In questo momento drammatico in cui anche la NBA si è dovuta fermare a causa della diffusione pressoché globale del Coronavirus, molti giocatori e molte franchigie si stanno mobilitando per aiutare chi è più in difficoltà in questo momento. Soprattutto coloro che a causa della pandemia sono rimasti senza lavoro e quindi senza stipendio. Per esempio, tutti gli staff che lavorano nelle arene NBA e che traggono profitto dagli eventi lì organizzati.
Il commissioner NBA Adam Silver ha confermato che la NBA si fermerà per almeno 30 giorni. Al termine dei quali verrà rivalutata la situazione. Nel frattempo però molte famiglie si ritroveranno senza uno stipendio. Ecco allora che si sono susseguite nelle ultime ore molte belle iniziative da parte di giocatori e squadre.
Colui che ha iniziato questa catena invisibile è stato Kevin Love, ala grande dei Cleveland Cavaliers. Quest’ultimo ha donato 100mila dollari a tutti gli operai della Rocket MortGage Fieldhouse. Il suo bel gesto è stato utile per sensibilizzare molti altri giocatori alla causa ed infatti non sono tardate ad arrivare altre generose donazioni.
Giannis Antetokounmpo e Blake Griffin hanno seguito le orme del loro collega donando a loro volta 100mila dollari agli staff rispettivamente del Fiserv Forum di Milwaukee e della Little Caesars Arena di Detroit. In serata poi si è aggiunto anche Zion Williamson che ha annunciato che s’incaricherà personalmente di pagare tutti gli stipendi dei dipendenti dello Smoothie King Center di New Orleans. Lo ha fatto, tra l’altro, ricordando ancora una volta la figura della madre che da sempre lo accompagna nel suo percorso di crescita.
It’s bigger than basketball! And during this tough time I want to help the people that make my life, my family’s lives and my teammates lives easier. Me and my family pledge to donate $100,000 to the Fiserv Forum staff. We can get through this together! 🙏🏽
— Giannis Antetokounmpo (@Giannis_An34) March 13, 2020
La NBA contro il Coronavirus: molte squadre assicurano lo stipendio ai dipendenti delle arene
Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavericks, ha assicurato che gli operai saranno regolarmente pagati per i match casalinghi come se questi venissero giocati. Lo stesso hanno fatto tramite comunicati ufficiali anche Phoenix Suns e Cleveland Cavaliers. Hanno intenzione di adottare le stesse misure anche Atlanta Hawks, Portland Trail Blazers, Detroit Pistons e Los Angeles Clippers. Così, questa catena di sensibilizzazione sta pian piano prendendo piede in tutta la NBA.
Add Phoenix to the list of teams pic.twitter.com/HapcDY9KGP
— Bobby Marks (@BobbyMarks42) March 14, 2020
Ma non finisce qui. I Golden State Warriors, infatti, cappeggiati dal proprietario Joe Lacob, hanno deciso di mettere un milione di dollari nel loro fondo destinato agli operai della loro arena previsto in casi eccezionali come questo. Un’altra bella iniziativa arriva, invece, questa volta da Sacramento. Nella notte in cui è stata comunicata la positività di Rudy Gobert al COVID-19, sono stati annullati tutti gli incontri della notte che si sarebbero dovuti disputare. Tra questi c’era anche New Orleans Pelicans-Sacramento Kings. Tuttavia, in California, al Golden 1 Center era già tutto pronto: compreso tutto il cibo destinato alla vendita all’interno dell’arena.
Golden 1 Center Donates Food To Local Community Amid COVID-19 Public Health Crisis (@sac_coe @AngeliqueAshby)
📝 » https://t.co/kSMToVycGj pic.twitter.com/bNql25Lz6z
— Golden 1 Center (@Golden1Center) March 14, 2020
Lo staff del palazzetto ha così deciso di donare tutte quelle primizie a due comunità della città che le hanno poi devolute alle famiglie che ne avevano bisogno. Nella giornata di ieri poi anche i Sacramento Kings hanno annunciato che pagheranno i dipendenti dell’arena per tutto il mese di marzo.
Un ultimo bel gesto è arrivato poi anche da Jeremy Lin. L’ex New York Knicks, infatti, dopo aver donato 100mila dollari alla Cina per combattere la pandemia, ne ha donati altri 150mila al fondo degli Stati Uniti d’America dell’Unicef.
Probabilmente questa bella raccolta di episodi non sarà finita e continuerà nei prossimi giorni. E’ bello vedere come nei momenti più duri, tutti possano unirsi insieme e dimenticare per qualche istante tutte i rancori e le barriere che quotidianamente ci bloccano. Ed è bello vedere come anche il mondo della NBA sia così vicino a queste dinamiche.