Dawn Trudeau è la co-proprietaria delle Seattle Storm insieme a Lisa Brummel e Ginny Gilder.
Non ha partecipato direttamente alla conferenza di lunedì, quando le Storm hanno presentato le nuove arrivate: Nneka Ogwumike e Skylar Diggins-Smith. Ma, forse, avrebbe dovuto farlo.
In piedi, in fondo alla sala, Trudeau non ha fatto altro che annuire mentre la GM Talisa Rhea parlava del piano della squadra, una trasformazione che ha portato nel team due delle più interessanti giocatrici nella storia della franchigia.
Trudeau ha riso quando coach Noelle Quinn ha detto che ha passato notti insonni a immaginare come inserire Ogwumike e Diggins-Smith in una formazione di livello All-Star, che comprende: Jewell Loyd (prima in classifica per punteggio nella scorsa stagione) ed Ezi Magbegor (che ha registrato i massimi in carriera in ogni categoria lo scorso anno).
Ogwumike e Diggins-Smith hanno descritto i motivi per cui hanno scelto proprio Seattle.
Hanno detto che le allettava l’opportunità di giocare con la Loyd, di essere allenate da coach Quinn e di unirsi ad una franchigia che ha vinto 4 titoli.
“Se la società investe e basta è un conto, ma se si impegna si vedono davvero le cose accadere” ha detto la Ogwumike. “È a quel punto che si ha la sensazione che la società si prenda cura delle giocatrici. Possiamo parlare di tutto il resto, ma un investimento e un impegno da parte della dirigenza fanno la differenza. E sento che Seattle è al top in questo momento”.
Ma la conferenza di lunedì è stata segnata soprattutto dalle parole di Diggins-Smith.
Dopo aver giocato 30 partite nel 2022, la 6 volte All-Star ha lasciato bruscamente le Phoenix Mercury, pur viaggiando con una media di 19.7 punti, 4 rimbalzi, 5.5 assist, 1.5 palle rubate e 1 stoppata.
Le Storm sono la terza franchigia che Diggins-Smith cambia. E, in conferenza, ha voluto parlare candidamente della sua assenza dal campo negli ultimi 18 mesi, nel periodo di congedo parentale dopo la nascita del suo secondo figlio.
“Mi sono chiesta: potrei farlo? Voglio farlo?” ha detto, attribuendo soprattutto a coach Bridget Pettis il merito di averla aiutata in vista del suo ritorno. “Non sentivo di voler continuare a giocare. È stata dura. Ho perso 15 chili. Non riesco a muovermi. Non riesco a correre. Non riesco a camminare. Da quando mia figlia ha compiuto 2-3 mesi, mi sono messa in palestra. Mi sono dovuta convincere di sentirmi più forte di prima, e non pensavo che fosse possibile. Quando si affronta il post-partum, non si sa mai a che punto si è. Non posso dire quanto Bridget ha significato per me. Voi siete le prime persone con cui parlo da 18 mesi. Mi sono presa una pausa per stare con la mia famiglia. A volte bisogna solo ricordare il proprio perché. Perché si sta giocando? Ho scavato in profondità e ho capito di cosa avevo bisogno per ricalibrare il tutto”.
Non c’è dubbio che le Storm abbiano apportato notevoli miglioramenti ad una squadra che già puntava molto in alto lo scorso anno.
Resta solo da vedere se riuscirà a detronizzare le Las Vegas Aces, 2 volte campionesse in carica, oppure a competere con le New York Liberty, che l’anno scorso hanno subito una trasformazione simile e hanno raddoppiato il loro numero di vittorie di media.