Steve Kerr ha deciso di non puntare su Jonathan Kuminga, colui che dovrebbe essere (ma non per il suo coach) il gioiello del futuro della squadra, nella partita più importante della stagione.
Kuminga non ha visto il campo nella partita persa in casa al Chase Center dai suoi Golden State Warriors contro gli LA Clippers, una sconfitta che obbligherà i Dubs a una sfida di play-in contro i Memphis Grizzlies martedì notte. James Harden e Kawhi Leonard hanno avuto la meglio di Steph Curry e Jimmy Butler, Golden State ha pagato un overtime giocato sulle ginocchia e un incredibile errore da sotto canestro di Draymond Green che ha fallito un facile appoggio che avrebbe pareggiato la partita a 26 secondi dal termine.
Steve Kerr ha preferito affidarsi a Gary Payton II e a Buddy Hield, e per ragioni semi comprensibili a un Moses Moody quasi dannoso in 30 minuti di gioco. Tenendo zavorrato alla panchina un giocatore da 15.3 punti di media in stagione cone Jonathan Kuminga, per scelta tecnica. Un altro segnale della totale sfiducia del coach per il quarto anno ex Team Ignite in G-League.
“Durante il riscaldamento gli ho detto che avremmo fatto dei cambiamenti, ma non gli ho detto che non avrebbe giocato perché in realtà non lo sapevo neppure io. Gli ho detto che nel primo quarto non saremmo andati con le solite rotazioni. Questo non significa che (Kuminga, ndr) è fuori dalle rotazioni d’ora in avanti, è solo che la partita è andata in un certo modo“, ha detto Steve Kerr dopo la partita, citando nel suo discorso anche un panchinaro come Gui Santos che di recente aveva trovato dello spazio.
Kuminga non ha parlato dopo la partita, ora la curiosità sta nel vedere se Kerr lo utilizzerà martedì notte contro Memphis in una gara che gli Warriors faranno bene a vincere. Da settima testa di serie giocherebbero al primo turno dei playoffs contro gli Houston Rockets in una serie difficile ma non impossibile. Da ottavi, perdendo contro Memphis e a patto di battere poi una tra Dallas e Sacramento, se la vedrebbero contro gli Oklahoma City Thunder in una sfida impossibile.
Dal suo rientro a marzo dopo un infortunio alla caviglia, Jonathan Kuminga ha giocato poco, appena 19 minuti di media partendo dalla panchina. L’arrivo di Jimmy Butler gli ha tolto minuti e Steve Kerr ha trovato un buon pretesto per non far giocare un giocatore che dal punto di vista tattico non ha mai “visto”, preludio a una separazione in estate che a questo punto sembra scontata. Kuminga sarà restricted free agent e lascerà Golden State via sign and trade, con tutta probabilità.
Nel frattempo ci sono dei playoffs ancora da conquistarsi e da giocare. “Lui deve solo restare pronto, è un test classico per un giocatore giovane in questa lega e soprattutto nella nostra squadra. Non sai mai quando il tuo momento può arrivare e potrebbe essere quello più alto e importante“, ha detto steph Curry senza troppa convinzione.