Il presidente FIP Gianni Petrucci è stato intervistato da Gazzetta dello Sport, per parlare dello stato della pallacanestro italiana, della sua ricandidatura o meno a capo della Federazione nel 2024, e non è mancata la fatidica domanda su Paolo Banchero e la nazionale italiana.
Petrucci ha dedicato solo poche parole alla situazione Banchero, senza aggiungere molto rispetto a quanto riportato dopo la visita in America in delegazione in inverno col CT Gian Marco Pozzecco: “Non posso dire né sì né no, c’è una speranza ma non sono in grado di promettere nulla, la kermesse iridata è un obiettivo importante che per l’Italbasket significa Olimpiadi. Ci sono solo due posti ma sappiamo che poi ci sarà il Preolimpico. Le Olimpiadi sono importanti per tutti gli sport. Certo per il nostro sport vuol dire una concorrenza enorme. Il calcio primo sport al mondo per popolarità, poi il cricket grazie all’India, quindi il basket. Ce ne accorgiamo anche in Italia. Pure come numero di tesserati“.
Nessuna anticipazione dunque, ma una “speranza” di vedere il rookie degli Orlando Magic con la maglia della nazionale italiana, a partire si spera dai Mondiali FIBA 2023 tra Indonesia, Giappone e Filippine.
Il mandato di Gianni Petrucci, 77 anni, in FIP scadrà nel 2024 e l’attuale presidente non potrà più correre per un nuovo mandato per via delle regole. Petrucci resterà in carica fin dopo le Olimpiadi di Parigi 2024, e dopo? “Non sono d’accordo sulla legge. Ma chiarisco subito: in ogni caso non mi candiderei. Se la salute mi aiuta ho diverse proposte in altri settori (…) una anche fuori dal mondo dello sport. Non siamo indispensabili, lo so. Ma con quel limite Luciano Rossi sarebbe mai diventato presidente mondiale del tiro a volo? E se la Ryder Cup si svolgerà in Italia, non sarà pure merito di Franco Chimenti? Per non dire di quanto ha dato Malagò alla vittoria di Milano-Cortina“, ha detto il numero uno della FIP.
