
Porzingis
Kristaps Porzingis, pescato nel draft del 2015 dai New York Knicks, si era presentato benissimo durante la scorsa stagione, facendo subito sperare i tifosi della grande mela. L’unicorno, infatti, aveva dimostrato una grande solidità sia dal punto di visto fisico, superando al meglio il rookie wall, che dal punto di vista emotivo, nonostante si sia ritrovato in una situazione di squadra già molto complicata . Il lettone ha iniziato a lavorare duramente per dimostrare fin da subito il suo valore, e ci è riuscito. In una stagione ha conquistato gli stessi tifosi che lo avevano fischiato al draft qualche mese prima.
Quest’anno doveva essere l’anno della svolta, ma molte cose non sono andate secondo i piani. Innanzitutto New York è intervenuta sul mercato quest’estate portando nella franchigia giocatori di un certo spessore come Derrick Rose, Joakim Noah, Courtney Lee e Brandon Jennings (poi tagliato e finito a Washington). New York avrebbe dovuto trovare l’assetto definitivo, basando le proprie strategie offensive sull’attacco triangolo. Ma questa cosa non è mai accaduta. I Knicks infatti non hanno ancora trovato un’identità di gioco, sono stati penalizzati dai numerosi infortuni, Rose e Noah su tutti, e hanno dimostrato una continuità irrisoria. Lo stesso Carmelo Anthony poche settimane fa ha dichiarato di non aver ancora capito il suo ruolo nel team, il che la dice lunga.
I disagi in casa Knicks non sono legati solo al gioco, infatti anche i rumors di mercato non hanno aiutato, con Anthony sempre sul piede di partenza, e le continue discussioni con Phil Jackson (presidente della franchigia) hanno contribuito a destabilizzare l’ambiente che già era fragile. Com’è possibile migliorare in un sistema e in una situazione del genere? Sembra quasi impossibile, e a farne le spese è stato proprio Kristaps. Un giocatore con quelle potenzialità dovrebbe crescere in un ambiente diverso, e la società dovrebbe puntare su di lui e non circondarlo di giocatori “individualisti”.
Dopo l’ennesima stagione fallimentare, bisognerà capire come si muoverà la dirigenza per rendere la squadra competitiva, e la soluzione migliore sarebbe quella di rifondare e puntare proprio sul lettone. Nonostante le pessime figure di New York, Porzingis sta comunque mettendo a referto dei buoni numeri: ha una media di 18.1 punti, 7.2 rimbalzi e 1.5 assist a partita. Il sophomore sta tirando col 45% dal campo, 35.7 da tre e 78.6 dalla lunetta. Inoltre ha aumentato il minutaggio da 28.4 a 32.8 minuti.
La sua stagione non si può definire fallimentare vedendo i numeri, ma, visto il potenziale, il ragazzo doveva essere gestito meglio. Per fortuna è solo al secondo anno e ha ancora molto tempo per crescere; c’è già una proposta di allenamento da parte di Dirk Nowitzki per quest’estate, che potrebbe insegnargli veramente tanto.