Non è bastato il cuore di una meravigliosa Campobasso per forzare Gara 3: la Reyer pur soffrendo 7 camicie conquista la finale al termine di una partita – di fatto – sempre condotta, con le molisane che non hanno mai mollato di un centimetro, rientrando sempre in partita e dando l’anima in ogni singola azione. Le oro-granata dopo aver dominato Gara 1 si sono ripetute anche in una Gara 2 vietata ai deboli di cuore, scappando più volte ma riuscendo sempre a rintuzzare il rientro della squadra di coach Sabatelli. Finisce 63-66 tra gli applausi scroscianti, commossi e commoventi del pubblico di casa.
Sono 6 le giocatrici in doppia cifra nella tesa, tesissima serata del Palaselvapiana, 3 per parte. Per i fiori d’acciaio ce ne sono 17 con 9 rimbalzi di una Kunaiyi-Akpanah dominante nel primo tempo, 17 con 7 recuperi di una commovente Quinonez e 14 di Dedic. La formazione di coach Mazzon ne ha 19 dalla solita clamorosa Awak Kuier, 14 da una Fassina concentratissima ed 11 da una Shepard come sempre solida a rimbalzo ma un po’ troppo pasticciona in fase offensiva. A decidere il match sono i liberi di Villa e Berkani, che hanno messo in ghiacciaia la sfida.
Campobasso – Reyer, una notte vietata ai deboli di cuore
Una notte clamorosa, vietata ai deboli di cuore. Campobasso ha gettato in campo l’orgoglio di un’intera popolazione, ha giocato con energia, aggressività, tanto ardore ed un cuore indomabile ma non è riuscita a forzare Gara 3 ad una Reyer che ha vinto con grande merito pur soffrendo l’aggressività delle molisane. L’avvio è tutto di marca rosso-blu con le oro-granata che sembrano sorprese dall’impatto della formazione di casa, ma ci pensa Fassina a sbloccare le compagne portandole in partita e spingendole al vantaggio.
Pan e compagne giocano sprazzi di pallacanestro straordinaria con protagoniste diverse, tra cui la stessa capitana, Kuier e Shepard: il vantaggio tocca anche la doppia cifra di margine ma manca il killer-instict e così Kunaiyi-Akpanah rimette le molisane in scia. Al 20′ è 26-33. Parziale terrificante firmato quasi interamente da Kuier e Fassina ad inizio terzo quarto, la Reyer fugge via sul +15 con qualità e durezza difensiva, ma 7 palle perse consecutive (2 sanguinose di Shepard) riportano Campobasso in partita per il 45-49 del 30′.
Nell’ultimo quarto succede di tutto. Le oro-granata scappano ancora con la finlandese e con Berkani ma non hanno la freddezza di ghiacciare la partita spegnendo le velleità molisane: Quinonez, Dedic e Mistinova provano a rimettere tutto in discussione ma un jumper dell’estrosa francese fa +5 con Villa che poi in lunetta riporta le sue a +7. La squadra di Mazzon rischia il clamoroso suicidio nel finale: tripla di Quinonez, recupero immediato ed altra bomba della stessa lunga per il -1, Berkani con il ghiaccio nelle vene fa +3 in lunetta ed è anche il finale sul 63-66. Scatta la festa delle veneziane e gli applausi per i fiori d’acciaio.
Le chiavi della partita
La Reyer espugna Campobasso anche in Gara 2 e lo fa con la giocatrice più in forma di tutta la post-season, Awak Kuier. La lunga finlandese è in un momento di forma stellare ed ha timbrato l’ennesima prova vicina ai venti punti (19 con 7 rimbalzi) trascinando le compagne e togliendo le castagne dal fuoco più di una volta nelle due metà campo. Chi – stavolta – ha messo sul parquet tutta la sua qualità è Martina Fassina: la guardia azzurra è stata preziosa, chirurgica e concentratissima nel punire la difesa molisana con tiri dalla media, attacchi al ferro e con le triple, risultando solidissima anche a rimbalzo (6 carambole).
Ci pensa la forza fisica della squadra di Mazzon a fare la differenza sotto le plance: la potenza di Shepard e le lunghe leve di Kuier sono decisive nel contrastare l’energia di Kunaiyi-Akpanah che è stata devastante nel primo tempo ma ben contenuta nella ripresa. Vittoria certamente meritata ma sudatissima per le lagunari, che dovranno lavorare sui dettagli in vista della finale: contro una squadra esperta come Schio non si potranno perdere ben 22 palloni, alcuni davvero superficialmente e banalmente.
Da par suo la formazione di Sabatelli esce sconfitta da questa Gara 2 e dalle semifinali, ma il suo personale scudetto lo ha ampiamente vinto: oltre le difficoltà, oltre la differenza di stazza e qualità, oltre la profondità di roster, oltre qualsiasi situazione favorevole alle lagunari i fiori d’acciaio ci hanno messo un cuore grande come tutta Italia unendosi con un pubblico meraviglioso, rumoroso e colorato. Al di là di un gioco magari non spettacolare Quinonez e compagne hanno dato l’anima, sfiorando il miracolo in Gara 2.
Una realtà bella, bellissima per la pallacanestro italiana, un grandissimo e meraviglioso pubblico a riempire il Palaselvapiana, reso un fortino quasi inespugnabile. Non arriva il miracolo per merito di una Reyer magari non sempre perfetta ma sempre pronta a punire gli errori avversari, arrivano – però – gli applausi meritati ed un giudizio che non può esser altro che super positivo. In finale ci vanno le leonesse con grande merito ma onore al merito alle rosso-blu di Mimmo Sabatelli.