I New Orleans Pelicans si sono presentati alla vigilia di questa stagione con una squadra da playoffs, ma adesso si ritrovano all’ultima posizione nella Western Conference. Brandon Ingram ha giocato 18 partite su 51 per poi essere scambiato, Dejounte Murray si è infortunato durante la prima partita, poi è tornato e poi si è infortunato di nuovo, accumulando 31 partite in tutta la stagione, CJ McCollum ne ha saltate 14, Herb Jones ne ha giocate 20 e Trey Murphy ne ha giocate 37. Abbiamo visto in totale 29 quintetti diversi schierati da coach Willie Green. Il 2024-25 dei Pels è invalutabile, a parte per una cosa: Zion Williamson.
Zion è alla quinta stagione in NBA e ci ha già dato delle certezze: la prima è che quando è in campo è uno dei giocatori più forti al mondo e la seconda è che non è mai in campo.
Nella sua stagione da rookie ha giocato 24 partite segnando 22.5 punti col 58.3% al tiro e 6.3 rimbalzi, dimostrando in quelle poche partite di meritare la nomea di rookie con più hype dai tempi di Lebron. La stagione dopo ne ha giocate 61 con 27 punti, 61.1% dal campo e 7.2 rimbalzi, aumentando tutte le sue medie e giocando molto di più. L’anno dopo ha avuto un’altra ricaduta fisica, con un infortunio ai flessori che lo ha tenuto a 29 partite giocate in stagione. L’anno scorso è andata meglio, con 70 partite giocate in modalità più conservativa (infatti 22.9 punti), per poi infortunarsi ai play-in e condannare la propria squadra allo sweep contro OKC. Qualcuno ancora si stupisce che questa stagione abbia giocato solo 17 partite?
Zion ha uno stile di gioco molto dispendioso, in cui scatta, subisce contatti, salta ecc. che unito a una struttura fisica anomala, da circa 128 kg (ultime rilevazioni), lo rende naturalmente un giocatore molto injury-prone. I suoi infortuni sono poi recidivi e delicati; infatti si è infortunato due volte il ginocchio, svariate volte i flessori e altrettante volte i piedi. Oltre a una genetica che possiamo definire “una lama a doppio taglio”, dobbiamo aggiungere l’incapacità di Williamson di mantenersi in forma e di aderire alla dieta. Infatti, a questo proposito, i Pelicans hanno inserito nel suo contratto una clausola che gli trattiene parte dello stipendio se supera 295 sommando peso corporeo in libre e percentuale di massa grassa.
Quindi, sommando i precedenti alle sue attuali tendenze, viene difficile pensare che Zion possa garantire presenza sul parquet negli anni a venire e, se anche ci riuscisse, probabilmente dovrebbe andare a risparmiare sull’intensità di gioco. Allo stesso tempo però Williamson è un giocatore da almeno 25 punti a partita, che sa giocare sia con che senza la palla, con più potenza fisica e atletica di chiunque nella Lega e con un grande tocco con la mano sinistra. Nonostante tutto ciò, ha dei margini di miglioramento tecnici spaventosi, perché il suo gioco è ancora poco sviluppato fuori dall’area.
Tenendo in considerazione tutti questi elementi la dirigenza dei Pels si trova davanti a un bivio: continuare a puntare su Zion come uomo franchigia o voltare pagina? A quanto pare hanno scelto la prima opzione
Le dichiarazioni di David Griffin
David Griffin, Gm dei Pelicans, ha rilasciato delle dichiarazioni durante una conferenza stampa, poi riportate da Brett Martel di Associated Press: “Se consideri quanto ha lavorato quest’anno, cos’ha fatto per noi quando era sano, sta facendo grandi passi avanti sia dentro che fuori dal campo. Il giocatore che è adesso è migliore di quanto sia mai stato prima”. In questa stagione sta mantenendo una media di 23.9 punti a partita col 53.6% dal campo, 7.3 rimbalzi e 4.9 assist.
“Le persone maturano in momenti diversi nella lega e a volte tale maturità può sembrare un focolaio, altre volte un incendio forestale. Penso che stia raggiungendo lo status di incendio forestale e questo è entusiasmante.” La fiducia in Zion si è già palesata con lo scambio di Ingram, l’altra stella di New Orleans, a cui è stato preferito proprio l’ex Duke. “Siamo arrivati a un punto in cui a livello finanziario non eravamo più in grado di mantenere il gruppo come l’avevamo costruito.”
Griffin ha fatto anche mea culpa sulla conduzione di questa Regular Season e ha anticipato che andrà alla ricerca di un lungo fisico per migliorare la situazione a rimbalzo. Inoltre ha affermato che Herb Jones mancherà per tutta la stagione e che sta pensando se tenere Kelly Olynk e Bruce Brown, arrivati dai Raptors nello scambio di Ingram.
Quindi la scelta di New Orleans sembra quella di mantenere alta la fiducia in Williamson, sperando che in futuro possa garantire più minuti di qualità in campo. E’ una scelta coraggiosa quella di dare fiducia a un talento ancora giovane, aiutandolo a superare le difficoltà della prima parte di carriera oppure è una scelta inetta di una dirigenza che senza il proprio pilastro non saprebbe più da dove ripartire? Ognuno può farsi la propria opinione, ma ciò che è certo è che ora Zion ha una responsabilità ancora più grande nei confronti di una città e di una franchigia che lo stanno supportando da ormai 5 anni e che lui non ha ancora ripagato.