Se serviva una conferma che i play-in servono solo a mandare ai playoffs squadre che non se lo meritano, la pochezza esibita dai Miami Heat in 4 partite (oddio, partite) della serie contro i Cleveland Cavs, i quali perlomeno non hanno indugiato nel dare il colpo di grazia, lo è stata.
Miami ha perso gara 4, una formalità, per 138-83 al Kaseya Center, subendo 43 punti nel solo primo quarto (43-17) e 22 triple sulla testa da parte dei Cavs talmente più forti che si sono potuti risparmiare anche un Darius Garland non al meglio, e a riposo per un infortunio al piede. 55 punti di scarto che fanno il paio con i 21 presi in gara 1 e i 37 presi in gara 3. Nella seconda partita della serie Cleveland era avanti di 21 lunghezze e si era poi distratta facendosi rimontare per qualche minuto, ma nella sostanza nulla cambia.
I 122 punti di scarto complessivi che i Miami Heat hanno preso in 4 partite sono un nuovo record NBA per i playoffs, Miami è diventata inoltre la prima squadra nella storia della lega a subire due sconfitte di fila con almeno 30 punti di scarto nella post-season. Talmente a senso unico è stata la serie, che la cosa più interessante da seguire per qualche istante, prima di cambiare canale per così dire, è stato lo scazzo tra Tyler Herro e Darius Garland, con quest’ultimo a commentare il piano partita dei suoi Cavs che consisteva nell’attaccare in difesa Herro, e la guardia di Miami a offendersi e fare “specchio riflesso”. Da notare peraltro che dopo aver provocato, Garland se n’è stato in panchina in abiti civili infortunato.
“Non ce l’aspettavamo, due partite veramente difficili queste per noi. Ma non ci sono scuse, è stato imbarazzante, umilante. Di lavoro da fare ne abbiamo fin troppo” ha commentato Tyler Herro. Per Bam Adebayo, altro ridimensionato di lusso della serie e in generale in stagione, “quest’estate ci saranno diversi cambiamenti, ci sarà parecchio lavoro per quel signore (Pat Riley, ndr) nel front office. Per cui bisognerà prepararsi“.
Miami ci ha provato, il problema è che non avrebbe dovuto essere qui se l’artificio dei play-in non ce li avesse mandati, da decima testa di serie a Est. non che gli Atlanta Hawks al loro posto avrebbero avuto chissà quali chance di competere contro dei Cavs nettamente superiori, resta il fatto che dare a delle squadre che durante una lunga stagione da 82 partite non hanno dimostrato di essere da playoffs – come gli Heat – una chance di pescare un biglietto di un viaggio premio ai playoffs è antitetico rispetto a ciò che lo sport dovrebbe essere. Ovvero, va avanti chi vince più degli altri e ottiene risultati migliori, e non chi esce vincente da una riffa.
“Ci hanno fatto mangiare la polvere” ha detto coach Erik Spoelstra “Purtroppo saremo ricordati per queste due partite in casa e per lo sweep subito ma questo gruppo ha dimostrato carattere e resilienza“.
I Cleveland Cavs ne hanno approfittato per una sgambata, allo stesso modo in cui i loro rivali virtuali Oklahoma City Thunder hanno fatto dall’altra parte del tabellone. Al secondo turno Cleveland incontrerà la vincente della serie tra gli Indiana Pacers e i Milwaukee Bucks ora sul 3-1 per Indiana, che potrà completare in casa in gara 5.