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Sarver vende, ma cosa ne sarà delle Phoenix Mercury?

di Michele Gibin
Phoenix Mercury

Robert Sarver vende, e ci sarebbero già i nomi dei potenziali acquirenti, da Jeff Bezos in giù, per i Phoenix Suns.

E le Phoenix Mercury?

Sarver rilevò le due squadre nel 2004 dallo storico proprietario Jerry Colangelo, e nel suo comunicato in cui annuncia l’inizio delle operazioni che porteranno alla vendita delle due franchigie, non c’è naturalmente alcuna certezza che entrambe saranno vendute assieme e allo stesso nuovo owner.

La storia recente della cessione di franchigie NBA dice che allo stesso tempo, è stata ceduta nell’affare anche la squadra WNBA della stessa città e proprietario. E’ stato il caso dei Minnesota Timberwolves e delle Minnesota Lynx lo scorso anno, con Glen Taylor e la cordata Marc Lore-Alex Rodriguez. Oppure nel 2019, quando il proprietario dei Brooklyn Nets Joe Tsai rilevò dalla Madison Square Garden Inc. le New York Liberty contestualmente alla scalata dei Nets allora del miliardario russo Mikhail Prokhorov.

I Suns hanno oggi un valore stimato di 1.8 miliardi di dollari, ed è probabile che quando Sarver troverà un acquirente interessato, a passare di proprietà saranno anche le Mercury. Una franchigia che è tra le più popolari e vincenti della WNBA, che ha in Diana Taurasi una delle più grandi giocatrici di sempre e in Skylar Diggins-Smith una star di prima grandezza. E che solo nel 2021 giocava le finali contro le Chicago Sky.

Ma che nel 2022 ne ha passate abbastanza da riempire tre stagioni. Dapprima, il cambio in panchina con Vanessa Nygaard a sostituire Sandy Brondello, volata a New York a crescere il gruppo guidato da Sabrina Ionescu, quindi il meteorite emotivo e tecnico dell’arresto in Russia a febbraio di Brittney Griner, il miglior centro WNBA. La stagione era partita male in termini di risultati, e proseguita con i dissidi tra Diggins-Smith e Taurasi, e tra “SDS” e coach Nygaard a cavallo dell’All-Star Game, e quindi con l’addio di Tina Charles, che non era fin li riuscita a sostituire Griner in mezzo all’area.

La stagione delle Mercury sarebbe poi terminata con l’infortunio di Diana Taurasi, e soprattutto con la condanna a 9 anni di carcere in Russia per Griner. Evento dopo il quale Skylar Diggins-Smith ha dichiarato chiusa la sua annata, per “ragioni personali“.

Taurasi sarà free agent a 41 anni, e ha appena visto quanto sentito e emozionante sia stato quest’anno il tour d’addio a Seattle dell’amica e rivale in campo Sue Bird. Inutile sottolineare quanto Diana Taurasi si meriti gli stessi onori di Bird, la domanda è un’altra: a Phoenix dove ha giocato sin dal suo primo anno WNBA, o altrove? Prima dei playoffs, la 3 volte campionessa WNBA aveva dato priorità “al progetto vincente” per giocare un’ultima stagione.

Su un eventuale rimpatrio e persino ritorno in campo di Brittney Griner non è certo opportuno speculare, vista l’enormità della questione e la “taglia” delle potenze in campo.

Skylar Diggins-Smith potrebbe chiedere di essere ceduta e avrebbe grandissimo mercato, e anche la posizione di coach Nygaard andrà valutata con l’inizio della prossima stagione.

La squadra che l’eventuale nuovo proprietario delle Phoenix Mercury potrebbe ereditare rischia così di essere radicalmente opposta a quella che solo 12 mesi fa giocava le WNBA Finals. E quindi meno appetibile, con una ricostruzione tecnica da affrontare.

Di squadre prestigiose che negli anni non sono sopravvissute al cambio di proprietà, ne esistono purtroppo. Le Detroit Shock 3 volte campionesse WNBA, la squadra di Swin Cash, cessarono l’attività nel 2009 quando dopo la morte del proprietario dei Pistons Bill Davidson non si trovò acquirente interessato. La squadra fu trasferita a Tulsa, con pochissimo successo, e quindi a Dallas e oggi si chiamano Wings.

Le Sacramento Monarchs , che nel 2005 vinsero l’unico titolo sportivo professionistico della città e sono state la squadra delle future hall of famer Ticha Penicheiro e Yolanda Griffith, chiusero i battenti nel 2009 quando i fratelli Maloof proprietari dei Kings decisero di non investire più nella WNBA, e una relocation non fu all’epoca possibile.

Le Phoenix Mercury sono una delle 8 franchigie originali della WNBA ancora in vita, hanno abbastanza prestigio e supporto di pubblico da poter risorgere in fretta dopo un 2022 da pazzi. Ne avranno però la possibilità?

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