Philadelphia 76ers

La stagione dei Philadelphia 76ers è matematicamente finita, con la sconfitta per 118-95 contro i Miami Heat e nessuna chance di qualificarsi ai play-in.

Non che questo fosse da tempo più l’obiettivo dei Sixers, che chiuderanno tra poco più di due settimane una delle stagioni più sventurate della loro storia viste soprattutto le premesse. Con Joel Embiid, Paul George e Tyrese Maxey Philadelphia avrebbe dovuto, sulla carta, fare le onde nella Eastern Conference e invece è affondata, dopo appena una decina di partite sìè capito di che tipo di annata si sarebbe trattato e così è andata.

Per strada si sono fermati presto un Joel Embiid in condizioni non presentabili e Paul George, scassatissimo e dai mille acciacchi e il cui contratto da 5 anni e oltre 200 milioni di dollari totali, a 34 anni, rischia di tramutarsi in uno dei boomerang più memorabili di sempre. Tyrese Maxey ha giocato 52 partire accumulando almeno un paio di stop.

Una stagione che si è trascinata lunghissima, e che ora non si può far altro che archiviare tenendo quanto di positivo si è comunque visto: giocatori come Guerschon Yabusele, Quentin Grimes, Jared Butler, il rookie Jared McCain e Justin Edwards possono fare parte del roster di una buona squadra NBA, quella che Phila spera di tornare a essere. Yabusele e Grimes saranno peraltro free agent e occorrerà blindarli.

“Beh, questa stagione non è stata minimamente come ci aspettavamo e speravamo quando abbiamo messo su la squadra” ha detto coach Nick Nurse dopo la partita contro Miami “Direi che è stata davvero una faticaccia. In dicembre c’era stato un momento in cui sembravamo aver trovato un po’ di ritmo, la squadra stava giocando meglio e uno ci spera sempre di poter rimediare, vincere qualche partita e ritrovare gli infortunati“. E invece.

“Gli infortuni ci hanno inseguito, ogni volta che giocavamo una buona partita ci lasciavamo un giocatore o due per le successive. Così non riesci mai a costruire un buon momento. Siamo davvero delusi“.

Il primo appuntamento della off-season dei Sixers saranno la lottery e il draft NBA, Philadelphia ha fatto ciò che poteva per accumulare sconfitte e aumentare le proprie chance di salvare la scelta al primo giro. Che sarà protetta solo se dovesse cadere entro le prime 6 posizioni altrimenti finirà agli Oklahoma City Thunder. Dopodiché ci saranno le free agency di Quentin Grimes e Guerschon Yabusele mentre Kelly Oubre Jr e Andre Drummond potrebbero uscire dai propri contratti con un anno d’anticipo.

Sarà davvero complicato per i 76ers invece valutare il mercato per due star infortunate e con contratti onerosissimi come Joel Embiid e Paul George. L’unica cosa realisticamente da fare sarà rimetterli in campo nelle migliori condizioni possibili e invitare, soprattutto per Embiid, offerte e squadre interessate.

Ospite del podcast di Pablo Torre, il presidente dei Philadelphia 76ers Daryl Morey ha ammesso di usare e aver usato anche gli imput delle IA per anni come metodo di valutazione delle scelte del suo front office, integrandone l’uso nel processo decisionale.

“Questo anche dai tempi prima di OpenAI” e di chatgpt, per intenderci, come ha spiegato Morey che nella NBA è considerato un pioniere dell’uso delle statistiche avanzate e dei modelli matematici già dai tempi in cui era general manager degli Houston Rockets, ormai più di 15 anni fa. “Assolutamente usiamo le IA e i Large language models (come chatgpt, ndr) come parte del modo in cui decidiamo. Naturalmente molto dipende da quanto sono buone alla base le nostre assunzioni quando le usiamo, e a quanto buoni questi modelli sono. Per esempio se ha un modello molto buono per la previsione delle scelte al draft e la NBA nel frattempo non cambia le regole, ecco che il modello resta affidabile e le sue previsioni hanno un peso“.

“Ciò che abbiamo visto è che questi modelli se la cavano, le loro predizioni sono attendibili. Di certo non possono ancora battere un essere umano e i super esperti ma sono uno strumento in più oltre agli scout e cose del genere. Per cui vediamo la IA come una sorta di scout aggiuntivo se vogliamo e se col tempo vedremo che e la caveranno meglio degli scout in carne ed ossa, le implementeremo sempre di più e in numero maggiore. Conteranno di più insomma“, questo il ragionamento di Morey.

