che non è l’ideale fermare il gioco in quel modo se vuoi che i giocatori siano fisici”. Steph Curry, MVP della competizione, ha dichiarato di “aver avuto qualche spunto e di aver parlato con Adam Silver e il resto della dirigenza NBA. Avevamo bisogno di cambiare, di dare nuova linfa al gioco, di qualcosa di inaspettato” ha chiosato il giocatore degli Warriors.
Più duro il commento di Draymond Green, che non ha accettato di buon grado la partecipazione della squadra vincitrice del Rising Stars Challenge, per un motivo di meritocrazia. “Ho dovuto lavorare duramente per giocare la domenica dell’All-Star Weekend” ha specificato il giocatore di Golden State. “Poichè gli ascolti sono in calo e la partita è brutta perchè dobbiamo portare le Rising Stars? Non ho mai giocato una partita dei Rising Stars, miei primi due anni non ho giocato quella partita e questi ragazzi sono sul parquet la domenica sera?”