Redick dice la sua su Instagram, molto popolare negli ultimi anni, specie tra i giocatori NBA. Entrato nella lega in un periodo totalmente diverso, con un mondo non ancora completamente stravolto dai social network, l’ex Orlando Magic ha espresso la sua preoccupazione per l’andamento a cui si sta assistendo nel panorama cestistico americano.
Redick su Instagram: “Non fanno per me”
Nel suo “The J.J. Redick podcat“, l’ex giocatore dei Philadelphia Sixers non si è tirato indietro nel rilasciare dichiarazioni di un certo impatto nei confronti dell’utilizzo dei social network dei suoi colleghi NBA. Nello specifico, Redick ha anche ammesso la sua difficoltà nell’approcciarsi a questo mondo.
Ho sempre trovato difficoltà. Non mi sono mai sentito completamente a mio agio con loro [i social network, ndr]. Twitter ad esempio è divenuto un mucchio di persone arrabbiate, e ho dovuto staccarmi da lì
Redick, come già anticipato, è alla sua 14 esima stagione NBA. E’ entrato nella lega nel 2006, ossia lo stesso anno in cui venne fondato Twitter e quattro anni prima dell’introduzione definitiva di Instagram. Le differenze tra allora e i giorni nostri sono notevoli, con uso quasi smodato da parte della generazione più giovane dei cestisti NBA. Già nel settembre 2018 lo stesso ex giocatore dei Clippers aveva tra l’altro parlato dei social media e della diffusione elevata degli smartphone. “E’ fuori controllo. Siamo arrivati ad una situazione in cui mentre sei alla guida guardi il telefono. E’ diventato puro istinto. E’ spaventoso come un oggetto possa divenire un’estensione di te stesso“.
JJ Redick is concerned that some players in today's game don't have their priorities in order. pic.twitter.com/570jfN5Csg
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) January 16, 2020
Naturalmente non solo Redick aveva rilevato questo crescente problema: anche la NBA, nelle parole di Adam Silver, aveva a suo tempo espresso preoccupazione per questo fenomeno, il quale va assumendo contorni sempre più gravi. Lo scorso marzo, infatti, il commissioner aveva affermato come tutti questi fattori rappresentino segnali di “infelicità” da parte dei giocatori.
Adam Silver, on stage at the Sloan Sports conference, just blamed social media (partly) for his stars being "truly unhappy."
— ✏️Jacob Feldman (@JacobFeldman4) March 1, 2019
In conclusione, dunque, è innegabile come il XXI secolo sia, indubitatamente, il periodo dei social media e della messaggistica istantanea, i quali condizionano la vita di tutti noi in maniera sempre più lampante e determinante. Se la vita, sicuramente, è stata resa più semplice, d’altro canto occorrerà prima o poi stabilire a quale prezzo è stato ottenuto tutto questo.