Sixers che dal draft e dalla free agency hanno del resto ottenuto i risultati migliori di una stagione per il resto da buttare. Da Duke al draft NBA 2024 è arrivato Jared McCain con la 16esima scelta assoluta e l’ex Blue Devils prima di infortunarsi era in corsa per il premio di rookie dell’anno. Dal mercato ottime si sono rivelate le prese di Guerschon Yabusele in estate, e di Quentin Grimes alla trade deadline, giocatori che potrebbero far parte del futuro a lungo termine della squadra.

Il valore dei loro talent scout, umani o artificiali che siano, i Philadelphia 76ers lo metteranno alla prova di nuovo al draft NBA 2025. I Sixers conserveranno la loro prima scelta al draft solo se questa cadrà entro le prime 6 chiamate e al momento le simulazioni vedono Phila proprio a ridosso della sesta scelta, e a rischio. Da qui alla fine della stagione occorrerà “aiutare” la propria fortuna e perdere più partite possibile.

Il vero capolavoro di Nico Harrison alla trade deadline non è stato quello di scaricare Luka Doncic, regalandolo al Los Angeles Lakers, ma quello di fare un omaggio ai Philadelphia 76ers spedendogli Quentin Grimes e i suoi 24 anni di belle speranze in cambio di Caleb Martin, infortunato e lontano parente del Martin quasi-MVP delle finali della Eastern Conference nel 2023 coi Miami Heat.

Una trade che aveva delle motivazioni salariali, va detto. Che poi sono le stesse che hanno spinto Dallas a cedere Doncic al netto degli insulti e delle excusatio non petitae. Quentin Grimes sarebbe diventato free agent al termine della stagione i Mavs non avrebbero potuto, né volevano, rimetterlo sotto contratto alle cifre cui sarà eleggibile. Nel frattempo l’ex Knicks e Mavericks ha segnato 44 punti in faccia a Stephen Curry e i Golden State Warriors, per la vittoria 126-119 dei suoi Sixers al Wells Fargo Center.

Per Grimes 6 su 9 da tre, 18 su 24 totale dal campo con anche 6 rimbalzi e 3 recuperi in 37 minuti, i suoi 44 punti sono di gran lunga il suo career high nella NBA. Quentin Grimes era stato una delle prese interessanti e utili di un anno fa dello stesso Harrison, che lo aveva ricavato dai Detroit Pistons nella trade per Tim Hardaway Jr, per lui in 47 partite totali a Dallas 10.2 punti di media col 39.8% da tre punti. Alla deadline dello scorso 6 febbraio i Mavericks lo hanno scaricato a Philadelphia per evitare di perderlo a zero in estate ma la sua contropartita, Caleb Martin, era al tempo infortunato e lo è ancora, non ha ancora messo piede in campo e non è detto lo farà entro la fine della stagione. E quando a Dallas lo hanno scoperto, a trade conclusa, hanno ottenuto dai Sixers una seconda scelta futura al draft di indennizzo.

La stagione dei Sixers è nel frattempo andata a ramengo, come si dice. Joel Embiid non rientrerà, i play-in sono lontani 2.5 partite e guardando al loro payroll, i contratti dello stesso Embiid e di Paul George fanno tremare i polsi.

Con Quentin Grimes e Guerschon Yabusele però, sempre i Sixers hanno trovato due giocatori di rotazione validi e affidabili, contro gli Warriors, privi di Jimmy Butler che come da tradizione ha saltato una sfida contro una sua ex squadra (lo fa spesso), Yabusele ha segnato 18 punti dalla panchina, un’altra prova solida. Se il problema dei Sixers è e sarà la testa, il vertice con le condizioni precarie di Embiid e George, di motivi per non disperare ce ne sono grazie ai Grimes, agli Yabusele e ai Jared McCain. Lonnie Walker IV è arrivato a stagione in corso dallo Zalgiris Kaunas ed è sotto contratto per la prossima stagione. Ricky Council IV, Jared Butler e persino Adem Bona hanno fatto vedere a tratti in stagione di poter “fare” una rotazione NBA.

