Home NBA, National Basketball AssociationNBA News Il ritorno di Michael Beasley: contratto milionario con gli Shanghai Sharks

Il ritorno di Michael Beasley: contratto milionario con gli Shanghai Sharks

di Loris Corvino
Beasley Shangai Sharks

Michael Beasley è pronto a tornare nel mondo del basket professionistico. L’ex giocatore NBA, nonché seconda scelta assoluta al Draft del 2008, è pronto a firmare un accordo milionario con gli Shanghai Sharks, squadra che milita nella CBA (Chinese Basketball Association). Per l’ex giocatore di Heat e Lakers (tra le tante) non si tratta però di un debutto nella lega cinese. Tra il 2014 e il 2016 ha infatti già vestito la maglia di due squadre della CBA, tra cui proprio gli Shangai Sharks nella stagione 2014-2015 e in seguito quella degli Shandong G. Stars. 

Beasley, oggi 33enne, ha giocato in NBA per l’ultima volta durante la stagione 2018-2019 dove aveva vestito la maglia dei Los Angeles Lakers proprio nell’anno dello sbarco di LeBron James nella franchigia californiana. Dopo quella stagione, conclusasi in maniera decisamente negativa (ricordata per aver spezzato la striscia di qualificazioni consecutive ai playoff di James) Beasley non ha più avuto opportunità di rientro nella lega. Nonostante il tentativo di mettersi in mostra durante la scorsa estate, giocando la summer league con i Portland Trail Blazers, l’ala mancina ha disputato le sue ultime partite a livello professionistico per i Cangrejeros de Santurce, squadra del campionato portoricano. 

Il nativo di Cheverly (Maryland) ha avuto una carriera travagliata e nettamente al di sotto delle aspettative a causa di diversi problemi legati alla sua salute mentale e all’uso di droghe. Problemi che, come da lui dichiarato, sono in gran parte dovuti a rapporti familiari molto complicati ma non solo. Beasley ha rivelato in particolare che diverse persone hanno rubato dei soldi da lui nel corso della sua carriera. Tra queste persone ci sarebbe stata anche sua madre, oltre che a consulenti finanziari e altre figure familiari. In virtù di questo, e dei derivanti problemi di salute mentale avuti, l’ex giocatore NBA ha più volte lamentato una mancanza di supporto da parte della comunità nei confronti degli atleti con problemi simili. 

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