Si è concluso sabato 4 giugno 2022 il Basketball Without Borders presso il Bocconi Sport Center a Milano. L’evento ha riunito i 62 migliori talenti europei, ragazzi e ragazze, provenienti da ben 24 paesi diversi, e si è svolto in due location diverse, la prima già citata e la seconda presso lo Sport Village di Assago.
L’ultima giornata ha visto le future promesse cimentarsi in un breve torneo che è servito a decretare gli all-star di questo BWB, il miglior difensore ed il miglior giocatore. E’ stata anche l’occasione in cui la stampa ha potuto intervistare i giovani prospetti, che a loro volta hanno potuto fare domande agli ospiti d’onore di questa edizione, tra cui Danilo Gallinari, Kemba Walker, e Terance Mann.
Scopriamo quali consigli i giovani ragazzi hanno ricevuto da chi è già un professionista in NBA.
Sabato 4 giugno: il Basketball Without Borders 2022 saluta Milano
Il primo a parlare è Danilo Gallinari, che rompe il ghiaccio con un aneddoto di qualche anno fa, quando ancora vestiva la maglia dei Denver Nuggets. “Siamo a novembre, Jamal (Murray) è al suo primo anno nella lega. Mi si avvicina e mi fa ‘ho partecipato al BWB l’anno scorso, non ti ricordi di me?’, ed io, sorpreso, gli ho risposto ‘E me lo dici solo ora?“
“Ricordo“, continua Danilo, “di aver partecipato a mia volta al BWB, ed è stata un’esperienza di grande importanza per il mio futuro. In quell’occasione venni allenato da Tony Parker e Pau Gasol“.
Uno dei 62 giovani talenti chiede cosa renda un giocatore di successo anche fuori dal campo. Questa volta è Kemba Walker a rispondere: “Non è solo pallacanestro, è conoscere nuove persone, aiutare gli altri a migliorare. E’ necessario essere sempre di buon umore. Non tutti i giocatori che sperano di diventare professionisti riescono a realizzare il loro sogno. Non tutti giocano in NBA o in Europa. Le persone stanno attente a come reagisci a queste situazioni. Questa stagione sono stato messo fuori rotazione per la prima volta nella mia vita. E’ stato uno dei momenti più difficili della mia carriera, ma non mi sono lasciato andare e sono rimasto integro, concentrato. Il giorno dopo ero il primo in palestra, in campo supportavo ed incitavo i miei compagni“.
Sempre Kemba ha voluto aggiungere qualcosa sul più grande sacrificio (cestistico) della sua carriera. “Quando arrivava l’estate, diversamente dai miei compagni, non tornavo a casa. Rimanevo nel campus della mia università, a quel punto totalmente vuoto, ad allenarmi, a lavorare su me stesso”. Anche Terance Mann ha voluto condividere una piccola parte della sua esperienza personale: “Ho trascorso ben quattro anni al college. Ho visto i miei compagni di squadra venire scelti prima di me, e questo mi ha motivato. Sono passato dalla G-League, ed anche questa esperienza mi ha aiutato“.
Infine, Kemba ha voluto discutere di come riesce a disinteressarsi di cosa dicono i media a suo conto. “In realtà, gran parte dei commenti non li vedo neanche perché passo davvero poco tempo sui social. Questo è il mio modo per rimanere sano. La verità è che non puoi piacere a tutti. E’ necessario concentrarsi su se stessi e sulle persone che si amano. Quando si attraversa un momento difficile da un punto di vista cestistico, la soluzione, per quanto sembri banale, è essere il primo ad entrare in palestra e l’ultimo ad uscire”.