Paul George ha annunciato una pausa della sua attività di podcaster e del suo “Podcast P with Paul George“, per “concentrarsi di più sulla stagione in corso” e cercare di rimettere assieme i cocci di una squadra, i suoi Philadelphia 76ers, ormai al crollo.

I Sixers hanno perso al Madison Square Garden di New York contro i Knicks per 110-105 e ora hanno un record di 20 vittorie e 38 sconfitte, talmente modesto da non valere neppure i play-in a Est. Joel Embiid non sta giocando ed è sceso in campo per sole 19 partite in questa stagione. “E’ una scelta fatta per concentrarsi di più sul campo. Quest’anno non sono mai stato benissimo ma ci sto mettendo tantissimo lavoro per cercare di rimettermi fisicamente. Voglio dedicarmi solo a cercare di raddrizzare le cose qui e rimettere i pezzi al loro posto con questa squadra“.

L’episodio con Dwight Howard come ospite è stato dunque l’ultimo, e tale sarà per un periodo indeterminato di tempo. Il podcast di Paul George è uno dei più ascoltati e apprezzati tra i podcast NBA condotti da giocatori o ex giocatori, come quello di Draymond Green o quello della coppia dei Knicks Josh Hurt e Jalen Brunson. “Dobbiamo assolutamente darci una chance, una partita alla volta ma dobbiamo riuscirci“, ancora PG.

“Sospendere il podcast era una cosa a cui stavo pensando da un po’, con tutti i cambiamenti, città e squadra nuova… ho pensato che fosse tempo di fare un passo indietro“. Contro i Knicks Paul George ha segnato 25 punti con 8 rimbalzi e 7 assist, 3 recuperi e 7 palle perse, per NY 34 punti di Jalen Brunson.

Asfaltati anche dai Chicago Bulls per 142-110 in casa al Wells Fargo Center, i Philadelphia 76ers dovranno presto prendere una decisione, su Joel Embiid le cui condizioni fisiche restano precarie e non all’altezza, e sul destino della stagione in corso.

I Sixers sono a due partite e mezza di distanza dal decimo posto della Eastern Conference e quindi i play-in, in quella che come ogni anno da quando è stato introdotto il preambolo ai playoffs si è trasformato in un’inutile processione da cui dovrà per forza uscire almeno una squadra che non ha alcun interesse reale a giocarsi la post-season. Miami, Atlanta, Chicago, Philadelphia, persino Brooklyn sono squadre modeste e che non dovrebbero avere tale possibilità. Ma tant’è.

Il KO coi Bulls è stato talmente desolante che persino Paul George, l’uomo da 250 milioni di dollari in estate e che avrebbe dovuto fare dei Sixers una contender, ha preso atto della situazione: “Oggi abbiamo dimostrato che siamo una squadra che non ha alcun interesse nel voler andare ai playoffs e provare a fare strada. Chiunque ci fosse in campo e chi no. Non abbiamo semplicemente ciò che serve in termini di attitudine per essere una squadra che punta in alto, e parlarne oggi sembra piuttosto fuori luogo, a essere onesti. Possiamo solo rimetterci al lavoro“.

I Bulls hanno segnato 39 punti nel primo quarto e 40 punti nel terzo, e giocavano persino senza Nikola Vucevic e Pat Williams. Lonzo Ball ha dovuto abbandonare la partita dopo appena 8 minuti per un colpo al capo che ha richiesto dei punti di sutura, Kevin Huerter ha segnato 23 punti e Josh Giddey ha dominato con 25 punti, 16 rimbalzi e 6 assist, il rookie Matas Buzelis ha chiuso con 17 punti. Pur 12 gare al di sotto del 50% di vittorie, i Bulls sono decimi in classifica e oggi sarebbero qualificati ai play-in, e se la giocherebbero contro i modesti Miami Heat che hanno perso 6 delle ultime 7 partite disputate.

Joel Embiid ha giocato sole 19 partite in questa stagione soprattutto a causa dei problemi cronici al ginocchio sinistro, ed è fermo al momento. I Sixers e il giocatore stanno effettuando degli esami specialistici sul ginocchio per stabilire il percorso migliore da seguire, e sembra ormai scontato che Embiid dovrà sottoporsi a un altro intervento chirurgico che porrebbe fine in anticipo alla sua stagione.