Home Basket femminile Olimpiadi, basket femminile: storica prima volta per la Nigeria, impresa Belgio

Olimpiadi, basket femminile: storica prima volta per la Nigeria, impresa Belgio

di Paola Giuntini

Tra vittorie clamorose, prime volte storiche e record battuti, l’ultima giornata della fase a gironi non ha certo deluso le aspettative.

Apre le danze un incredibile Giappone-Belgio, ultima chiamata per entrambe le squadre dopo le prime due sconfitte. Missione pressoché impossibile per le nipponiche, che partivano dal -37 di differenza canestri, ma non certo meno ardua per le Belgian Cats, campioni d’Europa in carica, a cui serviva la vittoria di almeno 27 punti. Risultato? 30 punti di Emma Meesseman e +27 finale, con il Belgio che si qualifica ai quarti di finale. Con questa prestazione, Meesseman diventa la prima giocatrice a segnare più di 20 punti in sette partite consecutive.

Canada-Nigeria non è stata da meno: le africane giocano una partita superlativa, qualificandosi ai quarti di finale. È la prima volta nella storia delle Olimpiadi che una squadra africana, maschile o femminile, supera la fase a gironi. Una bella rivincita per D’Tigress, dopo lo smacco della mancata partecipazione alla cerimonia di apertura. Per il Canada, un’uscita di scena deludente.

Nel pomeriggio, Germania-Stati Uniti decide il primato del girone C. Dopo una buona partenza tedesca, che si porta addirittura sul +9, esce fuori alla distanza team USA, proseguendo la sua impressionante striscia di vittorie olimpiche (58esima partita vinta di fila).

Ultima chiamata anche per l’Australia di Sandy Brondello, costretta a vincere di almeno sei punti. Missione compiuta per le Opals, capaci di mantenere la freddezza quando la Francia si è avvicinata fino al -1, e secondo posto conquistato. Per le padrone di casa, una sconfitta tutto sommato indolore, di fronte a un pubblico record di 27.193 spettatori, il più alto numero di sempre per una partita di basket femminile in Europa.

Nigeria e Belgio passano quindi come migliori terze, condannando la Cina all’eliminazione. Appuntamento a mercoledì 7, all’Arena Bercy di Parigi, per i quarti di finale, che vedranno contrapposte Spagna e Belgio e Germania e Francia nella parte sinistra del tabellone, mentre dall’altra parte si incroceranno Serbia e Australia e Nigeria e Stati Uniti.

 

GIAPPONE – BELGIO 58-85

(7-19), (16-20), (16-22), (19-24)

Il Belgio ci ha ormai abituato a prestazioni clamorose, ma è un vero e proprio miracolo quello compiuto da Meesseman e compagne, a caccia della larga vittoria per ribaltare la differenza canestri. Serve il +27, e le belghe sono sulla buona strada dopo un primo tempo approcciato bene: è già +12 dopo i primi 10 minuti.

Nel secondo quarto, prova il Giappone a trovare maggior continuità in attacco con Mawuli e Hayashi, ma senza davvero riuscire a entrare in partita. Brilla la stella di Meesseman, ben supportata da un’ottima Elise Ramette che gioca forse la sua miglior partita con la maglia della nazionale (16 punti e 4/7 da tre). All’intervallo, Belgio saldamente in vantaggio sul 23-39.

Con un parziale di 6-0 in apertura di terzo quarto, il Belgio trova il +22. Uno scarto incoraggiante ma che ancora non basta alla squadra di coach Meziane. Contro-break del Giappone, che vede svanire qualsiasi speranza di qualificazione, ma lotta con orgoglio per onorare l’ultima partita della sua Olimpiade. Meesseman fa in campo quello che vuole, e si va all’ultima pausa ancora sul +22 Belgio.

In una partita normale, un ultimo quarto con questo scarto sarebbe puro garbage time. Invece, è questo è il bello delle Olimpiadi, i tifosi belgi assistono a 10 minuti di puro dramma. Nella prima metà del quarto, il Belgio non riesce a raggiungere l’agognato +27. Poi, sul 44-68, è Ramette a trovare due triple in fila, le più importanti della sua vita, che regalano al Belgio addirittura il +30 (44-74). Il Giappone però continua a giocare, minacciando di rovinare la festa. È ancora Meesseman a togliere le castagne dal fuoco e a riportare il Belgio sul +31 (54-85), quando mancano 36 secondi alla fine. Segna il Giappone, e sulla successiva rimessa Meesseman, fin lì autrice di una partita perfetta, rischia di combinare la frittata: palla persa e due tiri liberi per Stephanie Mawuli, che ristabiliscono il -27 per le asiatiche (58-85). Mancano 16 secondi, ma il Belgio non deve far altro che gestire il possesso: è sufficiente così, il Belgio compie un’impresa che sembrava impossibile. Per una sontuosa Emma Meesseman, 30 punti, 11 rimbalzi, 4 assist e 5 stoppate. Il Giappone saluta i giochi senza aver mai dimostrato di poter ripetere la magnifica cavalcata che valse l’argento a Tokyo. Magra consolazione per Rui Machida, che continua a scalare la classifica olimpica degli assist, ora terza con 115 alle spalle di Teresa Edwards e Sue Bird.

