Lo scorso settembre, Dearica Hamby ha presentato una denuncia alla Commissione per le Pari Opportunità di Lavoro (EEOC). Il 23 maggio, ha ricevuto da loro la Notice of Right to Sue, e le hanno dato 90 giorni di tempo per intentare una causa.
Così, la giocatrice delle Los Angeles Sparks, lunedì ha intentato una causa federale contro la WNBA e la sua ex squadra, le Las Vegas Aces, in merito al trattamento ricevuto dopo aver rivelato di essere incinta.
Lunedì, un suo avvocato ha dichiarato che “l’EEOC ha emesso il documento di diritto per fare causa su richiesta della cliente, perché volevamo andare avanti con la causa. L’EEOC non ha fatto alcuna constatazione sui fatti: consentire un’indagine su larga scala avrebbe comportato un altro anno o due di ritardo”.
Sempre lunedì, un portavoce della WNBA ha invece dichiarato che “siamo a conoscenza del deposito legale di oggi e stiamo esaminando la denuncia”.
La Hamby sostiene di essere stata oggetto di ripetuti atti di intimidazione, discriminazione e ritorsione da parte delle Aces, culminati con la trade che l’ha portata alle Sparks nel gennaio del 2023.
La Hamby ha rifirmato con Las Vegas nel giugno 2022. Nella causa, ha dichiarato che, insieme al prolungamento del contratto, le Aces le hanno offerto una serie di incentivi (tra cui l’uso di un alloggio, messo a disposizione dalla squadra, e l’offerta di coprire i costi della retta della scuola privata per la figlia Amaya).
Ha poi dichiarato di aver scoperto, a metà luglio, di essere incinta di nuovo e di averlo detto a coach Becky Hammon all’inizio di agosto. Sostiene che lo staff della squadra non era contento per lei e che, finita la stagione WNBA 2022, l’uso degli alloggi messi a disposizione dalla squadra è stato revocato e la retta scolastica della figlia non è stata pagata. La giocatrice sostiene inoltre che coach Hammon le abbia chiesto se avesse pianificato la gravidanza, mettendo in dubbio la sua dedizione e il suo impegno in allenamento.
Quando la Hamby è stata spedita alle Sparks, ha reso pubbliche le accuse contro le Aces tramite i social. Il sindacato delle giocatrici WNBA (WNBPA) l’ha quindi sostenuta e ha spinto la lega ad avviare un’indagine.
Dopo la sentenza del maggio 2023, coach Hammon si è quindi decisa ad affrontare la questione con i media.
Coach Hammon e il resto dello staff delle Aces hanno negato con forza di aver discriminato la Hamby, affermando che lo scambio è stato motivato da ragioni strettamente legate alla pallacanestro.
“La gravidanza di Dearica non era un problema e non è mai stato il motivo per cui abbiamo preso la decisione che abbiamo preso” ha detto l’allenatrice. “Abbiamo preso la decisione perché potevamo mettere insieme tre giocatrici in un solo scambio. Penso che sia molto evidente, sopratutto con la squadra con cui abbiamo raggiunto l’accordo, il motivo per cui abbiamo fatto questa mossa. Si è trattato di affari, solo questo. Niente di personale. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con lei. Ed è per questo che probabilmente si è sentita come si è sentita. Ci si sente come traditi. È una parte schifosa di questo lavoro, ma qualcuno deve pur riferirle le cattive notizie”.
Secondo quanto si legge nella causa, la Hamby chiede un risarcimento che farebbe andare il team incontro a perdite economiche, danni compensativi e punitivi, e infine spese legali.
La WNBA ha condotto un’indagine lunga mesi, prima di arrivare a questo punto. Indagine che ha incluso dei colloqui con ben 33 persone legate al caso e numerosi test, prima di arrivare ad una punizione effettiva. Nel maggio 2023, la lega ha infatti assegnato a coach Hammon una sospensione di due partite, per quella che è stata considerata come una “violazione delle politiche di rispetto sul posto di lavoro, della lega e della squadra”.
In quell’occasione, la lega ha anche revocato la prima scelta delle Aces per il Draft WNBA 2025, questa volta a causa di una violazione relativa a benefici intoccabili a vantaggio degli atleti, che coinvolgevano la Hamby.
Martedì, il team ha invece rilasciato una dichiarazione in cui afferma che, in quanto organizzazione, “continuiamo a sostenere la nostra dichiarazione del 16 maggio 2023, fatta alla conclusione dell’indagine della WNBA su questa questione. Dato che c’è una causa in corso, le Aces non pubblicheranno ulteriori dichiarazioni in questo momento”.
La Hamby si è infine detta scontenta delle decisioni disciplinari della WNBA, affermando che la lega non ha davvero parlato con le altre giocatrici delle Aces, né ha inflitto punizioni adeguate a coach Hammon.