 

CANADA – NIGERIA 70-79

(18-18), (23-19), (5-23), (24-19)

La Nigeria sente di avere un’occasione storica e parte concentratissima, con Kunaiyi-Akpanah a dominare a rimbalzo e Amukamara e Kalu a scattare in contropiede: il tabellone recita 2-12 per la Nigeria dopo poco più di 4 minuti. Il Canada si rimette in partita con un parziale di 13-2 (15-14), ma la Nigeria è lì: il primo quarto si chiude in parità a quota 18.

Meglio il Canada nel secondo quarto, faticano le africane in attacco: + 9 per Carleton e compagne (39-30). Reagisce Kalu, top scorer della Nigeria, che ne mette 8 in fila per riportare la sua squadra sotto di 4 prima dell’intervallo lungo (41-37).

Il terzo quarto è di fattura esclusivamente biancoverde: difesa asfissiante delle africane che forza tante palle perse e propizia un parziale devastante di 11-0 (41-48). Il Canada trova il primo punto del terzo quarto dalla lunetta con Amihere, dopo ben 6 minuti senza segnare. La Nigeria trova ottime soluzioni in attacco, non solo da Kalu ma da tutta la squadra: con un 5-23 di parziale le africane si portano avanti di 14 (46-60).

Nell’ultimo quarto prova a reagire il Canada, ma la Nigeria è una squadra in missione e respinge ogni tentativo di rimonta, amministrando sapientemente il vantaggio fino al 70-79 finale. Per il Canada, una campagna olimpica molto al di sotto delle aspettative. Ribalta invece ogni pronostico la Nigeria, guidata dai 21 punti di Ezinne Kalu: mai una squadra africana aveva raggiunto i quarti di un’Olimpiade.

 

GERMANIA – STATI UNITI 68-87

(19-16), (10-25), (17-28), (22-18)

Tutto facile, o quasi, per team USA, che si prende il primo posto nel girone C. La Germania approccia benissimo la gara, con Fiebich e Sabally a colpire dall’arco: è addirittura +9 Germania in avvio (15-6), con le americane che litigano con il canestro. Griner e Ionescu guidano la reazione degli USA, ma è comunque avanti la Germania a fine primo quarto (19-16).

Non tarda troppo team USA a portarsi in vantaggio: calano le percentuali di Sabally, mentre salgono quelle di Young, Stewart e Wilson, a cui si aggiunge la fisicità di Thomas e Collier: + 12 all’intervallo (29-41).

Nella ripresa, la Germania si riporta a – 7 con Peterson e Sabally (34-41), ma le americane hanno trovato ritmo in attacco e ricacciano subito indietro le tedesche. La Germania prova a riavvicinarsi sul -8 con Buhner e Peterson (41-49), ma Jackie Young è in grande spolvero da tre (5/8) e team USA scappa sul +23 con cui si chiude il terzo quarto (46-69).

L’ultimo quarto serve solo a rimpinguare i tabellini personali: Wilson e Stewart (14 e 13 punti), si concedono un po’ di riposo, mentre è Jackie Young a prendersi la ribalta con 19. Tra le fila tedesche, è ancora Satou Sabally la miglior realizzatrice (15 per lei). In attesa di rivedere anche Nyara in campo, fanno vedere buone cose Guelich e Geiselsoder. Avanzano incontrastate le americane verso il decimo oro olimpico. La Germania può dirsi soddisfatta di un ottimo secondo posto nel girone al debutto olimpico.

 

AUSTRALIA – FRANCIA 79-72

(19-17), (15-17), (25-16), (20-22)

È dentro o fuori per l’Australia, che non può più permettersi di sbagliare. Approcciano bene le Aussies, che limitano le palle perse e giocano con grande concentrazione. Tess Magden, la capitana, mette 5 punti in fila che portano l’Australia sul +7 (17-10), ed è ancora lei a riportare la sua squadra in vantaggio dopo la reazione francese: è 19-17 a fine primo quarto.

Grande equilibrio nel secondo quarto, con la solita Marine Johannes a cercare gli effetti speciali da una parte, e ancora una grande Tess Magden dall’altra. Con il canestro di Atwell, si va al riposo sul 34 pari.

Spinge forte l’Australia nella ripresa con Magden e Magbegor, mentre la Francia si accende solo a tratti, dando l’impressione di accontentarsi del risultato. Il terzo quarto si chiude sul +9 Australia (59-50). Preoccupazione per uno scontro tra Talbot e Michel Boury, con la guardia francese che abbandona il campo sanguinando copiosamente.

Nell’ultimo quarto, amministra il vantaggio l’Australia, ma la Francia con Gabby Williams si riporta fino al -1 (65-64). Ci pensa ancora Magden a suonare la carica, ma alle Opals vincere non basta: devono farlo di almeno 6 lunghezze. Cayla George da tre trova il nuovo +6 (70-64), e Magbegor e Whitcomb respingono la rimonta francese. Brivido sul finale con la prima tripla della serata di Marine Johannes (74-70), quando mancano 33 secondi alla fine, ma è ancora Cayla George a ristabilire il + 6. Gestisce bene gli ultimi possessi l’Australia, che trova il +7 finale, ancora con Cayla George (79-72): dopo un esordio in salita, le Opals chiudono il girone al secondo posto, alle spalle proprio della Francia. Grande prova di Magden per le australiane (18 punti e 4/6 da tre), mentre per le francesi è ancora Gabby Williams a mettersi in luce (15 punti per lei).

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